Nonostante la grande avanzata del fast fashion e la convenienza on-demand nel settore retail, i consumatori di tutto il mondo si stanno interrogando sempre di più su che impatto abbiano questi settori a livello sociale e ambientale. Questo è quello che fa emergere Snapchat, il social
Lo studio “Il futuro dello shopping“, condotto da Foresight Factory e realizzato da Snapchat, ha cercato di fornire un quadro approfondito del panorama degli acquisti in questo momento storico così particolare. La ricerca, condotta in dodici paesi a livello globale, ha delineato uno spaccato delle propensioni dei consumatori.
Il report, inoltre, ha cercato di analizzare le potenzialità della tecnologia per indirizzare le sfide imposte dal cambiamento climatico. Lo studio Foresight – Snapchat ha portato alla luce la necessità di ripensare all’attuale modello in un’ottica più sostenibile e circolare.
Le due leve a cui fare riferimento nel prossimo futuro sono la realtà aumentata (AR) e le piattaforme di reselling. Secondo una stima, le tecnologie AR avrebbero potuto per esempio evitare il 37% dei resi di capi d’abbigliamento acquistati online nell’ultimo anno.
Foresight – Snapchat: il reselling per ridurre la produzione dei rifiuti
Secondo lo studio condotto da Foresight – Snapchat, le piattaforme di reselling possono offrire il vantaggio di ridurre i rifiuti, contribuendo ad una economia circolare. Il 43% dei consumatori italiani è preoccupato per l’impatto ambientale dello shopping online (nella Gen.z questa percentuale arriva al 50%).
1 acquirente su 5 afferma che le ragioni ambientali sono una motivazione più che valida per acquistare sulle piattaforme di reselling.
Queste piattaforme consentono ai venditori di creare i propri negozi virtuali e di presentare collezioni uniche, promuovendo un’esperienza di shopping più diretta con messaggi e scambi tra acquirente e venditore. In Italia, questi strumenti stanno diventando sempre più popolari.
Il 25% dei consumatori italiani afferma di cercare regolarmente opzioni di seconda mano. Il 42% degli intervistati sostiene di aver comprato qualcosa attraverso una piattaforma di reselling (percentuale che arriva al 53% tra i millenial). Il 34% dei consumatori della Gen.Z ha anche utilizzato queste piattaforme per vendere un prodotto, spingendo il 43% dei giovani a farlo di nuovo in futuro.
Ormai i beni di seconda mano e le piattaforme di reselling non vengono più visti come un qualcosa di negativo. Sono diventati anzi strumenti essenziali per risparmiare denaro e contribuire all’economia circolare. L’uso crescente di tali piattaforme, inoltre, fornisce nuove opportunità ai retailer per generare nuovi flussi di reddito. Allo stesso modo, queste tecnologie consentono alle PMI e ai singoli consumatori di generare un reddito supplementare da articoli che sono già stati venduti.
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Quando e perché la seconda mano rappresenta la prima scelta
Nonostante la tendenza sempre più positiva delle piattaforme di reselling, ci sono alcuni settori in cui la seconda mano rappresenta una base consolidata già da molto tempo.
Automobili (30%), tecnologia (24%) e abbigliamento (23%) sono quelli in cui vengono guardate più opzioni di usato, sebbene ancora sporadicamente.
Le piattaforme di reselling offrono un canale di shopping alternativo e peer-to-peer. Questa caratteristica si rivela particolarmente importante in quanto non solo risponde alla sensibilità green dei millenials, ma anche perché è nata da un anno con pochi stimoli, ispirazioni o interazioni sociali. Questi canali incorporano molteplici elementi di attrattività per i consumatori: la convenienza spinge più la metà degli acquirenti (54%) a scegliere queste forme di business. La possibilità di acquistare prodotti andati esauriti altrove attira invece il 33% dei clienti, mentre la ricerca di pezzi unici attrae il 30% degli utenti.
Il reselling, in sostanza, rappresenta uno spazio ancora da esplorare, addocchiato anche dai grandi retailer che hanno già rilanciato programmi di riacquisto e rivendità su scala mondiale. Queste iniziate sono spesso guidate da obbiettivi di sostenibilità più che per profitto.
Si tratta anche di spazi in cui vengono valorizzate le dimensioni locali, aspetto che ben si accosta con l’approccio dei consumatori italiani. 2 cittadini su 3 (66%) apprezzano quando i retailer sostengono i marchi indipendenti, mentre il 51% afferma di supportare maggiormente le imprese locali da inizio pandemia.
AR e try-on virtuale per rendere lo shopping più sostenibile
Il report di Foresight – Snapchat ha portato alla luce la leva innovativa che l’impiego della realtà aumentata e del try-on virtuale potrebbero portare alle industry del retail nella lotta contro l’inquinamento ambientale. Queste due tecnologie puntano a superare uno dei problemi principali legati al commercio elettronico: gli errori di taglia (43% dei resi di capi acquistati online). L’impossibilità di provare i prodotti prima di acquistarli rappresenta una criticità per oltre 2 intervistati su 5 (42%).
Il valore aggiunto che i consumatori italiano vedono nella realtà aumentata risiede nella possibilità di vedere come starebbero i prodotti (37%), nella possibilità di vederli a 360° (34%) e nella possibilità di capirne la dimensione esatta (34%). Per quanto riguarda i complementi d’arredo, la possibilità di visualizzare i prodotti nell’ambiente prescelto fa leva sul 28% dei consumatori.
“La realtà aumentata sta diventando una leva critica nel supportare le imprese a raggiungere i propri clienti. Questi strumenti aiutano i brand a connettersi con nuove modalità che rispondano meglio alle esigenze dei clienti anche in termini di sostenibilità, sia nel caso di brand globali, sia in quello di aziende di piccole e medie dimensioni. Industry quali Beauty, Lusso e Moda hanno iniziato a considerare e utilizzare l’AR come uno strumento importante per rendere possibile la visualizzazione dei prodotti da remoto, migliorare l’engagement dei clienti e lo storytelling, abilitando contestualmente un modello di shopping più consapevole e sostenibile.” Commenta Claire Valoti, VP EMEA di Snapchat Inc.
“Negli ultimi anni l’AR applicato a mondo dello shopping ha rappresentato una delle principali aree di investimento per Snap. Forti dei progressi fatti e dell’esperienza maturata, stiamo ora supportando con la nostra tecnologia brand prestigiosi come Gucci, Prada, Farfetch e molti altri ancora. Li aiutiamo a plasmare il futuro del retail attraverso il try-on virtuale basato sull’AR.”
Foresight – Snapchat: il ruolo chiave della tecnologia
“La crescita dello shopping online ha indubbiamente avuto un impatto sugli acquisti nei negozi tradizionali nel corso degli ultimi anni soprattutto dopo la pandemia. Era importante arrivare a definire una visione oggettiva di quello che sarà il futuro degli acquisti per retailer e consumatori. Solo riconoscendo e comprendendo le tendenze in atto i retailer di tutti i tipi e dimensioni potranno sfruttare al meglio il cambiamento positivo che si sta verificando nel comparto degli acquisti.” Sostiene Claire Valoti, VP EMEA di Snapchat Inc.
“Noi di Snap crediamo che la tecnologia possa essere uno strumento abilitante di grande aiuto, che offre l’opportunità di fare cose che non eravamo in grado di fare prima, o di farle meglio. Vediamo un futuro in cui l’esperienza di shopping nei negozi fisici diventerà sempre più “connessa” e interattiva, e crediamo che Internet, un tempo considerato come il grande nemico del commercio nei negozi fisici, sarà inteso maggiormente come uno strumento efficace per riportare le persone nei negozi e al tempo stesso aiutare a indirizzare sfide cruciali per il settore del retail e non solo, come quella ambientale.”
AR e Sostenibilità Ambientale a EcommerceWeek
Di realtà aumentata e di piattaforme si è anche parlato ampiamente durante la terza edizione di EcommerceWeek. L’evento, tenutosi dal 18 al 22 Ottobre 2021, ha riscosso un grande successo. I più grandi professionisti dell’e-commerce, dell’omnichannel, del new retail e dei social media hanno avuto modo di condividere le proprie esperienze e le proprie strategie.
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