In Italia try-on virtuale e AR potrebbero evitare quasi 2 resi su 5 (37%) di capi d’abbigliamento acquistati online, arrivando a risparmiare 272 milioni di euro.
Condotta in 12 Paesi nel mondo, la ricerca evidenzia le aspettative e le esigenze degli acquirenti nel mondo post-Covid.
Se si considera che in Italia l’impossibilità di provare i capi prima dell’acquisto rappresenta la principale barriera allo shopping online per oltre due quinti dei consumatori (42%) e che in media il 43% dei resi avviene per un errore di taglia, l’AR ha un enorme potenziale per indirizzare queste criticità, riducendo significativamente i disagi dei clienti e i costi logistici per i retailer.
Il Retail guida il cambiamento tecnologico dall’inizio del XXI secolo, ma la pandemia ha consacrato la componente innovativa del settore, con le soluzioni tecnologiche resesi necessarie per la sopravvivenza dei retailer. Snapchat ha dunque realizzato la nuova ricerca “Il futuro dello shopping”, condotta da Foresight Factory in dodici Paesi a livello globale (Italia compresa), per fornire un spaccato del panorama degli acquisti in questo momento critico. Ciò che emerge in maniera chiara è l’enorme potenziale della realtà aumentata (AR) nel colmare il divario tra acquisti fatti nella vita reale e online, indirizzando le attuali criticità dei consumatori nel loro percorso di acquisto online. Basti pensare che in Italia, di tutti i capi d’abbigliamento acquistati online e restituiti nell’ultimo anno, il 37% si sarebbe potuto potenzialmente evitare con l’utilizzo della tecnologia di realtà aumentata durante il processo d’acquisto, con un potenziale risparmio di 272 milioni di euro. Oltre due quinti (43%) dei resi, infatti, sono legati a errori di taglia, un problema che il try-on virtuale aspira a far superare.
“Nel corso degli ultimi anni, i negozi tradizionali hanno subito l’impatto della crescita dell’e-commerce. Una tendenza rapida e inarrestabile, che ha registrato un ulteriore boost durante la pandemia. Comunque, la tecnologia ha anche aiutato e ispirato i retailer a contribuire alla crescente sovrapposizione tra ambienti online e fisici, rivestendo oggi un ruolo fondamentale in molte delle nostre esperienze quotidiane. In questo modo la tecnologia, piuttosto che annunciare ufficialmente la fine del commercio al dettaglio nei negozi fisici, ha favorito una trasformazione che è vantaggiosa sia per i consumatori che per i commercianti,” ha commentato Claire Valoti, VP EMEA di Snap Inc. “In Snap crediamo che la tecnologia possa essere uno strumento abilitante di grande aiuto, che offre l’opportunità di fare cose che non eravamo in grado di fare prima, o di farle meglio. Fin dai nostri inizi, quasi un decennio fa, abbiamo riconosciuto che la fotocamera si stava evolvendo da strumento per conservare i ricordi a mezzo con cui le persone potevano esprimersi e condividere con gli amici i propri sentimenti mediante le immagini. Col tempo abbiamo capito che la fotocamera possedeva un potenziale molto più ampio e che rappresentava un collegamento dinamico tra il mondo fisico e quello online, era in grado di avvicinarli.”
L’AR spinge le vendite: il 56% di chi l’ha provata è stato incoraggiato a concludere l’acquisto
La realtà aumentata ha già iniziato a farsi largo nell’esperienza di shopping degli italiani: dallo studio di Snap, infatti, emerge che il 13% dei consumatori italiani ha già utilizzato l’AR nel processo di acquisto e, di questi, il 56% afferma chel’ha incoraggiato a comprare qualcosa. La realtà aumentata può infatti supportare l’interazione dei potenziali clienti con il prodotto attraverso il percorso di acquisto e avere un impatto diretto sulle vendite al dettaglio.
Avendone intuito il potenziale, il 24% dei consumatori italiani si aspettadi incrementare il proprio utilizzo dei try-on virtuali nel prossimo anno. Introdurre l’AR all’interno degli e-commerce fornirà ai retailer la via più sicura per ottenere una differenziazione del percorso d’acquisto, un vantaggio competitivo e maggiori ricavi; inoltre, rappresenterà una leva per aiutarli a superare le barriere che rallentano in Italia la crescita del commercio online, tra cui la principale è – secondo oltre 2 intervistati su 5 (42%) – l’impossibilità di provare i prodotti prima di acquistarli. Seguono l’impossibilità di toccare i prodotti (41%) e l’impossibilità di vederli di persona (37%).
Entro il 2025 3 ragazzi italiani della Gen Z su 10 useranno l’AR prima di fare acquisti
Secondo lo studio di Snapchat l’utilizzo dell’AR per fare acquisti aumenterà entro il 2025 e come conseguenza sosterrà direttamente anche le vendite. Dall’analisi dei dati del 2021, si prevede che in meno di 5 anni si registrerà un aumento del 27% nella proporzione di acquirenti della Gen Z che utilizzerà l’AR prima di acquistare un prodotto, arrivando a uno scenario in cui quasi 3 Gen Z su 10 faranno shopping grazie alla realtà aumentata.
In particolare, tra le principali motivazioni che li spingerebbero utilizzarla,i consumatori italiani indicano la possibilità di vedere come starebbero i prodotti (37%), vederli a 360° (34%) e capirne la dimensione esatta (34%). Segue, nel caso di complementi d’arredo, la possibilità di visualizzare i prodotti all’interno dell’ambiente prescelto (28%).
Potendo scegliere tra AR e visita in negozio, gli italiani preferirebbero l’utilizzo di try-on in primis per prodotti di moda (abbigliamento e accessori) e di bellezza (trucchi o tinte per capelli), entrambi indicati dal 33% dei rispondenti. Seguono mobili (28%) e articoli di lusso (18%).
Smartphone: un collegamento tra consumatori e brand, il 57% lo usa in-store
Dalla ricerca di Snapchat emerge altrettanto chiaramente il ruolo chiave dei dispositivi mobili nel collegare consumatori e brand durante tutto il percorso di acquisto, contribuendo a ottimizzare la scelta, facilitare la scoperta e favorire l’interazione sociale. Oggi, lo smartphone è infatti il canale preferito dal 31% dei consumatori italiani per lo shopping, percentuale che sale al 43% se si considera la Gen Z e al 46% i millennial. Inoltre, la pandemia ha inevitabilmente spostato molti acquisti su smartphone – trend che ha interessato più di due italiani su cinque (42%). Il computer invece viene scelto da meno di un terzo degli intervistati (29%), mentre al primo posto nel cuore degli italiani restano saldi gli acquisti effettuati in negozio (40%).
Tuttavia, lo smartphone non è utilizzato solo durante lo shopping online: oltre la metà (57%) degli italiani lo utilizza quando si trova in negozio per cercare maggiori informazioni su un prodotto e per confrontare i prezzi (52%). Con una percentuale così alta di utilizzo nei negozi fisici, i retailer dovrebbero cercare di sfruttare questo comportamento integrando l’utilizzo dello smartphone nel loro processo di vendita in-store per sviluppare e cogliere appieno le opportunità di un approccio omni-channel.