Il branded content è la nuova frontiera della comunicazione pubblicitaria. I brand hanno capito che per trasmettere un messaggio promozionale ai propri clienti non ci si deve mai accontentare o sedere sugli allori.
Lo storytelling è un mondo in continua evoluzione. Ogni mese i creativi di migliaia di aziende dedite al content marketing si impegnano a trovare soluzioni espressive che permettano ai clienti di sentirsi “a casa”, felici e ispirati e in compagnia di un brand che non abbiano problemi a sentire loro affine.
Branded Content: cos’è e alcuni esempi in merito
Perché ciò avvenga è necessario che le storie da raccontare siano belle, coinvolgenti, accattivanti. La soglia di attenzione degli utenti è sempre più ridotta, e inversamente proporzionale al numero di contenuti pubblicati ogni giorno. Ecco perché ciò che conta è riuscire a creare una storia capace di distinguersi dal mucchio e parlare direttamente al cuore del consumatore.
Il tipo di strategia che mira a questo genere di contenuto è detta branded content. L’obiettivo è di fornire valore e comunicare ai clienti la mission e la vision che animano i brand. Creatività, gusto, visionarietà, abilità nel distinguersi dalla concorrenza sono caratteristiche tipiche di un’azienda che sfrutti sapientemente una strategia di brandend content. E gli esempi che potremmo evocare sono molteplici.
Pensiamo soltanto al film d’animazione realizzato da LEGO nel 2014 e intitolato appunto “The LEGO Movie”. Al suo interno ci sono tutti gli elementi cui abbiamo accennato poco sopra, tasselli che rappresentano le varie sfaccettature del brand: creatività, unicità, originalità, e via dicendo. Lo scopo del film era di avvicinare i più piccoli ai prodotti di LEGO e al tempo stesso
di comunicare al pubblico quelli che da sempre sono i valori alla base dell’attività del Gruppo danese. Inutile dire che il successo sperimentato dall’operazione è stato immenso.
Dal video alla carta: il branded content di Fatherly
Non è vero che si possano creare strategie di branded content efficaci solo sulle piattaforme video. Tant’è vero che sta nascendo una richiesta sempre maggiore di contenuti long form.
Fatherly ad esempio è una piattaforma digitale dedicata alla paternità. Sul sito ufficiale è stata pubblicata una guida su come organizzare una vacanza memorabile con la propria famiglia senza spendere troppo. Il post è stato scritto in collaborazione con Airbnb. In un via vai di testo alternato a immagini domestiche il contenuto riesce a convogliare l’atmosfera familiare e rassicurante necessaria per convincere un utente a prenotare un pernottamento su Airbnb.
Tre cortometraggi hanno invece caratterizzato la campagna di branded content ideata da Coop e intitolata “La felicità non è una truffa”. I corti, andati in onda su La7 ma trasmessi digitalmente sui principali canali social, hanno raccontato i valori che animano Coop e ne attestano il successo ancora oggi: trasparenza, fiducia e attenzione alla sostenibilità ambientale.
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In questo caso la comunicazione si è rivolta anche e soprattutto a valorizzare il territorio promuovendo al tempo stesso il Made in Italy.
Alcune regole per creare un branded content efficace
Non basta creare contenuti originali, bisogna anche essere rilevanti e convincere il pubblico che quanto gli si propone è qualcosa di nuovo e irripetibile. Tanto il contenuto quanto il formato entro i cui spazi il contenuto ha modo di muoversi e svilupparsi vanno studiati e lavorati con una cura da certosini.
Il mercato pubblicitario è in continua trasformazione e il branded content è la chiave per creare engagement e stimolare l’awareness intorno a un’azienda. Proprio per come riesce a coinvolgere l’utente, il branded content è considerato il superamento delle forme tradizionali di spot pubblicitario e mira a risultare molto meno invasivo di quest’ultimo.