Influencer marketing: come cambia nelle strategie B2B e B2C. Non ci piove che l’influencer marketing sia una delle strategie più in voga del momento, e che sempre più brand e imprese ne stiano sfruttando il potenziale per le proprie attività online. Ma si può dire che tale strategia possa produrre gli stessi risultati all’interno di due contesti tra loro distinti quali B2B e B2C? Vediamo insieme come ottenere il meglio dall’influencer marketing in entrambe le tipologie di business.
Influencer marketing: come cambia nelle strategie B2B e B2C
La differenza principale tra B2C (Business To Consumer) e B2B (Business to Business) è solo una questione di interazioni. Da una parte è l’impresa che interagisce con il consumatore, e il rapporto quindi sarà destinato a sottostare a regole diverse da quelle che connotano il rapporto tra impresa e impresa, come nel caso del B2B. A livello di influencer marketing la differenza è molto rilevante. Nel caso del B2C si è soliti utilizzare un personaggio popolare o una star dei social media per promuovere i prodotti di un dato brand. Se l’influencer dimostra di saper pubblicizzare bene il prodotto, la maggior parte dei suoi followers potrà verosimilmente apprezzare le attività del brand. Le strategie influencer marketing B2B sono leggermente meno straightforward, e potrebbero apparire più intricate.
Influencer marketing per B2B: cosa fare?
Vi sono due tattiche ben definite per sfruttare appieno il potenziale dell’influencer marketing per le vostre campagne B2B. Vediamole insieme.
Sfruttare il potere delle celebrità di alto profilo
Affidarsi a celebrità di alto profilo è sempre una buona idea. Invitare ospiti a convegni, conferenze o keynote di presentazione dei propri prodotti riesce sempre a coinvolgere i partecipanti e a creare engagement. Non importa la tipologia di celebrità coinvolta nel progetto, se attori, showmen, ballerini, atleti, cantanti, modelli o modelle.
Far parlare i propri dipendenti
È il caso di IBM. Quando la compagnia lanciò IBM Verse, il team dei suoi dipendenti venne istruito affinché diffondesse la notizia sui loro canali social media. Il risultato fu particolarmente incoraggiante. Oltre 50 mila iscrizioni in un paio di settimane. In questo caso gli influencers non sono celebrità, ma i dipendenti stessi della compagnia interessata.