Lean Coaching, il nuovo management che promuove e sostiene il cambiamento.
Lean Coaching è il nome di un nuovo stile di management, estremamente strategico per il supporto dei percorsi di trasformazione di una azienda. Il cambiamento richiede l’impiego di “change agent” preparati nella comunicazione, nel trasmettere passione e motivazione, che sappiano quindi coinvolgere i dipendenti e trasformare i potenziali problemi e anomalie in benefici e opportunità.
Il vecchio stile di leadership, basato sul comando e controllo e sul principio dell’autorità, anziché dell’autorevolezza, è destinato a scomparire, perché mal si adatta ad un ambiente che ha sperimentato i vantaggi del lavoro in Team, che ha imparato a non biasimare e a non giudicare chi commette un errore ma a sostenere chi sbaglia, ad addestrarlo e formarlo, per evitare che, in futuro, nessuno possa commettere nuovamente quell’errore.
Introdurre nuovi paradigmi e agevolare il cambiamento attraverso il Lean Coaching.
Il Lean Coach è un professionista che agevola il percorso di cambiamento e aiuta l’azienda nel processo di interiorizzazione dei nuovi paradigmi, alla base della filosofia Lean, e crea circoli virtuosi che tirano fuori (pull mind) dalle persone il meglio che possiedono, che a volte nemmeno loro sanno di avere, contrastando quindi la generazione di cicli viziosi, come la ricerca del colpevole, in presenza di una anomalia, di un errore, di un reclamo.
Un approccio snello e semplice che risulta efficace, cosa fa il Lean Coach.
Questo “allenamento” è dunque un training comportamentale che insegna a “fare coaching” con un approccio lean, cioè semplice, snello, efficace e consapevole. Dal punto di vista pratico il Lean Coach opera nel seguente modo:
- agisce il ruolo di leadership esattamente opposto rispetto all’approccio tradizionale: da uno stile dirigista verso uno stile più coinvolgente
- non fornisce soluzioni ma, con l’utilizzo della maieutica, aiuta le persone (coachee) a trovare da sole le soluzioni
- approfitta degli eventi anomali trasformandoli in opportunità, per imparare cose nuove e per crescere
- non insegna: mette le persone nelle condizioni di apprendere, di imparare
- è orientato alla crescita e al miglioramento, delle persone e, conseguentemente, dei processi
- è una persona motivata e appassionata del proprio lavoro. Non cerca dall’esterno motivi per essere contento di ciò che fa, ma dall’interno, dal profondo del suo essere crea la sua motivazione
- si domanda sempre se una certa cosa possa essere fatta meglio
- siccome vuole continuare a crescere, pone continuamente domande e richiede continui feedback sul suo operato
- ha una forte attitudine ed un elevato grado di apertura al cambiamento
- crede fortemente nel lavoro in Team
- …
Aiuta, quindi, ad aprire la mente delle persone, facendo vedere loro le cose da una prospettiva diversa e aiutandole a definire al meglio i propri obiettivi e, soprattutto, a trovare gli strumenti e le risorse per raggiungerli. Il Lean Coaching, pertanto, serve per aiutare le persone a superare gli ostacoli mentali che possono incidere non positivamente sulla vita delle persone.
Il Lean Coaching fornisce gli strumenti giusti per raggiungere gli obiettivi.
Grazie al Lean Coaching le persone possono arrivare a raggiungere gli obiettivi prefissati con l’uso delle proprie forze, in quanto il lean coach non dice alle persone quello che devono fare, ma fornisce il set di strumenti per guidare le persone verso il raggiungimento dei propri obiettivi. Funge, pertanto, da allenatore in modo da far tirare fuori il meglio delle persone e, soprattutto, a renderle autonome e protagoniste del loro cambiamento, in meglio.
Il Lean Coach, infatti, cerca di stimolare un più alto grado di consapevolezza e responsabilità, facendo in modo che le persone accrescano il loro livello di maturità, che comincia nel momento in cui le persone si rendono conto che, non sono gli altri i veri responsabili dei risultati che ottengono o meno, ma loro stessi.
Veicolare il benessere, sostituire termini positivi a quelli negativi con il Lean Coaching.
Un altro aspetto importante del coaching è l’uso appropriato dei termini. Ad esempio, il termine “preoccuparsi” è da bandire dal nostro vocabolario. Molto meglio il termine “occuparsi” delle faccende da risolvere. Quando ci si preoccupa, oltre a non risolvere il problema, generiamo uno stato di non benessere nella nostra vita, uno spreco inutile di energie che distolgono la nostra attenzione nel trovare nuove idee e soluzioni. Questo non è Lean Thinking ma Thinking complicated. Ovvero, ci complichiamo inutilmente l’esistenza e facciamo il “gioco del nemico”.
Se, invece, impariamo la semplicità delle cose, occuparsi di un qualcosa scatena una serie di energie a valore che orientano la persona nel trovare nuove domande per ottenere nuove risposte. Quando le risposte non ci piacciono, dobbiamo allora cambiare le nostre domande!
Non farsi rapire dalla mente, ma comprendere il problema.
Ma se siamo rapiti dalla nostra mente, che mente, faremo a pugni con noi stessi. Anziché accarezzare il problema da risolvere e concentrarsi con attenzione, osservando ciò che accade, per cercare invece di comprendere che cosa non sta funzionando.
Quando ci preoccupiamo non stiamo bene e, per ricreare l’equilibrio interiore, il nostro essere è costretto a mettere in moto altre energie per contro-bilanciare lo stato di non benessere che noi stessi abbiamo creato. Se ci troviamo in questo stato quindi, le tentate soluzioni che metteremo in atto per attenuare gli effetti del problema, lo rafforzeranno ancora di più.
Il Lean Coach e l’annullamento del conflitto
Qualche anno fa, una famosa azienda dell’industria del bianco mi chiese se potessi erogare, al Management Team, un corso sulla gestione del conflitto. Spesso, mi spiegava il mio interlocutore, i nostri Lean Manager, dovendo promuovere delle attività di miglioramento, incontrano delle resistenze da parte dei responsabili delle unità di business e, inevitabilmente, si generano dei conflitti che faticano a gestire. Se avessero potuto partecipare ad un buon corso sulla comunicazione e la gestione dei conflitti, le cose, secondo lui, sarebbero andate senz’altro meglio.
Io risposi loro che non erogavo queste tipologie di corsi. Il mio interlocutore rimase alquanto stupito e mi rispose che lui stesso, in passato, aveva partecipato ad un corso con questi contenuti e lo aveva trovato molto utile. Essendo a conoscenza delle mie competenze sulla comunicazione era convinto che li tenessi anche io, facendo parte delle mie expertise.
Se pensiamo che il conflitto sia inevitabile, sicuramente nasceranno delle situazioni conflittuali. Che poi dovranno essere gestite. Il Lean coach non è un esperto sulla gestione dei conflitti, ma sul loro annullamento!
Lean Coaching significa: debellare il conflitto, accompagnare le energie e concentrarsi su chi si ha di fronte.
Quando proposi un corso sull’annullamento del conflitto lo vidi abbastanza stupito. Mi rispose: “interessante! Ma davvero pensi che il conflitto si possa annullare? Sei sicuro che, invece, il conflitto non possa essere utile?”.
La generazione di un conflitto si produce quando le aspettative delle persone sono disattese. Si generano delle energie di natura aggressiva che, se vengono contrastate, creano e sviluppano atteggiamenti conflittuali. Ma a cosa serve, se non a inasprire, inutilmente, gli animi delle persone? Quello che contrasti si rafforza. Il conflitto può prendere delle varianti pericolose e, soprattutto, non aiuta nella comprensione di cosa sarebbe realmente utile fare per arginare un ostacolo, progredire ed imparare qualcosa in più, qualcosa di nuovo che ci fa crescere, ulteriormente.
Quando ci troviamo coinvolti in una situazione conflittuale, significa che qualcosa non ha funzionato e non ce ne siamo resi conto. Anziché contrastare le energie, sarebbe meglio accompagnarle. Chiedere a chi ci sta di fronte perché è alterato/a, cosa ci siamo persi, cosa possiamo fare per recuperare la situazione, dimostrare, quindi, interesse per l’altro, genera stati d’animo orientati al miglioramento, anziché al peggioramento.
Se siamo concentrati su di noi, non ci riusciremo. Occorre lasciare andare e concentrarsi su chi ci sta di fronte. Nei percorsi sulla Lean Coaching dedico una sessione specifica su questo argomento che considero estremamente importante, sia a livello professionale che personale.