L’intelligenza artificiale in Italia e il mercato del lavoro
In Italia 1,68 milioni di posti di lavoro sostituibili con l’AI. Allo stesso tempo il PIL aumenterà fino all’8% annuo grazie all’AI
L’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro in Italia: opportunità e sfide concrete
L’intelligenza artificiale (AI) sta rapidamente cambiando il panorama economico e occupazionale globale, e l’Italia non fa eccezione.
Secondo una recente ricerca commissionata da Google, l’introduzione dell’AI in Italia potrebbe automatizzare fino a 1,68 milioni di posti di lavoro, ma allo stesso tempo contribuire a un incremento del PIL nazionale fino all’8% annuo.
L’impatto dell’AI sull’economia e sul mercato del lavoro italiano, evidenzia le sfide e le opportunità della trasformazione digitale e tecnologica dell’ultimo periodo.
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Quali lavori sono a rischio con l’intelligenza artificiale
Dai dati emerge che il 7% della forza lavoro italiana potrebbe essere sostituita dall’AI in ruoli come:
- Amministrativi
- Operatori di call center
- Traduttori
Questi settori subiranno una perdita di circa 90.000 – 170.000 posti di lavoro l’anno, pari a un decimo della normale rotazione annuale del lavoro in Italia.
Tuttavia, la maggior parte dei lavoratori (58%) non perderà il posto ma sperimenterà un’accelerazione delle proprie attività grazie all’AI, e circa il 35% non vedrà cambiamenti significativi. Il trasporto e stoccaggio e i settori finanziario e assicurativo sono particolarmente vulnerabili all’automazione, con un impatto potenziale rispettivamente sul 10-15% dei lavoratori.
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I settori più impattati dall’AI in Italia
Le aree di lavoro che potrebbero risentire maggiormente dell’adozione dell’AI includono:
- Attività finanziarie e assicurative: dove fino al 15% dei lavoratori è a rischio di automazione.
- Informazione e comunicazione: il 10% dei ruoli potrebbe essere automatizzato, soprattutto quelli basati su attività ripetitive.
- Settori culturali e creativi (arti e intrattenimento), trasporto e logistica, attività scientifiche e professionali: ognuno con una percentuale di automazione stimata intorno al 10%.
L’AI introdurrà innovazioni non solo nella produttività, ma anche nella tipologia di competenze richieste in ciascun settore, spostando la domanda verso competenze digitali avanzate e capacità di gestione di sistemi complessi.
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L’AI come motore di crescita economica in Italia
Oltre alla trasformazione del mercato del lavoro, l’AI potrebbe incrementare il PIL dell’Italia fino all’8% all’anno.
Questo risultato positivo si basa sull’aumento della produttività e sull’efficienza che l’automazione offre, supportando le imprese nell’ottimizzare le operazioni e riducendo i costi di gestione.
McKinsey & Company stima che l’AI potrebbe contribuire fino a 13.000 miliardi di dollari al PIL globale entro il 2030. Per l’Italia, ciò si traduce in una maggiore competitività internazionale, in particolare in settori chiave come il turismo, il commercio online e i servizi tecnologici, contribuendo a ridurre il gap con i mercati globali più avanzati.
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Formazione su Intelligenza Artificiale e la formazione continua sono cruciale
Per gestire la trasformazione portata dall’intelligenza artificiale, diventa essenziale per le aziende investire in programmi di formazione e riqualificazione. La formazione continua è fondamentale per consentire ai lavoratori di adattarsi ai cambiamenti, sviluppare nuove competenze e contribuire a mantenere competitivo il mercato del lavoro italiano. Le aziende che investono oggi in AI e nelle competenze dei propri dipendenti saranno in una posizione di vantaggio, potendo affrontare meglio le sfide della trasformazione digitale e generare valore a lungo termine.
Quindi, le aziende italiane dovranno investire non solo in tecnologia, ma anche in programmi di formazione e riqualificazione. Secondo una ricerca dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, solo il 38% delle imprese italiane ha già implementato o pianificato percorsi di formazione in ambito AI. Le imprese che avvieranno percorsi di formazione continua saranno in grado di affrontare meglio i cambiamenti e mantenere competitività, soprattutto in un contesto europeo in cui il regolamento AI Act impone standard più rigidi per un utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale.
L’AI in Italia e il futuro del lavoro
L’intelligenza artificiale offre all’Italia un’opportunità senza precedenti per migliorare la produttività, accrescere la competitività globale e risolvere criticità come il gap di competenze digitali.
Tuttavia, la chiave per sfruttare al massimo questa trasformazione risiede nella capacità delle aziende italiane di investire in formazione e nella creazione di una cultura del miglioramento continuo. Preparare oggi i lavoratori a nuovi ruoli e competenze sarà fondamentale per un’economia sostenibile e resiliente.
Attraverso un approccio strategico e orientato alla formazione, l’Italia può sfruttare al meglio il potenziale dell’intelligenza artificiale, trasformandola non in una minaccia, ma in una risorsa per il futuro del lavoro.
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