La tecnologia modifica il mercato del lavoro. Questa è una frase che sentiamo dire sempre più spesso oggigiorno. Lo sta facendo in maniera talmente rapida che nel giro di qualche anno i lavori attuali cambieranno o spariranno. È quanto emerge dal “Forum sul lavoro del futuro e le nuove competenze” organizzato dal Sole 24 Ore in collaborazione con EY.
Nei prossimi anni il mercato del lavoro cambierà completamente
Durante il convegno è stato messo in luce come il lavoro stia attraversando una fase di cambiamento profondo grazie all’emergere delle nuove tecnologie. L’automazione è la diretta conseguenza di questo cambiamento. E se c’è chi si è domandato giustamente quali saranno i rischi del sostituire le macchine al lavoro umano, ciò che è certo è che le competenze richieste ai lavoratori saranno diverse.
Il nostro Paese si colloca in una posizione precaria, dimidiata da contrasti: da un lato fisici, matematici, ingegneri preparati e in grado di usare le nuove tecnologie. Dall’altro orde di professionisti che non possiedono le competenze necessarie per evolversi in un’ottica digitale.
Hard skill e soft skill non bastano più, perché servono competenze specifiche nuove, a metà tra abilità tecniche e manageriali. Rinnovarsi è la parola chiave, a patto che il terreno di coltura sia fertile abbastanza da garantire semine proficue. Nel nostro caso, scarsi investimenti in ricerca e innovazione non aiutano certo a creare un tessuto imprenditoriale high-tech all’avanguardia.
Bisogna intervenire innovando i processi, perché le tecnologie digitali impongono di approcciare ai contenuti in maniera smart. Il mondo attuale è orizzontale e richiede figure professionali orientate al critical thinking: lavoratori capaci di passare con disinvoltura dal coding alla matematica alle scienze umanistiche. Il mercato richiede quindi figure capaci di pensare apertamente e in grado di adattarsi rapidamente a quelle che sono le sfide lanciate dalla Digital Transformation.