Contact Tracing App? Facciamo il punto. I confini europei sono aperti, più o meno ovunque. La gente ha deciso che malgrado la pandemia di Covid il mare non poteva attendere. Sicché il desiderio di tornare a una specie di normalità ha persuaso le imprese a escogitare delle strategie per monitorare la situazione così da garantire sicurezza alle persone. A tale proposito sono nate app di tracciamento volte a tenere sotto controllo il numero di contagi.
Contact Tracing App è nata subito però sotto uno scroscio di polemiche senza fine. La preoccupazione maggiore verteva sulla questione della privacy, minata già da troppi scandali.
Contact Tracing App? Facciamo il punto
Immuni, contact tracing app per eccellenza, è nata allo scopo nobile di prevenire eventuali focolai. Molti cittadini l’hanno scaricata rispettando le direttive: attivando il Bluetooth e non facendo altro. Per essere efficace, avrebbe dovuto essere scaricata da oltre metà della popolazione. Naturalmente così non è stato.
Qual è la situazione attuale?
I 500mila download del primo giorno hanno fatto guardare con speranza al futuro dell’app. Futuro che però non si è tradotto in altro che in un’app tenuta lì tanto per tenerla. La stessa Immuni ricorda all’utente di aprirla periodicamente per verificare se sia attiva. La tecnologia Bluetooth Low Energy permette all’app di funzionare senza registrare posizione né altri dati sensibili.
I cittadini che hanno scaricato Immuni si attestano intorno ai 4,6 milioni. Finora solo due focolai sono stati individuati. Numeri positivi ma al ribasso perché pertinenti al 12% della popolazione che potrebbe utilizzare l’app. Per funzionare come si convine, bisognerebbe che Immuni fosse scaricata da molte altre persone.
Le Contact Tracing App possono essere utili per contenere la diffusione del Covid19. Questo è ormai assodato. E in Europa si sta pensando a un modo per rendere l’uso di tali app comune a tutti i Paesi. L’autonomia di ogni stato, però, pregiudica oggi il disegno di una Gemeinschaft digitale.