“Dove vai quest’estate?”
“Uhm, non lo so… pensavo sulla Luna”.
Dalla Virgin Galactic alla SpaceX di Elon Musk. Dalla Blue Origin di Jeff Bezos alla SpaceVr. Ecco le start up da turismo spaziale, che ci vogliono portare nello spazio. Scopriamole una per una.
Turismo spaziale: la Virgin Galactic di Sir Richard Branson
Negli ultimi anni, sono decine e decine le start up che sono nate con un obiettivo e un sogno: portare gli uomini a viaggiare nello spazio. Il turismo spaziale, allora, diventa un nuovo trend. E ogni giorno ci sono aziende nuove che vogliono inserirsi in questo particolare tipo di business.
Il segnale di quest’attenzione è un finanziamento di un miliardo di dollari, fatto a Sir Richard Branson, creatore e inventore geniale, che promette da dieci anni che la sua Virgin Galactic sarà la prima a far viaggiare nello spazio i propri clienti. Pensate che ha già venduto 700 biglietti per i primi voli a 250 mila dollari l’uno.
A interessarsi al suo progetto, adesso, gli sceicchi dell’Arabia Saudita, proprio a far capire quanto importante sia l’attenzione nei confronti di una tale tematica.
SpaceX di Elon Musk: l’unico viaggio oltre i 100 chilometri dalla terra
Ad oggi, gli imprenditori che vogliono investire nel turismo spaziale sono davvero tanti, e crescono sempre di più. Il Re di questi è sicuramente Elon Musk con la sua Space X. Pensate che due miliardari senza paura e senza identificarsi hanno regalato al fondatore di Tesla e Paypal una ingente somma di denaro, prenotando il primo viaggio sulla Luna. Inoltre, Musk è l’unico che effettivamente si può dire abbia effettivamente viaggiato per l’universo, perché ha superato i 100 chilometri dal suolo, stabiliti per convenzione come punto di inizio dello spazio.
La Virgin: il turismo spaziale entro i 100 chilometri
Nella fascia attorno ai 100 chilometri troviamo invece la Virgin, che porta i suoi clienti con un piccolo aereo-razzo, il Cavaliere Bianco, che sale, tocca il punto di inizio dello spazio e poi si lascia cadere, per far provare ai suoi massimo 6 ospiti l’assenza di peso. Un viaggio con la Virgin costa moltissimo, ma ai clienti non sembra importare, visto che ci sono sempre nuove prenotazioni.
Il Turismo Spaziale di Amazon
Poi abbiamo Blue Origin di Jeff Bezos, fondatore di Amazon, il colosso dell’e-commerce. Anche qui l’idea è più o meno simile a quella della Virgin: una navicella che raggiungerà il punto di inizio e poi scenderà in frenata con un paracadute, un viaggio incredibile per massimo sei passeggeri. I biglietti hanno delle cifre astronomiche, appunto, ma le persone che li acquistano sembrano non mancare.
Il Turismo Spaziale sotto i 30 chilometri: Wonderview e Zeroinfinity
Se restiamo sotto i 30 chilometri si possono trovare anche soluzioni diverse. Worldview (USA) e Zeroinfinity (Spagna) hanno costruito navicelle molto spaziose, attaccate a dei palloni a elio. Il prezzo è sicuramente più vantaggioso, ma rimane altissimo lo stesso. Stiamo parlando di 75.000 dollari.
Turismo Spaziale accessibile a tutti: viaggi con la realtà virtuale
Infine, abbiamo una start up, SpaceVr, che promette viaggi spaziali a basso prezzo. Come è possibile? Non saranno veri e propri viaggi, ma un turismo spaziale un po’ diverso… completamente virtuale! Attraverso le immagini dello spazio raccolte dai satelliti e grazie alla tecnologia della realtà virtuale, le persone potranno simulare un viaggio nello spazio.
Un po’ indietro rispetto alle tecnologie di cui abbiamo parlato sopra, però questa potrebbe comunque essere un’iniziativa incredibile, perché tutti potranno permettersela. Un surrogato di un viaggio vero, per far sognare e viaggiare con la fantasia anche chi non può permettersi di spendere cifre astronomiche.