Fisco per attività online, cosa c’è da sapere? Si apre il divario tra quanti continuano a ritenere che operare sulla rete li renda “invisibili” al fisco. E quanti, invece, sono intimiditi dall’idea di avere degli obblighi fiscali da rispettare. I due estremi altro non sono che esponenti di una realtà dove, a primeggiare, è un senso di forte confusione. Su Ecommerce Guru si è deciso di fare un po’ di chiarezza ed esporre tre principi basilari che si devono considerare prima di aprire un’attività online.
Ogni volta che si sta per intraprendere il lancio di un’attività online, sono molte le domande che di solito ci si pone relativamente alle tasse, ai metodi di pagamento, alla partita IVA, alle varie tempistiche a esse associate; in breve, a quelle pratiche burocratiche necessarie per il commercio elettronico, soddisfatte le quali si può vendere in tutta tranquillità e in regola con la legge.
Le domande, però, sono sovente molto difficili da trattare. E non sono pochi i casi di persone che, per rispondere a tutti questi quesiti, utilizzano internet quale mezzo d’informazione primaria; preferendolo a una consulenza con un commercialista, o un professionista del settore. Tuttavia, il web è un’arma a doppio taglio. Data l’enorme quantità d’informazioni reperibili su internet, spesso ci si confonde, e si rischia di cadere nell’errore di volersi arrangiare da sé; confidando in ciò che la rete è in grado di offrire. Quali possono essere, allora, le linee guida da seguire per venire incontro a tutte quelle domande le cui risposte non soddisfano pienamente le esigenze dei contribuenti?
Tre informazioni sul fisco per attività online
Qui di seguito sono elencati tre passi fondamentali da tenere a mente per intraprendere un’attività sicura di business online:
1) Anche le attività online sono tassabili e soggette a tributi
Il fatto che un’impresa sia sul web non toglie che sia necessario pagare le tasse; dal momento che queste sono soggette al potere impositivo dello stato.
In Italia, al pari di ogni altra attività di business “offline”, (studi, aziende, negozi, ecc.), ogni attività online, nel momento stesso in cui è finalizzata a realizzare un guadagno, è soggetta a tassazione; salvo eccezioni, nella stessa misura e con la medesima regolamentazione delle prime.
2) Le attività online non sono invisibili agli obblighi fiscali
Data l’apparente “immaterialità” del web, molti imprenditori possono essere persuasi che le proprie attività non siano visibili al fisco; e che quindi siano autorizzati a lavorare senza tenerne conto. In realtà, chi opera online, si espone a un rischio particolarmente elevato. Il decreto Monti del 6 dicembre 2011 ha stabilito una novità; l’obbligo per gli intermediari e gli operatori finanziari di “comunicare periodicamente all’Anagrafe tributaria tutti i movimenti relativi ai rapporti finanziari intrattenuti con la clientela; e ogni informazione strettamente necessaria ai fini dei controlli fiscali, nonché l’importo delle stesse ”.
I controlli del fisco permettono di scovare gli evasori
L’approvazione di questa manovra ha dato modo al Fisco di avere accesso a un’infinità di dati e informazioni, avviando elaborazioni e indagini precise. Organi appositi come Polizia Postale e Guardia di Finanza sono impegnati a scovare quotidianamente truffe ed evasioni fiscali online di ogni genere; avvalendosi di canali di controllo sui conti correnti bancari e postali sempre più numerosi. Chi opera online deve quindi capacitarsi del fatto che il Fisco non ignorerà mai le sue attività. Prova ne è che l’adozione di nuove misure di analisi e controllo come redditometro e spesometro le permette di tenere d’occhio i contribuenti; e anche di accertarne il tenore di vita in relazione con quanto espresso dalle dichiarazioni di reddito.
3) Non si è evasori se non si apre immediatamente la partita IVA
Se si vuole iniziare un’attività, facendo caso a rispettare certe condizioni, si può anche evitare di aprire immediatamente la partita IVA.
E’ necessario, però, inserire nella dichiarazione dei redditi i ricavi dei servizi o prodotti eventualmente venduti per l’attività svolta. Dopodiché, fino al trentesimo giorno dall’inizio dello svolgimento della propria attività, si può richiedere l’apertura di una partita IVA alle competenti autorità fiscali; questo vale soprattutto per i lavoratori autonomi (artisti, consulenti, professionisti).
Fisco ed e-commerce all’EcommerceDay 2015
Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, il 9 giugno 2015, presso il Motor Village di Torino, si terrà la VI edizione dell’Ecommerce Day. EcDay è l’evento dedicato al mondo del commercio elettronico e organizzato dall’e-commerce agency Jusan Network, in collaborazione con il Gruppo FCA. Il tema del fisco e dei suoi rapporti con le attività online rientrerà nell’argomento più generale e attuale della multicanalità; dove si parlerà di interazione tra impresa e cliente, mondo reale e mondo virtuale. Interverranno aziende e professionisti di riferimento come FCA, Prestashop, Facebook e molti altri.
Per saperne di più e partecipare all’evento vai subito al sito www.ecommerceday.it o scrivi all’indirizzo e-mail info@ecommerceday.it