Cosa succede quando l’Intelligenza Artificiale inizia ad occuparsi e a creare collezioni di moda?
La prima collezione di moda con l’intelligenza artificiale
Finalmente è successo: l’AI ha fatto il suo debutto in passerella.
Huawei e Anna Yang, Creative Director del brand Annakiki, hanno portato al Superstudio Group di Milano i 19 modelli che inaugurano il progetto “Fashion Flair“. Un risultato ambizioso e dinamico che combina tecnologia e creatività umana, dando nuova vita al futuro del tessile.
La collezione, presentata il 9 maggio, è già acquistabile online in preordine sull’ecommerce. Parte dei proventi saranno utilizzati per finanziare un progetto speciale a supporto dei giovani talenti.
Ma come è fatto un vestito creato da un’AI?
Come la maggior parte delle cose nel 2019: con un’app. Insieme a un team di sviluppatori italiani, Huawei ha creato un software (Fashion Flair) che raccoglie migliaia di immagini, le grandi icone della moda passata e presente. All’archivio sono stati aggiunti numerosi scatti dalle ultime collezioni e dai set fotografici, che concentrano il brand di Annakiki.
I dati sono stati successivamente filtrati con impostazioni scelte dal designer, e infine dati in pasto a un’unità di calcolo neurale. L’elaborazione ha dato come risultato una serie di proposte, che potevano variare da pochi modelli a un pattern infinito. Ed è qui che entra in gioco il cervello umano, incapace sì di calcolare e confrontare decine di migliaia di dati in una sola volta, ma unico nel riconoscere la proposta più accattivante tra le mille proposte da una macchina.
Serve davvero usare l’intelligenza artificiale nella moda?
Sì. Un po’ come nell’arte, nella scrittura, nella musica: solo pochi mesi fa uno smartphone Huawei Mate 20 Pro ha suonato l’incompiuta Sinfonia in si minore di Schubert, alla Cadogan Hall di Londra. L’intelligenza artificiale, per definizione, aiuta già l’uomo dove da solo non può arrivare. Ha superato le nostre performance nell’analizzare simultaneamente grandi quantità di dati, può analizzare pattern che i nostri occhi e le nostre menti non riuscirebbero mai a decodificare. In breve, permette una comprensione del presente più approfondita, che porta a una previsione più dettagliata del futuro.
L’AI che supporta il designer
Nel mercato questo si traduce in un incredibile vantaggio competitivo per i cosiddetti early adopters, cioè chi arriva per primo alla conclusione che dotarsi di strumenti innovativi è utile per la produzione e per il fatturato. Il mondo del fashion non fa eccezione. Anche nel processo creativo l’AI è di grande supporto al designer.
Grazie a una maggiore capacità di analisi del mercato e di elaborazione della domanda. Un supporto non solo per i grandi marchi, ma soprattutto per i brand di nicchia e le boutique selezionate, che grazie alla possibilità di interfacciarsi con il cliente in modo personalizzato, potranno far emergere finalmente proposte originali.
Quando? È ancora necessario un pizzico di fantasia, ma la nuova collezione di Annakiki e Huawei ci fa pensare che sarà sicuramente presto.
Intelligenza Artificiale e Fashion a EcommerceDay
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Info e Biglietti su: www.ecommerceday.it