Riforma Ue, aritcoli a pagamento e molto altro. Secondo quanto affermato dal Financial Times, i motori di ricerca, Google in primis, si troveranno a dover pagare per gli estratti di articoli dei media che mostreranno. Questo processo dovrebbe essere parte integrante del piano di riforma Ue in materia di copyright atteso per fine settembre.
Riforma Ue, articoli a pagamento e molto altro:
I gruppi editoriali saranno beneficiati dei diritti esclusivi sui loro propri contenuti, e potranno concordare con i servizi online i termini per l’utilizzo dei prodotti pubblicati, secondo una strategia che dovrebbe riuscire a incontrare le esigenze di tutte le forze in gioco. I giornali avranno la possibilità di decidere se offrire i propri contenuti gratuitamente o a pagamento sui motori di ricerca.
Secondo quanto ha affermato un portavoce della Commissione, questa risoluzione non si propone di creare una tassa Ue sui motori di ricerca, quanto piuttosto di rinforzare la posizione dei gruppi editoriali, coinvolgendoli in maniera più marcata e coesa all’interno delle dinamiche di mercato e il mondo digitale. Per tale motivo suona particolarmente convincente l’idea: modernizzare le regole sui diritti d’autore va di pari passo al far sì che gli autori dei contenuti siano protetti equamente e con cognizione di causa.
Già nel Dicembre del 2015, la Commisione Europea aveva presentato una serie di proposte di riforma relative alla normativa dell’Ue sul diritto d’autore, tutte orientate a un’unica e precisa finalità: garantire ai cittadini europei di accedere legalmente al maggior numero di contenuti digitali e salvaguardare al tempo stesso i diritti degli autori coinvolti.
Riforma Ue: alcune caratteristiche
Questi sono alcuni degli aspetti trattati all’interno della riforma, che potete approfondire qui:
1) Accesso ai contenuti ampliato:
Gli utenti potranno usufruire dei contenuti online presenti nel proprio paese anche quando non vi risiedono, ma si trovano in altri stati europei.
2) Lotta contro la pirateria:
Ci saranno maggiori controlli e interventi in materia di pirateria, garantendo una più ampia disponibilità dei contenuti secondo regole precise e raccomandabili.
3) Maggiore equità di mercato:
La Commissione si riserverà di valutare se l’utilizzo online delle opere protette dal copyright sia adeguatamente autorizzato e remunerato.