Advertising e intrattenimento sono due concetti che si legano da sempre, specialmente con l’arrivo dei contenuti OTT e le piattaforme streaming. Con la dicitura OTT (Over the top) si indicano tutti quei contenuti mutlimediali che vanno “oltre” la classica distribuzione televisiva, arrivando agli spettatori attraverso internet.
I servizi OTT comprendono al loro interno tutte le fonti di intrattenimento ed informazione che il mondo dello streaming ha da offrire, dal cinema allo sport passando per l’informazione. In questo contesto i primi pensieri sono stati “come posso inserire gli annunci pubblicitari in un palinsesto così variegato?”.
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Advertising e streaming, conviene investire
Nei servizi streaming l’advertising mantiene alcune delle caratteristiche degli spazi pubblicitari dedicati con i canali televisivi. In più raggiunge nuove possibilità grazie alle varie analisi che è possibile effettuare online. Secondo i dati riportati dall’Annual marketing report di Nielsen le richieste di advertising nelle piattaforme streaming crescono continuamente.
Il 54% dei marketers intervistati da Nielsen crede fortemente che gli spot sui siti streaming abbiano uno tra i più alti tassi di ROI, alti specialmente nelle piattaforme streaming FAST, Free Ad-supported Streaming Television, come pluto.tv, concepite per essere più vicine alle abitudini televisive classiche.
Le tecniche advertising nei contenuti OTT
Le classiche inserzioni pubblicitarie si basano sull’intercettare i momenti più attesi di un palinsesto e piazzare in punti strategici le pubblicità. Nei tradizionali metodi pubblicitari tutto ciò aveva numerose variabili: dal palinsesto televisivo, dalle fasce orarie ai vari periodi dell’anno. Non era possibile inoltre avere una traccia quanto più precisa dei flussi che lo spazio pubblicitario portasse al brand.
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Streaming e tecniche di approccio
Con l’advertising nei servizi OTT e nello streaming cambiano tutte le strategie. Attraverso le nuove piattaforme si ha meno focus sulla tempistica (che varia in base al prodotto da sponsorizzare) ma si concentra maggiormente sul come raggiungere la propria target audience.
Si propende quindi per un approccio più data driven, visto l’enorme possibilità che ci offre il web 3.0. Uno sguardo in particolare sul contenuto, che è possibile integrare al meglio con i programmi OTT in modo da rendere le transizioni tra programma e spot il più fluide possibili e meno invasive. Cosa non replicabile sempre con gli spot sui canali televisivi.
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