Laura Biagiotti: regina al servizio di una moda senza confini. La celebre e rinomata stilista Laura Biagiotti, vero e proprio asso fondante del Made in Italy legato alla moda di lusso, è una di quelle figure di riferimento che non cesseranno mai di brillare e dare consigli. L’eredità che lascia al mondo non si limita al fashion, ma copre ampi territori, dall’arte alla cultura.
Laura Biagiotti: regina al servizio di una moda senza confini
Appassionata d’arte, la sua formazione di archeologa e la sua professione di stilista creano un ritratto di Laura Biagiotti unico e intestimoniabilmente prezioso. Definita dal New York Times la “regina del cashmere”, ha sfilato in tutto il mondo, da Mosca a Pechino, promuovendo il Made in Italy e stimolando l’amore per i capi d’abbigliamento nostrani nel cuore dei fashion addicts stranieri.
I primi anni
Laura iniziò a lavorare nella sartoria della madre Delia Soldaini e per stilisti come Roberto Capucci. Ma è già del 1972 la fondazione della sua prima e omonima azienda, dove vengono prodotti abiti femminili e profumi. La stilista cominciò a farsi un nome per capi d’abbigliamento come i camicioni, i quali venivano realizzati secondo uno stile delicato, soprannominato dagli addetti ai lavori “da bambola”. Tinte chiare e l’uso del bianco, il cosiddetto Bianco Biagiotti, per un modus operandi che le valsero presto il soprannome di “la gran signora“.
Tra i pionieri della moda italiana
Laura Biagiotti capì che si poteva investire in Italia in uno dei settori ancora poco battuti ma dalle potenzialità immense: la moda. Nel ’72 decise di acquistare il maglificio MacPherson di Pisa, lavorando ininterrottamente e sperimentando con i tessuti, trasformandone le trame e giocando con tutte le opzioni possibili. L’obiettivo finale? Creare arte e poesia che si possano indossare. Laura fu una delle prime stiliste a sfilare in Cina (1988) quando tutti i marchi più importanti e popolari della moda attuale non erano ancora così popolari da potersi permettere una gita fuori porto. E sono celebri le sue collezioni esibite in Russia in quel di Mosca (1995) e del Cairo (1998). Laura Biagiotti è stata definita dal New York Times la “regina del cachemire”, per l’utilizzo di tale lana preziosa in quasi tutti gli abiti che realizzava.
Una donna di immensa cultura
Laura amava leggere. La biblioteca di casa sua conta oltre diecimila titoli. La cultura che la stilista finiva per assimilare veniva tutta sparsa e riversa sui milioni di capi d’abbigliamento nuovi e sempre meravigliosi che il suo talento, la sua perseveranza e il duro lavoro riuscivano a creare. Collezionista d’arte futurista di importnza mondiale, guidata dal gusto e da un amore per la vita che non conosceva confini. Contribuì al restauro del teatro La Fenice di Venezia, distrutto per via di un incendio, e donò alla città di Roma una serie di opere dell’artista futurista Giacomo Balla.
Il Made in Italy è passione e famiglia
Laura Biagiotti non ha mai cessato di sperimentare il forte connubio di arte e moda che le veniva dal suo retroterra culturale. Tessuti morbidi come una carezza e profumi di grande successo dedicati a Roma, all’Italia, al Made in Italy che negli anni ’70 e ’80 era appena una parola. Una tra le protagoniste più importanti del fashion system, Laura era un’artista straordinariamente umile e con i piedi per terra. La sua dedizione al lavoro correva di pari passo con l’attaccamento alla sua famiglia, che aveva sempre la precedenza. Passione e famiglia erano il motto dietro il quale si trincerava lo stacanovismo della stilista. Ed è proprio in virtù di questa grandiosa visionaria che il mondo della moda, quest’oggi, può dirsi variegato quel tanto che basti ad appassionare sempre più folte schiere di persone e consumatori.