Pagamenti via app? Al via il progetto Hype. Nuova pepita d’oro del settore dei pagamenti digitali. Il recente accordo siglato tra Hype e il colosso francese Ingenico, garantirà ai possessori dell’applicazione la possibilità di effettuare transizioni online con una semplicità e praticità d’uso esemplari.
Pagamenti via app? Al via il progetto Hype
Molto presto, probabilmente entro la fine del 2016, si potrà utilizzare Hype, app di gestione del denaro messa a punto dall’acceleratore fintech di Banca Sella SellaLab. L’accordo permetterà ai detentori Hype di pagare direttamente con l’app mobile in oltre 80mila negozi in tutta Italia. Grazie a un accordo tra l’azienda omonima (Hype) e Ingenico, la società che sviluppa e produce i terminali di pagamento pos, la possibilità di effettuare transazioni online compie un passo in avanti davvero rilevante.
Come funziona l’app per i pagamenti:
Per effettuare l’operazione di pagamento, non bisognerà fare altro che lanciare Hype, selezionare il negozio di riferimento tramite la geolocalizzazione e digitare sullo schermo l’importo da trasferire alla voce “paga in negozio”. Niente di più semplice.
I luoghi destinati alla copertura:
L’accordo stipulato vedrà l’applicazione coprire oltre 14mila negozi di abbigliamento; nonché 8mila esercizi gastronomici comprendenti bar, ristoranti e fastfood, 5 mila supermercati. Senza parlare della presenza di Hype all’interno di farmacie, librerie, hotel, tabaccai, agenzie di viaggi e studi professionali, così come servizi di taxi nelle principali città italiane.
Un settore in crescita esponenziale:
Non sono poche le aziende che hanno cominciato a rendersi conto del potenziale enorme insito nell’e-payment; si tratta di una vera e propria frontiera su cui investire le proprie risorse ed energie. Da PostePay ai Microsoft Wallet a Tinaba, la banca che non è una banca. Ogni brand di rilievo internazionale ha già provveduto allo sviluppo di applicazioni di gestione del denaro per potersi adeguare alle odierne dinamiche di mercato; in uno scenario, come quello attuale, che non potrebbe essere più coinvolto nel portare avanti il credo della multicanalità, dell’unione tra mondo online e mondo offline. Una coesione in mancanza della quale nessun’impresa o professionista può sperare di poter creare qualcosa di duraturo.