Digitale e Unione Europea: qual è la situazione? La Commissione europea ha rilasciato il Digital Agenda Scoreboard 2015, il documento che analizza la situazione dell’Unione per quanto riguarda il mondo digitale e degli obiettivi 2015 previsti dall’Agenda Digitale Europea. Ne emerge uno scenario globale positivo: molti obiettivi sono stati raggiunti rispetto alla pianificazione Ue, a dispetto di altri che continuano a rimanere lontani.
Correda il sondaggio la pubblicazione annuale dell’indice DESI. L’Italia, secondo questo sondaggio, è al 25 posto su 28 paesi europei in quanto a digitalizzazione. A influire in misura maggiore sullo sviluppo dell’economia digitale nostrana è il fatto che una parte significativa della popolazione italiana non ha mai usato internet, né può cogliere così le grandiose opportunità che la Rete le offre.
Il sondaggio è stato compiuto secondo un’analisi che ha coperto cinque aree di riferimento:
Connettività
Negli ultimi due anni il numero degli utenti in Europa che hanno accesso a Internet veloce è salito a 20 milioni di iscrizioni, e il numero di famiglie cui è garantita la copertura tramite banda larga fissa ha raggiunto il 97%. Per quanto riguarda il mobile, il 4G è disponibile per il 79% delle famiglie, rappresentando così un passo avanti rispetto al 27% dei due anni precedenti. La banda larga di base è disponibile per tutti, pur essendo la copertura delle aree rurali inferiore di molto alla media. Sulle reti fisse o mobile, il traffico Internet per utente è molto più elevato negli Stati Uniti che in Europa occidentale.
Capitale Umano
Cresce il numero dei cittadini europei che utilizzano Internet almeno una volta la settimana (75%) e che hanno competenze digitali (59%). Per la maggior parte di loro navigare in rete è un’attività che ha finito per assumere una valenza quotidiana. Nonostante questo, dai dati di Scoreboard risulta che per il 18% della popolazione europea Internet è ancora uno strumento inutilizzato, e le motivazioni in proposito sono molteplici: dalla mancanza di stimoli, interesse e competenze informatiche, a questioni legate ai costi da gestire. Questo si deve anche rapportare al fatto che, a fronte di una domanda sempre più crescente di professionisti per l’ICT, aumenta la difficoltà, da parte delle imprese, di trovare personale di riferimento sufficientemente qualificato.
Integrazione di tecnologie digitali
Lo shopping cross-device sta crescendo a un ritmo lento ma graduale. Quasi due terzi degli utenti dell’Unione fanno shopping online (67%), incoraggiati dal successo che l’e-commerce sta conoscendo giorno per giorno, al punto da essere diventato ormai un canale necessario per tutte le imprese intenzionate a fare business. Tuttavia, solo il 14,5 delle aziende vende online e, di queste, appena il 7% vende online in altri paesi. Il dato è molto significativo, in quanto dimostra che a frenare lo sviluppo del commercio elettronico europeo vi sono numerose barriere: prezzi di consegna e di cambio merci elevati, tassazione e burocrazia difficoltose, regole variabili a seconda che ci si rivolga a un Paese qualsiasi dell’Unione Europea. Anche l’adozione di servizi cloud è caratterizzata da una percentuale piuttosto bassa: a fronte del 97% delle imprese UE aventi una connessione internet nel 2014, solo il 19% ha usato servizi cloud.
Servizi pubblici digitali
Il 26% dei cittadini europei utilizza i servizi di eGovernment per la presentazione di documenti e moduli agli enti pubblici online. A dispetto dei risultati raggiunti quest’anno, però, i servizi online stentano ancora a garantire quel grado di trasparenza che permetta a utenti con competenze digitali marginali di utilizzarli.
Ricerca e sviluppo
L’Unione Europea ha destinato nel solo 2014 oltre 1,5 miliardi di euro alla realizzazione di 545 progetti nel campo dell’ICT, coinvolgendo più di 2mila organizzazioni, comprese le PMI. Il settore ICT rappresenta il 4% del PIL dell’Unione Europea e impiega 6,2 milioni di persone. A beneficiare dei finanziamenti più alti sono aree di ricerca come Reti del futuro, Internet e micro/nanosistemi.
L’analisi dei dati riportata sopra apre uno spunto molto interessante per quel che riguarda lo stato del nostro Paese in un simile contesto: secondo il DESI, (l’indice elaborato dalla Commissione europea per valutare lo stato di avanzamento degli Stati membri dell’UE verso un’economia e una società digitali), l’Italia sarebbe al 25 posto su 28 paesi europei, in quanto a digitalizzazione, registrando punteggi statistici infimi in ognuno dei campi analizzati precedentemente. A influire di più sullo sviluppo dell’economia digitale è la percentuale italiana di utenti abituali di Internet, una delle più basse dell’Unione Europea (59% a fronte di una media UE del 75%). Non solo, le competenze digitali di base, oramai più che indispensabili per tutti i lavoratori, sono precluse a circa metà della popolazione del Paese.
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