L’ICANN ha aperto il mercato dei domini Internet di primo livello (gTLD) e tra le prime aziende a finire al centro delle critiche è il gigante dell’ecommerce Amazon; pare che avrebbe tentato di esercitare un influenza giudicata anti-competitiva da alcuni gruppi editoriali.
Tutto inizia con la decisione dell’ICANN, l’ente che gestisce i domini di primo livello (per intenderci .com, .it e tutti gli altri); l’ICANN decide di mettere in vendita domini personalizzati con i nomi di aziende o categorie; nell’ottica di rendere più semplice e intuitiva l’esperienza di navigazione degli utenti. Per evitare furti da parte di competitor, l’ICANN aveva deciso di offrire un diritto di prelazione alle aziende o alle città che avessero proposto il loro dominio; tuttavia le prime polemiche sono arrivate da parte di chi sosteneva come alcuni domini di primo livello siano troppo generici. Pensiamo ad esempio a quelli legati a specifiche categorie professionali o di prodotto.
Adesso è Amazon a finire al centro delle polemich con la Authors Guild e la Association of American Publishers; sono entrambe sul piede di guerra e accusano Amazon di strozzare la competitività; l’azienda di ecommerce ha, infatti, richiesto i domini .book, .author e .read che cannibalizzerebbero il mercato dell’editoria online. “Dare tali domini generici in mano ai privati – ha scritto Scott Turow, Presidente della Author Guild – è una mossa chiaramente anticoncorrenziale; perchè permette a chi è già dominante nel settore e con grossi capitali di espandere e consolidare ulteriormente il loro potere di mercato”. Amazon ha infatti chiesto questi domini oltre agli specifici e completamente legittimi .Amazon e .Kindle, ma anche ai più discussi .like, .free, .shop e .play.
Dopo la concorrenza di Google alla caccia di quote nel mercato dell’ecommerce, nuove accuse da parte delle lobby americane degli editori mettono a dura prova Amazon.