Abbiamo sognato tutti di lasciare il posto fisso almeno una volta nella vita. Saper di poter diventare padroni noi del nostro lavoro, accasarci alle nostre tempistiche e ritmi quotidiani, gestire in autonomia il carico di impegni; affrontare clienti, affari e progetti senza dover fare i conti con un capo o un superiore. In altre parole, almeno una volta nella nostra vita abbiamo sognato di diventare dei freelance.
Vantaggi e svantaggi di essere dei Freelance
L’ultima ricerca “Flexible Working“, realizzata da Adecco e LinkedIn in tutto il mondo, raccoglie le testimonianze di oltre 100mila canditat. I risultati evidenziati attestano: i lavoratori flessibili, o freelance sono la categoria che rimodellerà gli equilibri del mercato del lavoro e dell’economia.
Italiani Freelance: alla continua ricerca di stimoli
Gli italiani cambiano lavoro in media ogni 14 mesi, spinti dal desiderio di ottenere uno stipendio adeguato alle loro mire; stimoli continui e un equilibrio tra vita privata e personale, quello che all’estero viene detto life-work balance. Per alcuni freelance la scelta è oggetto di studio approfondito del mercato di riferimento per la maggior parte invece è l’ultima alternativa con la scusa della crisi e che le aziende non assumono più.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di essere dei Freelance?
Sicuramente il vantaggio maggiore di essere un freelance è la possibilità di gestire il proprio tempo in autonomia. Non si deve dipendere dall’orario d’ufficio che per alcuni solitari è vera e propria fonte di noia e frustrazione, ma l’orario di ufficio è anche di ordine, urgenza, disciplina al conseguimento degli obiettivi lavorativi del giorno, socializzare, lavorare in team, un sano confronto continuo e crescente delle proprie competenze con i propri colleghi, grande stimolo di crescita e miglioramento personale e professionale.
Un freelance deve essere in grado di crearsi una sua clientela, essere preparato a portare a termine un lavoro in qualsiasi momento della giornata. I clienti con i quali si trova a collaborare sono esigenti, e la responsabilità del successo o del fallimento di un progetto non ricade più sulle spalle del suo superiore o dell’azienda, ma sulle sue.
Essere un freelance costa. Bisogna versare in prima persona le tasse allo stato, nonché pagare un commercialista che curi la dichiarazione dei redditi al posto vostro e ancora prima bisogna curare la parte amministrativa con offerte, fatturazione e la parte più dolorosa che riguarda gli incassi. Le spese sono tante e bisogna pensarci attentamente prima di intraprendere questa strada.
Abbiamo detto che il tempo a disposizione è totalmente gestito da voi. Questo può rivelarsi un vantaggio, in quanto potreste mettervi a lavorare in qualsiasi momento della giornata, anche a partire dalle prime ore del mattino, risparmiando il tempo dedicato a recarvi in ufficio e toccando picchi di produttività invidiabile. Naturalmente, dipende da caso a caso e il prezzo di questa “libertà” varia anche secondo le competenze di ciascuno e il margine di rischio che si può permettere.
La soluzione è sempre lo smart working
Per chi nutrisse dei dubbi se il freelance sia o meno una moda destinata ad avere breve corso, ricordiamo la ricerca svolta da LinkedIn e Adecco e rispondiamo con un esempio pratico. I dipendenti delle aziende di proprietà di Richard Branson lavorano secondo le regole dello “smart working”. In altre parole, non sono importanti le ore che i dipendenti del Gruppo passano sul luogo del lavoro, ma gli obiettivi aziendali raggiunti. Il modello funziona perché alla sua base vi è l’adattabilità: orari flessibili, libertà di movimento e di iniziativa. Non c’è nessun bisogno di presentarsi tutti i giorni in ufficio per scontare dalle nove alle dieci-dodici ore, quando magari le ore effettive di lavoro sono molte di meno e i tempi morti sono fin troppi ma bisogna focalizzarsi sugli obiettivi e sui risultati finali.