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Il consumatore etico: nove italiani su dieci preferiscono acquistare prodotti etici e sostenibili

Antonio Matera di OpenText
Antonio Matera - Regional Vice President Sales di OpenText

Consumatori sempre più responsabili e consapevoli, soprattutto nel post-Covid, circa il 56% degli italiani abbandonerebbe brand accusati di lavorare con fornitori non etici.

La recente ricerca condota da OpenText – leader nelle soluzioni e software di Enterprise Information Management, evidenzia come i consumatori del Belpaese siano i più attenti all’impatto dei propri acquisti.

Il 93% degli italiani preferisce acquistare i prodotti di aziende che mettono in atto strategie di approvvigionamento etico: un trend positivo che vede crescere la percentuale di utenti consapevoli, che prima della pandemia si attestava all’82%.

In tale contesto, circa il 56% degli italiani non sceglierebbe nuovamente un brand che si ritiene lavorino con fornitori non etici. Si rivolgerebbero, invece, ad altri marchi impegnati con fornitori responsabili. Un comportamento virtuoso che in Europa è secondo solo a quello degli spagnoli con 59%, e supera inglesi (53%), tedeschi (47%) e francesi (46%).

Lo studio ha valutato l’importanza per i consumatori di pratiche commerciali sostenibili dal punto di vista ambientale e socialmente responsabili, nonché il loro impatto sulle abitudini d’acquisto degli utenti finali. I dati hanno quindi evidenziato quanto sia fondamentale per i brand garantire e comunicare che tutti i fornitori all’interno della loro supply chain operino in modo etico.

L’impatto delle supply chain etiche

L’impatto delle supply chain etiche rilevano come 6 consumatori italiani su 10 valutano i brand anche in base a come operano i loro fornitori. Non a caso, acquistare da brand responsabili è così importante che la stragrande maggioranza del pubblico (90%) sarebbe disposta a pagare di più pur di avere la certezza che un prodotto è stato ricavato o lavorato in modo etico, con il 41% che sarebbe disposto a spendere tra il 25% e il 50% in più.

L’origine e la lavorazione etica dei prodotti riveste grande importanza per l’84% dei consumatori italiani, anche se più di un quarto (26%) ammette che questo è diventato un fattore rilevante solo nel corso dell’ultimo anno. Quasi 9 italiani su 10 (89%) sono inoltre disposti a scendere a compromessi in termini di comodità, come tempi di consegna più lunghi, in cambio della garanzia che un articolo sia di origine o di produzione responsabile. Un quarto degli intervistati (25%) si dichiara sempre pronto a rinunciare alla convenienza per scelte etiche, tuttavia il 65% di loro ammette che lo accetterebbe solo ogni tanto o solo per determinati articoli.

Ottenere un certo grado di visibilità su ciascun fornitore è la chiave per creare una catena di approvvigionamento etico, spiega Antonio Matera, Regional Vice President Sales Italy, Malta, Greece & Cyprus di OpenText. D’altronde, il consumatore etico ha una maggiore consapevolezza del suo potere d’acquisto. I brand non possono più dichiarare di agire in maniera responsabile se non hanno visibilità sulle loro operation o su quelle dei loro fornitori.

Principi aziendali etici: una necessità in crescita

I principi aziendali etici vengono sempre più permiati dai consumatori italiani. Sono già più della metà (56%) i consumatori italiani che, quando acquistano online, si impegnano consapevolmente ad acquistare articoli di provenienza o produzione locale per sostenere le imprese del territorio e ridurre la loro impronta di carbonio.

Il 76% dei consumatori italiani concorda inoltre sul fatto che le aziende abbiano la responsabilità di garantire che i loro fornitori rispettino un codice di condotta etico. Analogamente, più di 7 su 10 (71%) ritengono che le aziende che non possono controllare la provenienza delle loro merci e non sanno se i fornitori si approvvigionino in modo etico, debbano ripensare la propria supply chain.

Maggiore attenzione alla trasparenza e alla responsabilità

Più di tre quarti (78%) dei consumatori in Italia ritengono che il Governo dovrebbe introdurre una regolamentazione che responsabilizzi maggiormente le aziende in materia di approvvigionamento. Quasi 9 su 10 (89%) credono inoltre che i rivenditori online dovrebbero indicare chiaramente se i prodotti sono di origine responsabile o meno, ove possibile.

L’88% ammette che sapere da dove proviene un prodotto o da dove provengono le parti di cui è composto sia cruciale per l’acquisto: per quasi 7 italiani su 10 (69%), tali informazioni influenzano spesso, se non sempre, la loro decisione.

Per impostare una supply chain etica, un’azienda deve poter contare su informazioni affidabili, ha commentato Antonio Matera. La visibilità su ogni passaggio permette alle aziende di soddisfare le aspettative dei clienti in merito ai processi aziendali etici, nonché di dimostrare come stiano davvero attuando tali pratiche. Implementando un’unica piattaforma di integrazione, unificata e basata sul cloud, le organizzazioni possono digitalizzare il flusso di dati e di transazioni che coinvolgono tutti i soggetti della supply chain, per una completa trasparenza. In questo modo, dopo aver ottenuto la giusta visibilità sui fornitori, è possibile decidere di lavorare solo con chi può effettivamente dimostrare il proprio grado di conformità.”

Per scaricare il white paper con i risultati della ricerca, cliccare qui e per accedere ai dati completi dei diversi Paesi, cliccare qui.

Chi è OpenText 

OpenText, The Information CompanyTM, offre alle aziende accesso a insight e informazioni utili grazie a soluzioni per l’information management leader di mercato, supportate da OpenText Cloud Editions.

I dati contenuti nel comunicato sono frutto di un’indagine condotta da 3Gem nel corso del mese di aprile 2021 per conto di OpenText, su un campione complessivo di 27.000 utenti di tutto il mondo (Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Italia, USA, Canada, Brasile, Giappone, India, Australia e Singapore).
In Italia, la ricerca ha coinvolto più di 2.000 intervistati con l’obiettivo di scoprire le prospettive dei consumatori sull’approvvigionamento, la trasparenza dei brand e le supply chain etiche.

EcommerceWeek e il consumatore etico

Torna EcommerceWeek dal 18 al 22 ottobre, una settimana in cui verranno presentati dati, statistiche, novità, corsi e workshop su tutto l’ecosistema della vendita online e offline.

Dall’indagine di OpenText è chiaro che lo shopping etico è destinato a diventare una preoccupazione per consumatori, produttori e rivenditori. E’ giunto il momento per tutti i rivenditori di guidare i processi di vendita in materia di etica partendo dalla catena di approvvigionamento. Ed è il tempo che le aziende anticipino le nuove tendenze esplorando nuove iniziative commerciali.

Dal 18 al 22 ottobre durante la terza Edizione di EcommerceWeek verranno presentare le aspettative dei consumatori, i giusti approcci digitali che le aziende (produttori e rivenditori) possono sfruttare per connettersi con il consumatore moderno rendendo più facile l’interazione e più duratura la loro relazione.

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