Emozioni e Social Media: quale rapporto con nel marketing? Nel campo del web marketing, nessuno strumento è altrettanto adeguato ed efficace nel riuscire a stimolare e convogliare le emozioni degli utenti quanto i canali social media.
Riuscire a guidare e canalizzare le emozioni altrui attraverso una campagna di social media marketing è estremamente importante.
Numerosi studi hanno confermato la tendenza delle persone a condividere con maggiore frequenza contenuti emotivamente rilevanti, rispetto a contenuti poveri in tal senso.
Indubbiamente, però, intendere le emozioni quale manovra ideale per attirare nuovi clienti può essere molto rischioso, attirare eventuali accuse sulla propria condotta di marketing, oltre a far nascere la possibilità che un utilizzo sconsiderato delle stesse smorzi e spenga irrimediabilmente la viralità potenziale dei propri contenuti.
Emozioni e Social Media: l’intesa che crea business
In questo post si cercherà di esaminare nel dettaglio a quali emozioni si dovrebbe dare la preminenza a scapito di altre, così che possiate creare una campagna di social media marketing capace di una diffusione capillare.
1) Evitate espressioni attinenti alle sfere emotie della gioia e della felicità
Entrambe le emozioni possono sembrare dei target di indubbio valore, quando ci si impegna a intraprendere una campagna di promozione sui social media. Tuttavia, il loro impatto sugli utenti non è così proficuo come possa sembrare, in parte per il fatto che il numero di persone che si sforzano, ogni giorno, di instillare negli utenti impressioni emotive di natura vivace e gioiosa è enorme, risultando in una saturazione vera e propria. I contenuti più condivisi e di successo hanno quasi sempre attinenza con storie di carattere personale, dove è la realtà particolare delle vicende in gioco a stabilire il dominio di un’emozione piuttosto che un’altra.
2) Anche la tristezza si rivela maligna
Contenuti ispirati a un senso di tristezza e malinconia possono altresì rivelarsi altrettanto fallimentari. Anche la tristezza viene cacciata e sfruttata a tappeto dalle campagne di marketing, quasi al pari della felicità. Si tratti di un dolore sincero e spontaneo o più occultato e sfumato come la malinconia, il potere emanato da queste emozioni è stato a lungo utilizzato fino al punto di causare una progressiva desensibilizzazione in tutti gli utenti coinvolti. Inutile affermare che, limitandosi ad accentuare il lato triste o malinconico dei propri contenuti, si concorre alla possibilità che le persone associno il vostro brand unicamente a questi sentimenti.
3) Rabbia
A dispetto di quel che potrà sembrare, l’ira e la frustrazione possono ricoprire un ruolo di primo piano, all’interno di una campagna di social media marketing. Ma come?
Ricoprendo i vostri contenuti di una patina di rabbia, controllata e mediata dalla ragione. Una volta che i contenuti da voi proposti siano riusciti a suscitare nei lettori una reazione di vicinanza, come di solidarietà, proponete una soluzione fattiva. Siate risolutivi. Sforzatevi di convertire la rabbia incanalata in un sentimento positivo; evidenziando, magari, come da un punto di stallo, o da un fallimento, siate riusciti a trarre l’energia e l’entusiasmo e la carica necessari per tornare in forze e risolvere il problema che vi aveva colpiti; riemergendone più forti, compatti e coesi di prima.
4) Sorprendete i vostri lettori!
Niente pare più funzionale ad attrarre nuovi clienti e utenti quanto il senso di sorpresa che una campagna di Social Media Marketing è in grado di evocare. Ma come si può pensare di sfruttarne appieno il potenziale?
Provate a cercare dei contenuti di natura seriosa, per i quali vi sembri difficile ricavare qualcosa che possa spingere i lettori a ridere e rallegrarsi. Prima di postare i contenuti trovati, sforzatevi di inserirvi all’interno una nota che sia capace di strappare un sorriso alla vostra audience; questo la spingerà sicuramente a provare stupore nei confronti del post in questione. Un post inaspettato e sorprendente attirerà molta più attenzione di un post prefabbricato e limitato a un’emozione ben precisa.