Per i nuovi business farsi largo e ritagliarsi uno spazio può essere molto complicato, di conseguenza i brand dovrebbero considerare la strategia Minimum Viable Product (MVP) per raccogliere un successo a lungo termine.
Che cos’è un Minimum viable product (MVP)
Un MVP per l’ecommerce, come per gli altri mercati, è una soluzione “minimal” ad un bisogno del consumatore che viene costruita con la sola intenzione di testare e/o validare la propria idea di business.
Un minimum viable product permette all’azienda di collezionare la massima quantità di convalidata (dai consumatori) conoscenza con il minimo sforzo.
I business con un mindset MVP rivisitano la value proposition attraverso un loop di feedback di costruzione, misurazione, conoscenza per fornire valore a potenziali consumatori.
Non bisogna però pensare che l’MVP rappresenti una versione più piccola, limitata o economica del prodotto, ma va inteso come un processo di apprendimento smart.
Come spesso accade, molti business hanno un’idea buona di partenza, ma l’MVP sbagliato per testarla. I proprietari di business spesso commettono l’errore di pensare di poter lanciare prodotti o servizi come Amazon o Uber il giorno del rilascio.
La realtà dei fatti è che questi giganti tech hanno costruito i loro servizio raccogliendo feedback e investendo milioni per diversi anni.
Perché scegliere un approccio MVP nell’ecommerce
Tra la crescita del mercato, nuove tecnologie, opportunità, cambi nel consumer behavior, reinterpretare i processi di business per creare valore è fondamentale. Di conseguenza, approcciarsi all’ecommerce tramite MVP è una soluzione sostenibile per i business in quanto:
1. Si risparmia tempo e denaro
Visto che il prodotto o servizio è composto da funzioni minimali, il tempo e l’allocazione delle risorse per lo sviluppo di un MVP sono ridotte, rendendola una soluzione di investimento intelligente per gli imprenditori. Basta considerare Airbnb come esempio, in quanto per testare l’offerta del proprio servizio,e considerare la sua funzionalità ed appetibilità, la prima versione del sito un semplicissimo blog WordPress con una lista di appartamenti disponibili per l’affitto e chi era interessato doveva semplicemente lasciare un commento che riportasse la frase “ mi piacerebbe essere lì”. L’idea del MVP era quella di vedere se le persone sarebbero state interessate ad un servizio del genere prima di investire ingenti somme. Le persone si sono dimostrate interessate ed il tutto ha funzionato decisamente bene
2. Determina la viabilità della value proposition del prodotto.
Il loop di costruzione, misurazione, apprendimento è una componente critica della metodologia lean per le start up che sviluppano un MVP, perché include un processo di misurazione e apprendimento tramite metriche azionabili. Testare un MVP relativo all’ecommerce concede ai proprietari di un business l’opportunità di raccogliere la convalida del consumatore sul prodotto. Potendo quindi capire quali sono gli aspetti del sito che funzionano, ad esempio, e quelli da migliorare, arricchendo l’MVP passo dopo passo grazie al feedback.
3. Ottenere vantaggi giocando d’anticipo
Il tempismo gioca un ruolo fondamentale in ogni sviluppo aziendale e coinvolgere nuovi utenti, e stakeholder, durante la fase di sviluppo iniziale consente a questi primi utilizzatori di spargere la voce sul prodotto. Se si ha un’idea di business innovativa, è importante utilizzare un MVP, specialmente per l’ecommerce, perché se il prodotto funziona e piace ai consumatori guadagnerà una potenziale user base e early adopters.
Come lanciare un MVP (Minimum Viable Product)
Per iniziare un processo di MVP bisogna avere un approccio attento e capire una serie di principi e fattori, quelli che possono aiutare per approcciarsi all’MVP sono:
1. Chiari obiettivi di business
Hai un’idea per il business, ma non sei sicuro che l’audience sia disponibile nel spendere soldi e provare la tua soluzione? Parti definendo quali bisogni vuoi soddisfare o quali problemi punti a risolvere, valutando se esistono già delle soluzioni.
Raccogli feedback dal target market che esprime quei bisogni o problemi. Formula in modo chiaro i modi in cui il tuo prodotto soddisferà quei bisogni o risolverà quei problemi specifici.
2. Aspetti critici del prodotto ben definiti
Solo perché l’MVP per definizione sta per Minimum Viable Product questo non vuol dire che il prodotto debba avere funzionalità minime.
L’idea è quella di avere ben consolidati aspetti critici come l’affidabilità, usabilità e user experience. Gli aspetti vitali che definiscono il prodotto devono assolutamente essere presenti e bisogna concentrarsi su questi, poi si può procedere all’inserimento di altre funzionalità nel tempo e tramite feedback per raggiungere la forma finale del prodotto in seguito.
3. Costruire un MVP funzionante
Molti imprenditori hanno utilizzato l’approccio MVP fornendo però un prodotto troppo semplice e basilare perché potesse piacere ai consumatori, mal interpretando il concetto di MVP e arrivando alla conclusione che la loro idea non fosse buona e che quindi andasse scartata.
In realtà, nella maggior parte dei casi, l’MVP non era ancora pronto ad essere lanciato sul mercato. Una considerazione importante per gli imprenditori è stata fatta da “The Happy Startup School” che ha coniato il termine Minimum Loveable Product (MLP) trasmettendo l’idea che un MVP, per quanto non sia ancora un prodotto fatto e finito, debba fin da subito deliziare coloro che lo utilizzano per primi.
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Il minimum viable product (MVP) è un approccio molto utile, specialmente per i nuovi business che cercano di farsi largo nel mercato dell’ecommerce che è sempre più competitivo.
La progettazione, il lancio e la consolidazione di un MVP è solamente un primo step verso la nascita di un business di successo. Per approfondire questo argomento ed acquisire ulteriori conoscenze sul mondo dell’ecommerce rivedi l’11° edizione di EcommerceDay!
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