Come siamo messi in Italia a penetrazione digitale nel settore della sanità? Quanto utilizziamo gli strumenti tecnologici per informarci sulla nostra salute?
E-health in Italia: qual è la situazione oggi?
Quasi il 60% degli italiani è contrario a che vengano condivisi i dati sulla propria salute. Non c’è da meravigliarsi poi se solo il 7,6% utilizza app mediche e il 14,3% usa lo smartphone per monitorare la propria condizione sanitaria. E questo nonostante il 57% degli italiani sia ancorato alle ricerche online per ottenere informazioni sulla propria salute.
Nel 2017 era stato registrato in Italia un totale di oltre 43 milioni di utenti attivi online. Di questi, almeno il 32% si è avvalso di servizi digitali per le seguenti ragioni:
– Raccogliere informazioni sulle strutture sanitarie
– Controllare referti medici
– Ricevere promemoria in merito a visite mediche in programm
– Prenotare servizi particolari
Al momento la spesa per la sanità digitale si attesta a 1,3 miliardi di euro.
La ricerca su Internet avviene per condurre degli approfondimenti in merito a cure e terapie, diagnosi specifiche che però non si traducono quasi mai in appuntamenti dal dottore. Tant’è vero che il 71,8% di loro rinuncia alle cure per questioni economiche. Essendo la rete consultabile gratuitamente, gli utenti si risparmiano l’onere di pagare un medico, anche se esperto.
In Italia le ricerche online sull’e-health cambiano di regione in regione
Abbiamo tutti consultato almeno una volta il web per motivi di salute. In tutto il territorio italiano, però, esiste uno squilibrio che denota le pesanti discrepanze tra coloro che possono permettersi di fare esami e sottoporsi a cure anche onerose, e coloro cui un simile diritto è negato. In particolare chi abita nel Mezzogiorno, costretto a rinunciare a fare gli esami per scarsità di risorse e deprivazioni economiche. La navigazione viene condotta principalmente per informarsi in merito a cure e terapie; molto meno per conoscere le tecnologie brevettate in campo e-health.
Sorge sempre più interesse nei confronti della medicina predittiva. Circa un decimo degli italiani si è già sottoposto a un esperimento di prova per scoprire se soffre di una determinata malattia, anche grave. Di fronte alla possibilità di predire l’eventuale evolversi delle malattie, gli italiani si spaccano a metà tra coloro che si dicono contrari e coloro che invece sono disponibili a effettuare i test. Tra questi ultimi figurano special modo i più giovani, legati a una fascia di età che varia dai 18 ai 34 anni.
E in futuro che cosa dovremo aspettarci? Progressi tecnologici e diffusione di app mediche a beneficio di sempre più persone. Medicina personalizzata, predittiva e partecipativa, sono tutti termini che sentiremo nell’aria sempre di più. Ma ognuno di questi settori implica la consapevolezza, da parte degli utenti, di dover condividere i propri dati personali. E per il momento ben pochi sono intenzionati a rilasciarli.