Brand e climate change sono due elementi che devono viaggiare insieme anche in ottica di responsabilità e consapevolezza.
ll riscaldamento globale è una delle tematiche più note e dibattute degli ultimi tempi. L’interesse per il topic è talmente alto che non solo a livello politico ma anche imprenditoriale ci si sta domandando come intervenire per affrontare il problema.
Il numero di ricerche collegate al Climate Change è triplicato negli ultimi periodi, al punto che il 21 aprile 2019 ha raggiunto il picco. E in effetti l’anno in corso è sicuramente quello in cui più alto è il numero di interventi volti a discutere del cambiamento climatico. Tutti i settori produttivi sono consapevoli della necessità di prendere in mano la situazione e stanno sensibilizzando l’opinione pubblica a riguardo.
Come si stanno comportando i brand?
Molti di loro sono impegnati in strategie marketing studiate per portare consapevolezza in merito agli effetti nocivi del riscaldamento globale. Sono infatti coinvolti in campagne di comunicazione dirette ed efficaci che mirano a provocare negli spettatori reazioni forti, tali da spronarli a fare qualcosa. Alla base delle campagne è il messaggio che il nostro pianeta è bellissimo e non merita di venire distrutto dall’incuria della specie umana.
A premere perché si cominci a cambiare le cose sono soprattutto i più giovani, la cosiddetta generazione Z. Nativi digitali e alla perenne ricerca di valori e scopi che legittimino la loro sete illimitata di esperienze, questi consumatori sono cresciuti con una consapevolezza diversa rispetto alle generazioni precedenti in materia di impatto ambientale.
Aiutati dalla facilità di reperire informazioni online, i Millennials hanno cominciato a richiedere risposte da brand e organizzazioni governative, domandando che si agisca ora per fermare il global warming. Chiedono che si cominci a creare riforme politiche a favore della tutela ambientale. E i brand cominciano a dare loro ascolto, forti del fatto che la Generazione Z rappresenta il 30% della popolazione mondiale. Brand e climate change devono quindi dare retta all’audience e fornire un segnale del loro interesse.
Brand e climate change: qual è la situazione?
IKEA ha creato un programma di controllo legato all’approvigionamento del legno per i suoi mobili. L’obiettivo che il colosso svedese si è proposto di raggiungere per il 2020 è quello di utilizzare legno proveniente da risorse sostenibili, così da minimizzare lo spreco di materiale.
Bene anche per il brand di fast fashion Inditex, che ha rivelato di voler utilizzare materiali riciclati al 100% entro il 2025. Già ora i suoi negozi ospitano il 25% della collezione con materiali riciclabili.
Bisogna pensare in termini diversi, affrontare il problema del climate change da un’altra prospettiva. Nozioni come economia circolare e green economy stanno prendendo piede sempre di più. E possiamo stare sicuri che in futuro esse saranno le redini delle strategie di tutte le forze produttive.
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