Il segreto di Giorgetto Giugiaro: la matematica. Giorgetto Giugiaro è il più rilevante e popolare designer di auto della storia. Dalla sua matita sono nate oltre 200 vetture. Tra i modelli più noti, la Giulia GT, la prima Volkswagen Golf, le Fiat Panda, le Uno, le Lancia Delta e Thema, L’Alfa Romeo Brera, la Grande Punto. È del 2000 la candidatura a Designer del secolo.
Una breve biografia
Il nonno e il papà di Giorgetto facevano i restauratori. Erano incaricati di dipingere angeli, nuvole e cieli azzurri sulle volte delle chiese, coinvolti in un clima condiviso di arte che finì ben presto per influenzare le mire professionali del giovane Giugiaro. Il padre, però, prospettava per il figlio un mestiere diverso da quello dell’artista. A soli 17 anni Giorgetto cominciò a lavorare nel centro stile fiat a Torino.
Il segreto di Giorgetto Giugiaro: la matematica
La matematica è la base da cui Giugiaro è partito per realizzare tutti i disegni delle auto che lo hanno reso famoso e amato in tutto il mondo. Se pensiamo al fatto che il designer si affidava a calcoli matematici per misurare le forme e il posizionamento di tutte le componenti dell’auto, dal volante al sedile, al motore, spesso senza neanche avere di fronte uno schizzo del modello, trovandosi così costretto a inventare l’auto di sana pianta, potremo avere un’idea precisa del perché a oggi Giugiaro sia ancora il numero uno dell’automotive design.
Alcuni modelli celeberrimi
L’Alfa Romeo Giulia GT – variante coupè della berlina, disegnata da Giugiaro quando questo era appena venticinquenne.
E poi l’Alfasud del 1971, prima Alfa Romeo di sempre a trazione anteriore, nonché la prima ad avere motori boxer. Anche la Volkswagen Golf del 1974 è rinomata, tra le altre cose, anche per aver decretato il successo dell’azienda automobilistica tedesca, colpita in quegli anni da un periodo di crisi che faceva presentire il fallimento della stessa. Spiccano anche la BMW M1, prima supercar della storia, nata nel 1978, la Lancia Delta, del 1979, e la Fiat Panda, annata 1980. Quest’ultima traeva il suo punto di forza dalla versatilità: una citycar ricca di vani portaoggetti e pratica per le strade affollate del capoluogo piemontese.
Quella volta alla Volkswagen
Un aneddoto merita di essere ricordato. Giugiaro ricorda di essere stato scelto dall’azienda tedesca per lavorare alla realizzazione della Golf per un semplice motivo: alla Volkswagen stavano compiendo un’indagine interna per scoprire quali fossero le auto più belle nel 1970. Ne scelsero sei, di cui quattro erano state disegnate da Giorgetto.
Il precursore dell’industrial designer
Secondo le parole di Giugiaro “Il designer deve compensare la funzione creativa con quella tecnologica, farsi tecnico per dialogare con i tecnici, per poter difendere e affermare le qualità delle sue intenzioni”. Idee chiare e un obiettivo ben preciso sono state le carte da gioco che Giorgetto non ha mai mancato di svelare. E per i giovani si è sempre mostrato prone a consigli e suggerimenti e lezioni di vita. ” Ci vuole buona volontà e bisogna iniziare dal basso, fare magari per un po’ l’operaio per capire come si fanno le macchine. Con i mezzi di oggi si può fare qualunque cosa, ma il computer non ti rivela gli aspetti matematici alla base di questo lavoro: quelli li devi trovare tu, di volta in volta”