Cresce inarrestabile Rocket Internet, l’incubatore nato a Berlino nel 2007 che ha lanciato Zalando e circa 75 start up in tutto il mondo con un obiettivo: controllare con queste aziende l’ecommerce globale. E ci sta riuscendo se pensiamo alla portata raggiunta da Zalando (di cui detiene il 36% delle quote) che, come abbiamo visto nella case history su Ecommerce Guru, è ora presente in 14 paesi in Europa e alle altre realtà lanciate su scala mondiale.
Per raggiungere questi risultati, Rocket Internet ha un piccolo segreto: replicare nei paesi emergenti i modelli di ecommerce di successo; ovviamente declinandoli ai mercati di riferimento. Ed è così che Lazada, definito l’Amazon del Sudest asiatico, ha raccolto investimenti per 75 milioni di euro; e il gigante russo del fashion online Lamoda ne ha raccolti 100 milioni. R adesso sta provando ad entrare in altri mercati emergenti, per esempio in Australia con The Iconic, in Africa con Jumia e in Medio Oriente con Namshi.
L’altro punto di forza di Rocket Internet, oltre alle capacità organizzative, è il capitolo investimenti. Per fare partire queste attività ha coinvolto importanti società di investimento tra le quali la svedese Kinnevik (cui fa capo il 24% di Rocket Internet), Access Industries e JP Morgan.
Quali sono i piani per il futuro? “Andremo dove pensiamo che nei prossimi cinque anni ci sarà la crescita maggiore – ha risposto Oliver Samwer, uno dei tre fratelli fondatori di Rocket Internet; alcuni hanno costruito aziende molto più grandi della nostra, ma non mi risulta che ne abbiano costruite così tante in così tanti paesi”. E l’obiettivo è di passare in cinque anni da 75 aziende a un numero tra le 200 e le 250.