Internet of Things: valori sotto le stime. A dispetto dell’incredibile sviluppo cui sta andando incontro da più di un anno a questa parte, i valori attuali dell’Internet of Things lo testimoniano: le stime sul numero di dispositivi connessi in futuro sono dimezzate.
Una simile considerazione cozza contro la stima originaria dei miliardi di device IoT connessi entro il 2020, la quale indicava 50 miliardi di esemplari, una cifra da capogiro che, date le circostanze attuali, potrebbe rimanere confinata all’interno delle possibilità impossibili da realizzare. A portare alla luce questo dato di fatto, è un recente articolo a opera del Corriere delle comunicazioni.
Internet of Things: valori sotto le stime
Stando a numerose ricerche di recente fattura, i dispositivi connessi entro i prossimi anni saranno molti di meno di quelli che si prevedeva dovessero figurare. E molti, tra big player della scena internazionale come Hans Vestberg, ceo di Ericsson nel 2010, o Dave Evans, ex ceo di Cisco, avevano avanzato l’ipotesi (quasi allo stato di certezza) che il tetto dei 50 miliardi di dispositivi connessi sarebbe stato ben presto raggiunto.
Quali i valori attuali:
Attualmente si parla di numeri compresi tra i 6 miliardi (secondo Gartner) ai 9 miliardi (secondo le stime dell’International Data Corporation). Tutt’un altro scenario in gioco, quindi, rispetto alle stime previste. Nonostante questi dati, il fenomeno dell’IoT continua a crescere, pur se debolmente (23% l’anno). In Italia, il mercato dell’Internet of Things ha raggiunto i 2 miliardi di euro, con una crescita del 30% rispetto al 2014.
Un breve riepilogo:
Letteralmente definibile come “Internet delle cose”, tale concetto designa una famiglia di tecnologie il cui scopo primario è di rendere qualunque tipo di oggetto capace di usufruire e godere appieno di tutte le caratteristiche proprie degli oggetti nati per utilizzare la rete. Tali oggetti, una volta connessi tra loro, possono far leva su due proprietà fondamentali: il monitoraggio e il controllo. La prima proprietà attiene a eventuali attività che l’oggetto può intraprendere, come dare informazioni in merito a tutta una serie di questioni più o meno tecniche (dati sul funzionamento o meno dell’oggetto, informazioni a proposito di fattori esterni a esso). La seconda si riferisce al fatto che questi oggetti possono essere comandati a distanza, semplicemente attraverso Internet. I campi d’applicazione più interessati e coinvolti rientrano nella domotica. (elettrodomestici, tecnologie casalinghe, smart cities).