Cos’è e di che si occupa lo smarketing? A cosa si riferisce quando lo si cita? Lo smarketing ha assunto negli anni una pluralità di significati. Recentemente il termine ha preso a far parte del campo economico alternativo assieme a parole come economia solidale, chilometri zero, commercio equo e solidale, decrescita felice. La sua storia comincia però all’inizio degli anni 90. Alla base è una critica forte e coraggiosa del marketing tradizionale, inteso come caccia senza scrupoli al profitto.Nato nel nord Italia e in Svizzera da menti come Marco Geronimi Stoll e Edgard Morin, ha finito per svilupparsi in forme sempre più specifiche e complesse.
Smarketing è un termine che deriva da “sales” e “marketing”, e ne è la sintesi costitutiva. Tale sinergia fornisce uno stimolo prezioso alle aziende che intendono imporsi nel mercato odierno. Le vecchie modalità tradizionali per vendere non funzionano più. Ecco perché è fondamentale rivoluzionare i processi di business mettendo le persone al centro della propria strategia.
Cos’è e di che si occupa lo smarketing?
Lo scopo della strategia è facile e intuitivo: tornare a comunicare in maniera sana e paritaria, ad esempio. Affidarsi a un comune sentire, pensare, percepire per formare patti di natura economica sani e proficui di conseguenza. Uno degli scopi della strategia è di denunciare le campagne marketing troppo persuasive e ingannatrici. Critica che poi si traduce in una comunicazione dedita a promuovere valori ambientali, sociali, etici e culturali. Più che aumentare le vendite, lo smarketing preme per creare equilibrio tra i vari attori professionali, o tra brand e consumatori.
Un rapporto produzione/vendite stabile è il nocciolo cui l’impegno degli smarketers punta ad arrivare. Per far ciò tali esperti si impegnano a creare comunicazioni con il proprio pubblico chiare e aperte e trasparenti. Puntando naturalmente sulla qualità dei rapporti e mettendo la persona al centro della propria ottica di business.
I tempi sono ormai maturi per mutare il nostro modo di operare secondo direttive più umane e solidali. La crisi innescata dal Covid19 non è stata che il pretesto per porsi a ragionare su tematiche alle quali avremmo già dovuto pensare gli anni scorsi.