Si è abituati a sentir parlare di marketing e di come incrementare il più possibile le vendite.
E se, per una volta, si volesse scoraggiare il consumo di un prodotto? Questa sarebbe un’azione di demarketing.
Cos’è il demarketing
Il demarketing è l’insieme di tutte le azioni messe in atto da un’azienda volte allo scoraggiamento temporaneo o definitivo verso il consumo di un determinato prodotto. Lo scopo è la riduzione della domanda o perché in eccesso rispetto alla produzione o per l’incentivo della vendita di un altro prodotto più redditizio. In questo caso si parla di demarketing generale.
Il demarketing può essere anche selettivo, ossia quanto il disincentivo non è rivolto all’intera fetta di mercato di un prodotto, ma solo a una parte selezionata.
Strategie per il demarketing
Per quanto possa apparire inusuale e controproducente, in realtà sono molte le ragioni che potrebbero spingere un’azienda a pianficare delle strategie di demarketing.
L’azienda potrebbe aver sottovalutato la domanda del suo prodotto e dunque potrebbe non essere in grado di soddisfarla. Tramite questo scoraggiamento la domanda viene ridotta finché le risorse del prodotto non soddisfano i requisiti necessari.
Oppure, l’azienda ha realizzato un nuovo prodotto, che frutterebbe un guadagno indiscutibilmente maggiore e dunque vuole puntare sulla disincentivazione del prodotto vecchio e meno redditizio.
O ancora, nel caso del demarketing selettivo: un’azienda cataloga i suoi clienti in due categorie, buoni e cattivi.
I clienti buoni sono clienti che portano profitto, che acquistano e che pagano senza problemi.
I clienti cattivi sono quelli per i quali l’azienda deve sostenere dei costi più alti rispetto ai profitti. Questo accade quando acquistano con importi minimi o non pagano puntualmente. Ai secondi verrà applicato demarketing. Potrebbero, ad esempio, essere applicati dei costi aggiuntivi o un’eliminazione degli sconti, o ancora con un rialzo dei prezzi.
Dove si disincentiva all’acquisto
I settori nei quali il demarketing è applicato più spesso sono quello turistico e quello dei tabacchi.
Per ciò che riguarda il turismo si attua con l’inserimento di ticket all’ingresso o con l’inserimento del numero chiuso.
Nei tabacchi, invece, essendo prodotti che danneggiano la salute, si simula un tipo di demarketing tramite il quale l’impresa finge di scoraggiarne il consumo, volendo però ottenere l’effetto contrario.
Parimenti accade coi prodotti d’elite. La borse Hermes Birkin è da sempre un oggetto di lusso il cui acquisto è vincolato da un contatto diretto con l’azienda, difatti i tempi di consegna possono richiedere mesi se non anni. Questa tecnica aumenta l’esclusività del prodotto, rendendolo accessibile solo a pochi fortunati
Tuttavia il demarketing può essere uno strumento tanto utile quando dannoso per un’azienda, difatti nel caso in cui applicasse per un periodo limitato di tempo, si dovranno comunque considerare le abitudini del consumatore nel lungo periodo. L’utente potrebbe infatti non essere più incentivato all’acquisto dopo una pratica del genere.
Se vuoi saperne di più sulle varie tipologie di marketing leggi anche: Cos’è e di che si occupa lo smarketing?
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