Startup innovative: Walif rientra assolutamente nella categoria e getta una ventata di novità sul presente. Nella farragine di progetti, idee e intuizioni che giorno dopo giorno capita di doversi sorbire, ogni tanto spunta fuori dal mucchio qualcosa di innovativo, se non altro di potenzialmente originale e utile a rapportarsi con una realtà, quale quella attuale, tanto irrequieta. E il nome che sta cominciando a emergere con sempre maggiore ardire è quello di Walif, progetto nato negli Emirati Arabi Uniti sotto la guida di Paolo Giordano, Strategy & Consulting Director di Doing.
Startup innovative? Walif è quello che fa per voi
Walif è un progetto che fa dell’ambizione la sua bandiera di riconoscimento. Si tratta di una piattaforma b2b2c fondata sull’integrazione di dati e servizi e logiche sociali; lo scopo primario è di fornire agli utenti informazioni utili sul territorio in cui si trovano, promuovendo la visibilità di attività e servizi in loco. L’idea di fondo è di creare un’enorme smart city connessa perfettamente e in sintonia con i singoli cittadini.
Il progetto è nato nel 2015, e precisamente il 31 dicembre nell’assolata e tecnologicamente chiassosa Dubai, dove venne presentata la versione alfa di Walif. Nei prossimi mesi gli sviluppatori di Doing lavoreranno allo sviluppo della piattaforma puntando soprattutto sull’engagement con i singoli utenti.
Doing è una società nata in Italia, tra Roma e Milano, e ha aperto recentemente sede a Dubai, dove il progetto Walif è stato lanciato. La piattaforma è online da aprile e continua a mietere consensi ed elogi tanto dagli esperti digitali quanto dai singoli utenti.
Un esempio tra tanti
Che cos’è che rende Walif interessante? La piattaforma può fornire informazioni esatte in merito a qualsivoglia nozione o domanda un utente abbia la necessità di chiedere, come indicare la strada migliore per chi è in cerca di un medico. Ma le informazioni sono moltissime, e possono andare incontro a qualsiasi tipo di richiesta, anche solo per un negozio o un bar.
Perché proprio a Dubai la piattaforma ha successo?
Il discorso del successo della piattaforma è dovuto a una ragione semplice da capire: a Dubai oltre due milioni di abitanti sono stranieri, e la loro residenza in città è di durata limitata, e sempre per motivi di lavoro. Nessuno ha dei veri e propri punti di riferimento, e non conosce che superficialmente i luoghi che ne fanno parte.
Il modello può essere replicato facilmente in tutte le aree urbane dove è presente una popolazione fortemente dinamica e in costante movimento; città vive, multiculturali, frequentate da gente di passaggio che non può avere la stessa conoscenza del posto di un nativo e che pertanto necessita del maggior numero di informazioni a portata di mano.
Si tratta di un progetto destinato ad avere sempre più seguito e possibilità di sviluppo.