Il lavoro con l’intelligenza artificiale e la tecnologia GPT nei paesi ONU nel futuro? ll report dell’ Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), agenzia specializzata dell’ONU, mostra una previsione di come l’intelligenza artificiale subentrerà nel mondo del lavoro e in che percentuale. La raccolta dati è avvenuta in 59 nazioni dell’ONU e prende in analisi tutte le figure categorizzate dall’ILO secondo la suddivisione ISCO. I dati emersi sembrano essere positivi, ma variano ovviamente di paese in paese.
Intelligenza artificiale e GPT paesi ONU
I paesi ONU analizzati dall’ILO hanno una percentuale molto variegata di sostituibilità. La prima osservazione si pone su come la variabile principale sul quale si basa il calcolo è quella del PIL delle varie nazioni: più è alto, maggiore è la ricchezza più i rischi della penetrazione di GPT nelle professioni è alta.
Il legame principale è quindi quello tra gli investimenti in digital innovation e intelligenza artificiale. Globalmente il gap tecnologico indica che i paesi con una economia meno stabile rischiano l’ingresso di GPT nel lavoro solo allo 0,4%, mentre quelli più forti al 5,5%.
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GPT, ottimizzare il lavoro
Se invece si sposta l’attenzione sull’ottimizzazione delle professioni la prospettiva cambia completamente. Il livello dei ruoli che possono ottimizzare le proprie mansioni attraverso la nuova tecnologia sembra essere alto per tutti i paesi ONU, dal più ricco al più povero. L’analisi suddivide in 4 categorie (Low, Mid-low, Upper-middle e High) la loro ricchezza ed emerge che tra la prima e l’ultima categoria c’è solo un 6% di scarto.
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Intelligenza artificiale, esente dai rischi?
Certamente la penetrazione delle tecnologie GPT nel mondo del lavoro presenta ancora dei rischi per alcune categorie. Il rapporto individua nelle figure dei “clerical works”, ovvero gli impiegati come quelli in area back office, il rischio più alto di sostituzione, il 25%.
Il paper sottolinea però che anche questa categoria è Sotto questi lavori, la soglia si abbassa incredibilmente. La seconda categoria infatti, quella dei ruoli più tecnici (medici, ingegneri, politici e simili) ha un tasso di esposizione alla sostituzione del solo il 2%.
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Cosa sottolinea il report
I dati del report sull’intelligenza artificiale GPT dell’ONU ci tranquillizza su molti aspetti. Categorie che sembravano essere più a rischio sono, di fatto, quelle più soggette a ricevere un grande aiuto dalla nuova tecnologia e dalla sua diffusione. Il report conclude con una garanzia: l’utilizzo dell’intelligenza artificiale è destinato ad essere più o meno proficuo in base alla sua diffusione e alle relative politiche di riferimento.
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