App Store: un nome era alla base della disputa tra Apple e Amazon. Si conclude con un nulla di fatto la battaglia legale per il nome Appstore che l’azienda di ecommerce aveva collegato al suo shop online di app per mobile. Lo staff di avvocati di Cupertino, dopo più di due anni di scontri in tribunale ha deciso di ritirarsi dalla disputa e lasciare tutte le cose come sono. Ripercorriamo la cronologia di questo scontro e le motivazioni.
Apple ha iniziato a vendere le applicazioni per iPhone e iPad nel luglio 2008 quando è statolanciato l’App Store. Tre anni dopo, a marzo 2011 Amazon ha creato l’Appstore integrandolo nel suo portale di ecommerce. Qui ha iniziato a vendere applicazioni per tutti i device, Quelli di Apple e tutti i concorrenti. Da questo momento l’azienda di Cupertino ha trascinato in tribunale il gigante dell’ecommerce accusandolo di aver utilizzato un marchio registrato.
App Store e Appstore
La disputa era basata sulla somiglianza tra i nomi App Store e Appstore. Non bastava uno spazio, secondo Apple, per non generare confusione. E infatti quello che era stato contestato ad Amazon era il fatto che gli utenti potessero essere disorientati dal fatto di trovare in un ecommerce con questo nome sia le app per iPhone e iPad, sia quelle per il Kindle Fire o per smartphone e tablet basati su Android. I legali di Android rispondevano che il termine App Store è troppo generico per essere considerato un marchio registrato.
Dopo anni di dispute, questa settimana si è finalmente giunti alla conclusione con la decisione unilaterale da parte di Apple di ritirare la denuncia e quindi di rinunciare alla rivalsa sui rivali (che comunque nel loro ecommerce vendono anche prodotti con il simbolo della mela) accettando la situazione attuale. “Non vediamo la necessità di continuare il processo – ha dichiarato la portavoce di Apple Kristin Huguet, che ha lanciato una frecciata ad Amazon – Con più di 900 mila app e 50 miliardi di download, i clienti sanno dove possono acquistare le loro app preferite”. Più pacato il commento di Amazon: “Siamo grati alla corte che ha archiviato definitivamente il caso – ha detto la portavoce Mary Osako – Noi rimaniamo concentrati sul nostro obiettivo che è quello di fornire a clienti e sviluppatori la miglior esperienza possibile nell’Appstore”.