Il 25 maggio scorso è entrata in vigore la nuova legge sulla privacy per siti e il mondo di internet, il GDPR. E anche se sono passati solo pochi giorni stanno già arrivando i primi ricorsi.
I cambiamenti del GDPR
Il 25 maggio è arrivato e passato e il nuovo regolamento della privacy su internet è in vigore. Questo regolamento ha visto molti correre ai ripari per riuscire a non violare le nuove direttive. Le multe infatti possono arrivare fino al 4% del fatturato di un’azienda, con cifre altissime per i colossi del mondo delle tecnologie.
Il cambiamento principale è, comunque, la necessità di dare agli utenti dei vari un consenso chiaro e informato sul trattamento dei loro dati personali e la possibilità di negarlo senza così perdere l’accesso ai servizi.
Il nuovo regolamento è operativo anche senza il decreto di adeguamento
In Italia manca un passaggio tecnico per il GDPR, ovvero i pareri delle commissioni speciali. Per questo il recepimento della delega passa al 21 agosto. Tuttavia il nuovo regolamento europeo è operativo e legale e, anzi, diventa l’unico con valore fino al momento in cui il governo italiano non si sarà adeguato. All’Italia sono stati dati altri tre mesi per proseguire con il suo lavoro, ma è fondamentale precisare che il nuovo regolamento europeo riguardante la privacy è legale, attivo e tutte le aziende devono essersi adeguate già dal 25 maggio, per evitare problemi.
Facebook ha già dei problemi con il nuovo regolamento
Facebook era partito bene, con un annuncio dove diceva che avrebbe esteso le regole del GDPR anche fuori dall’Europa per i suoi clienti. Invece dall’Austria è già arrivata la prima denuncia. Si tratta di un caso completamente separato da quello di Cambridge Analytica. Sembra infatti che nel box per concedere il trattamento dei dati da parte di Facebook fossero presenti velate minacce sulla possibilità di vedersi negati i servizi in caso di negazione del trattamento. E questo è illegale stando al nuovo regolamento.