Like a Virgin: la storia di Richard Branson. L’imprenditore inglese è noto per aver fondato una delle etichette discografiche più importanti e rinomate della storia della musica contemporanea, la Virgin Records. Ma la sua passione per le sfide e l’innovazione non si limita al mondo musicale. Richard Branson è intervenuto in settori professionali tra i più svariati: dall’areonautica allo spazio al fitness all’editoria.
Like a Virgin: la storia di Richard Branson
Richard Branson ha costruito un impero dal valore di oltre 8 miliardi di dollari. Le aziende che operano sotto il suo controllo sono 290 e i dipendenti più di 50 mila. Un’impresa mastodontica, questarinforzata da un approccio professionale che abbraccia un’infinità di settori lavorativi diversi tra loro: dalla discografia al trasporto aereo, al fitness, alla sanità, ai festival, all’editoria. Il futuro fondatore della Virgin non ebbe un’infanzia promettente. Afflitto da problemi di dislessia, il suo percorso scolastico non fu mai esaltante. Aveva appena sedici anni, e fondò Student, un magazine rivolto alla comunità studentesca, il quale, dietro un piccolo finanziamento di appena 4 pounds a opera della madre di Branson, poté attirare sponsorizzazioni e crescere in maniera sempre più tenace e decisa e consapevole.
Gli inizi come fondatore della Virgin
Era il 1970. I migliori anni della musica rock stavano appena dando i loro frutti. C’era bisogno di un leader, una figura carismatica appassionata di novità e capace di scovare talenti con un semplice battito di ciglia. Non si sta certo parlando di un talent scout alla Cecchetto, ma di un reale innovatore con la passione per i prodotti artistici e la bellezza, coniugata in tutte le sfumature che le competono. Richard Branson, con il suo fiuto imprenditoriale perennemente attivo, fondò pertanto la Virgin, negozio specializzato nella vendita di dischi musicali per corrispondenza. Prima che il fondatore compisse vent’anni, la Virgin poteva già contare su un punto vendita in tutte le città britanniche.
Il primo album che la Virgin pubblicò fu Tubular Bells, capolavoro indimenticabile del musicista virtuoso Mike Oldfield. Era il 1974 e la musica di qualità popolava l’immaginario collettivo di milioni di persone. Richard Branson, famelico di artisti intenzionati a elevare ulteriormente l’estetica del rock e di creare lavori ambiziosi e universali, non cessava di scovare rarità ovunque gli capitasse di passare. Successivamente, complessi del calibro dei Sex Pistols, Culture Club, Human League, Xtc e soprattutto Genesis, hanno firmato contratti e lavorato con la label, ottenendo chi più chi meno un successo planetario senza precedenti.
La Virgin fu venduta da Branson alla EMI nel 1992, alla cifra di 550 milioni di sterline. Tre anni dopo, Branson acquistò la Virgin e la EMI accorpandole in un’unica entità.
Dagli studi di registrazione alle linee aeree
Nel 1984 Branson diversifica l’attività e apre una linea aerea di collegamento tra Inghilterra e Stati Uniti, a prezzi scontati. L’idea è di creare un’attività che si ponga in aperta concorrenza con la compagnia British Airways. L’idea risponde all’entusiasmo infinito che anima Richard Branson a ogni nuova sfida che si vede porre. Incontenibile fucina di progetti e intuizioni volte a creare innovazione, l’imprenditore inglese si dedica con cura e passione allo sviluppo di settori professionali sempre più diversi e competitivi. Nel 2009 appone il marchio sulle monoposto della Scuderia inglese Brawn, che vince un mondiale piloti e costruttori fin dal suo esordio. L’ultimo tassello della sua visione poliedrica è rappresentato da Virgin Galactic, una compagnia che ha per obiettivo portare nello spazio chiunque si mostri interessato a farlo, dietro un pagamento di circa 200 mila sterline. Virgin Group è adesso un comprensorio aziendale che include settori come viaggi, trasporti, musica, lifestyle, intrattenimento, telefonia mobile, servizi finanziari.
Idee e passione infinite
Richard Branson è al 330° posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo, secondo quanto attestato da Forbes. La sua fortuna si attesta sui 5 miliardi di dollari. Nonostante sia uno degli imprenditori più famosi al mondo, Richard Branson non si è mai definito tale. Come ebbe da affermare in una passata intervista:” non ho mai pensato a me come a un imprenditore, sono sempre stato spinto dal desiderio di creare qualcosa di cui andare orgoglioso”.
Il segreto del successo del Gruppo Virgin? Smart working e flessibilità
L’impostazione lavorativa in seno alle aziende capitanate da Richard Branson è quantomeno significativa. Stiamo parlando dello smart working, il cosiddetto lavoro intelligente. Secondo quest’ottica lavorativa, non sono importanti le ore che i dipendenti del Gruppo passano sul luogo del lavoro, ma gli obiettivi aziendali raggiunti. Non è un caso che ad aver adottato il modello smart working sia un colosso della rivoluzione digitale: Netflix. E il modello funziona perché alla sua base vi è l’adattabilità: orari flessibili e una comunicazione trasparente, diretta, precisa. Libertà di movimento e di iniziativa, purché gli obiettivi naturalmente vengano raggiunti. Non c’è nessun bisogno di presentarsi tutti i giorni in ufficio per scontare dalle nove alle dieci-dodici ore, quando magari le ore effettive di lavoro sono molte di meno e i tempi morti sono fin troppi. Un’impresa innovativa sa che implementando un modello improntato allo smart working, garantirà alla produttività dei dipendenti di crescere a un regime costante ed esemplare. Sono maestri come Richard Branson e Reed Hastings a insegnarcelo.
Per concludere, vogliamo lasciarvi dieci consigli limati e rifiniti da Richard Branson stesso. Pensiamo che possano rivelarsi molto preziosi e stimolanti.
1. Make it simple
2. Provate sempre qualcosa di nuovo
3. Lavorate molto, divertitevi di più.
4. Siate dei leader
5. Delegate
6. Innovate
7. Contrattate, tutto si può negoziare.
8. L’onestà è sempre la risorsa di crescita migliore
9. Reinventate il vostro business di continuo
10. Siate originali