Blockchain è una tecnologia dalle infinite potenzialità e applicazioni. Al punto tale che il quotidiano The Economist si è permesso di coniare per essa il soprannome “The Trust Machine”. Una macchina della fiducia. Ma quali sono queste potenzialità tanto decantate della tecnologia?
Che cos’è la blockchain?
La blockchain, dall’inglese “catena di blocchi”, è un registro aperto, sviluppato mediante tecnologia peer to peer, attraverso cui tenere conto delle transazioni tra due parti in maniera diretta e trasparente. Come tale blockchain registra e archivia tutte le transazioni che avvengono all’interno della rete, eliminando in definitiva la necessità di terze parti “fidate”.
In altre parole, la tecnologia è:
– Un database condiviso, decentralizzato e criptato in maniera da essere totalmente sicuro
– Un archivio aperto ai partecipanti che può essere modificato solo dietro consenso di tutti
– Un database che garantisce informazioni incorruttibili
– Un contenitore aperto e trasparente, dove tutto è ben in mostra e visibile
Il database consente la gestione di transazioni che vengono condivise tra più nodi di una rete. Essendo una catena di blocchi, è composta da blocks che contengono ciascuno da due a più transazioni. Ogni blocco include il cosiddetto hash, funzione algoritmica che identifica il blocco e permette di collegarlo con il blocco precedente.
Da che cosa è composta la blockchain?
Essenzialmente da cinque elementi chiave:
– nodo
Chi partecipa alla blockchain, rappresentato fisicamente dal server di cui si avvale.
– transazione
– blocco
È formato da un insieme di transazioni che vengono verificate e approvate dai partecipanti alla blockchain
– ledger
È il registro pubblico dove vengono annotate tutte le transazioni effettuate tra le due parti.
– hash
Si spreca il numero di tipologie di transazione che possono essere gestite con la blockchain. Prendiamo il settore dei pagamenti digitali, oppure tutte le transazioni legate allo scambio di beni e servizi o la gestione di informazioni pertinenti al ramo della contrattualistica.
La rivoluzione apportata dalla Macchina della Fiducia scaturisce dal fatto che questa tecnologia non fa riferimento a una struttura centralizzata. Non c’è nessun’autorità centrale incaricata di verificare, controllare e autorizzare la legittimità di una transazione. Dal momento che il Ledger è visibile a tutti, ogni utente ha la possibilità di assolvere al compito che un tempo era di pertinenza dell’autorità centrale. Di conseguenza, non c’è più bisogno di contare sulla mediazione di una terza parte, per gestire le transazioni.
La transazione sarà accettata solo se tutti i partecipanti concorderanno sulla sua legittimità.
Blockchain non è sinonimo di Bitcoin
Come abbiamo visto, la blockchain permette di inviare i dati in maniera sicura e autorizzarne lo scambio senza dover mettere in mezzo terze parti. Ma è corretto dire che Blockchain e Bitcoin sono due facce della stessa medaglia? Partiamo da un dato: Bitcoin utilizza la tecnologia a nodi per gestire le transazioni. Come tale, Bitcoin è basata su software open source e il suo sviluppo è pubblico. Ma le somiglianze finiscono qui. La blockchain è in realtà molto più grande di quel che le sue funzioni da noi trattate qui sopra lascino trapelare. Ve ne elenchiamo giusto quattro, le quali sono già in uso negli Stati Uniti d’America:
- Iot: facilitare la comunicazione tra gli oggetti connessi.
- Sanità: gestire i dati medici dei pazienti condividendo informazioni in maniera precisa e sicura.
- Agrifood: tracciare cointainer del cibo e misurarne l’affidabilità.
- Retail: garantisce pagamenti immediati ed economici.
In occasione dell’ottava edizione dell’E-commerce Day di Torino avremo modo di approfondire il mondo della blockchain e valutarne in maniera mirata gli sviluppi. Tale tecnologia, infatti, corre di pari passo con l’urgenza di cambiamento apportata dalla trasformazione digitale e dai Big Data. Solo le imprese che sapranno sfruttarne il potenziale potranno sperare di restare competitive nel breve come nel lungo periodo.