Quattro lezioni di Retail ai tempi del Covid19. Come si è comportato il settore Retail durante la fase di lockdown prevista dal decreto ministeriale? In che modo la pandemia ha influito sulle performance dei rivenditori? Ecco quattro spunti su cui possiamo ragionare.
Quattro lezioni di Retail ai tempi del Covid19
Ecco quattro lezioni di Retail che possiamo dire di avere appreso durante questi lunghi mesi di lockdown.
Canali digitali al top delle preferenze
I consumatori italiani si sono trovati costretti ad affidarsi alle piattaforme digitali per effettuare la spesa. Una richiesta così massiccia non poteva che creare difficoltà a strutture in genere forti ma abituate a ricevere ordinazioni contenute. Così, catene come Esselunga o Coop hanno dovuto far fronte a una mole di ordini tale da pregiudicare il funzionamento dell’eCommerce. Dall’altro lato, però, sempre più imprese hanno capito di dover approdare sul web. Tanto con i servizi di home delivery quanto con quelli di click and collect.
I piccoli negozi conquistano i consumatori
Botteghe e negozietti sono tornati in cima alla lista delle preferenze dei consumatori, per questioni di proximity. Date le misure governative volte a fronteggiare la pandemia, le persone si sono recate negli esercizi commerciali più vicini alle loro case. E in molti casi hanno riscoperto il piacere di acquistare prodotti alla vecchia maniera.
Quattro lezioni di Retail: bene per i discount
I discount hanno conquistato sempre più estimatori, registrando, nella prima settimana di marzo, un incremento di vendite del 15%. Si sta parlando di numeri importanti, che testimoniano l’importanza strategica di questo tipo di strutture.
Male per gli ipermercati
A soffrire maggiormente l’impatto della pandemia sono stati gli ipermercati. E le ragioni sono facili da intendere: spesso edificati all’esterno delle aree urbane o maggiormente popolate, hanno patito le restrizioni territoriali tese a limitare gli acquisti al proprio comune di residenza.