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Dalle parole chiave alla realtà del business: semplificare la complessità della trasformazione digitale nel settore retail.

Evoluzione dell acquisto online
Intervista con Fabrizio Cascianelli Head of Sales and Marketing VTEX Italia

Componibilità, commercio headless e microservizi sono alcuni degli ingredienti che stanno trasformando la tecnologia nel settore retail favorendo per le aziende l’accesso ad architetture adattabili e modulari con cui sostenere le sfide del mercato in evoluzione e rimanere al passo con la trasformazione digitale.

Di Fabrizio Cascianelli, Head of Sales and Marketing di VTEX Italia

La complessità della trasformazione digitale nel settore retail

Camminando per qualsiasi corridoio alle fiere di settore si sentono ripetere concetti quali componibilità, commercio headless e microservizi. Ma facciamo prima di tutto chiarezza su che cosa significhino veramente.

La componibilità è un approccio che consente alle aziende del settore di soddisfare facilmente le esigenze della trasformazione digitale. Alla sua base comporta la scomposizione di un sistema in blocchi costitutivi intercambiabili, che possono essere selezionati e assemblati in varie combinazioni per soddisfare esigenze specifiche. Questa modularità permette di apportare cambiamenti o innovazioni in modo rapido.

Il commercio headless prevede la separazione del front end e del back end in una piattaforma di ecommerce. Questa separazione permette di apportare modifiche su entrambe le parti senza influenzare l’altra, e ciò facilita la flessibilità negli aggiornamenti e nell’apportare miglioramenti senza interrompere mai la continuità dell’esperienza utente.

I microservizi sono un’architettura software in cui applicazioni complesse vengono composte da piccoli processi indipendenti che comunicano tra loro utilizzando API language-agnostic.

Questi servizi permettono un altissimo livello di personalizzazione nella gestione e manutenzione, sono altamente testabili, hanno basso accoppiamento, sono distribuibili in modo indipendente e organizzabili quindi in base alle capacità ed esigenze del business.

Questi termini stanno diventando sempre più il punto focale quando si parla di tecnologia per il settore retail e l’unione di essi porta al concetto di: “Componibilità Pragmatica“.

Leggi anche: L’evoluzione dei metodi di pagamento e la sicurezza delle transazioni nell’era del commercio digitale

I benefici della Componibilità Pragmatica

Un grande vantaggio della componibilità pragmatica è che essa non richiede una revisione costosa, consistente, e su larga scala, della piattaforma che si ha in uso per il proprio ecommerce. La componibilità pragmatica, infatti, permette un’adozione graduale di elementi componibili, in base proprio alle priorità aziendali e al livello di readiness del proprio business.

Essa consente, inoltre, alle aziende di valutare i propri processi e sistemi in essere, per identificare le aree che potrebbero trarre maggior beneficio dalla flessibilità e implementare quindi componenti modulari in modo sequenziale.

I vantaggi non si limitano a questi. La componibilità ha il pregio di ridurre, ad esempio, il carico e gli oneri di manutenzione rispetto ai monolitici sistemi legacy in cui aggiornamento, manutenzione ed estensione impongono notevoli oneri ai team IT. Le architetture componibili si basano su tecnologie cloud-native che forniscono aggiornamenti automatici, eliminando la necessità di gestirli. L’uso di microservizi e tecnologie headless facilita l’integrazione di nuovi componenti fondamentali.

La componibilità è flessibile e consente alle organizzazioni di saper agire rapidamente per affrontare le dinamiche di mercato in tempo reale. Il mantra della componibilità è “Costruire meno, testare di più”. È possibile testare rapidamente nuove funzionalità e annullarle se non si ottiene il risultato previsto. Questo approccio elimina per l’azienda il rischio di blocchi imposti da fornitore e ciò è fondamentale per stare al passo con la concorrenza.

La componibilità evolve infatti alla velocità del business e, nel mondo del commercio che si muove così velocemente, le aziende devono essere in grado di tenere il passo con le preferenze dei clienti, che cambiano rapidamente – pensiamo ad esempio al successo dei video virali di TikTok o dell’AI generativa (OpenAI ha rilasciato ChatGPT a novembre 2022 e oggi già innumerevoli aziende offrono con successo chatbot, personalizzazione e altre funzionalità basate sull’AI).

Contemporaneamente devono saper adattare le proprie strategie di inventario quando si presentano problemi nella supply chain.

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Aziende che stano utilizzando un approccio componibile

Per fare un esempio di grandi brand che stanno già utilizzando un approccio componibile, possiamo citare Carrefour, Sony, Motorola, Cia. Hering, che stanno aumentando le conversioni e il valore medio degli ordini, espandendosi rapidamente in nuove località e migliorando notevolmente il servizio clienti.

Leggi anche: Henkel sceglie VTEX per accelerare le transazioni digitali B2B

C’è poi un altro enorme vantaggio: la componibilità non richiede il “replatforming” (conversione della piattaforma) e la sostituzione/riparazione dei sistemi in essere. In effetti, questo consente alle aziende di valutare i propri processi e sistemi esistenti, identificare le aree che trarrebbero maggior beneficio dalla flessibilità e implementare componenti modulari in modo sequenziale. Adottando questo approccio incrementale, le aziende possono gestire meglio i rischi.

Anche i retailer B2B stanno guardando con sempre maggiore attenzione questo ambito. Un esempio viene da bisco industries, distributore di componenti elettronici in vari settori, compreso quello aerospaziale. L’azienda è passata da una piattaforma di commercio legacy ad abbracciare la flessibilità, lanciando il proprio marketplace B2B e scegliendo di basarsi su una piattaforma creata per applicazioni web scalabili e production-ready.

Questa tecnologia ha facilitato l’inclusione di milioni di prodotti, decine di migliaia di attributi di prodotto, la visibilità in tempo reale dell’inventario dei singoli produttori / fornitori e un’esperienza utente ottimizzata per la supply chain B2B. Inoltre, grazie a questa piattaforma l’azienda ha potuto integrare senza problemi la comunità di acquirenti digitali con la rete di venditori locali, promuovendo un ecosistema di commercio collaborativo inaugurando un’iniziativa pionieristica nel proprio settore.

Per le aziende di ecommerce, sia B2C che B2B, abbracciare un’architettura componibile significa non solo rimanere al passo con le tendenze tecnologiche, ma anche migliorare attivamente l’agilità operativa. Una struttura di questo genere sfrutta tecnologie headless e microservizi per promuovere la flessibilità, consentendo ai retailer di offrire migliori esperienze ai clienti, ottimizzare gli inventari e integrare rapidamente nuove tecnologie. Che si tratti di lanciare nuove funzionalità, espandersi in nuovi mercati o sperimentare nuovi modelli di business, le aziende che basano i propri ecommerce su piattaforme componibili possono aspirare a un miglior posizionamento, e rispondere rapidamente ed efficacemente alle richieste di mercato.

Con l’aumento della domanda di negozi online personalizzati e veloci, numerose piattaforme di commercio offrono oggi strumenti di sviluppo front end che consentono agli sviluppatori di liberare creatività e competenze nel creare soluzioni ecommerce robuste e distintive.

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Creare il cambiamento con la Componibilità Pragmatica

Le aziende stanno cercando sempre più un’alternativa ai monolitici sistemi legacy. Gli svantaggi di basarsi su piattaforme uniche e ingombranti, costose da aggiornare o estendere, hanno da tempo dato prova di superare i benefici.

È proprio qui che emerge il valore aggiunto della componibilità, che comporta la combinazione di diverse soluzioni software per creare un’architettura in grado di soddisfare le esigenze – in evoluzione – del business.

Attuare il cambiamento richiede alcuni passi fondamentali:

  • Verificare i sistemi esistenti: identificare e valutare i framework tecnologici e le operazioni aziendali esistenti. Capire cosa funziona e cosa no, per comprendere i potenziali punti di partenza per l’integrazione di una nuova tecnologia
  • Prioritizzare in base all’impatto: non tutti i sistemi necessitano di un rinnovamento immediato. È bene prioritizzare gli elementi componibili che avranno il maggiore impatto sull’esperienza del cliente e sull’efficienza operativa.
  • Implementare a fasi: iniziare con aggiornamenti modulari a sistemi meno critici per testare e imparare dall’implementazione può rivelarsi vincente, per poi espandere gradualmente il cambiamento agli aspetti più significativi dello stack tecnologico.
  • Sfruttare partnership di valore: collaborare con partner tecnologici esperti in infrastrutture componibili può fornire una guida personalizzata per il contesto specifico della propria azienda.
  • Favorire un miglioramento continuo: la componibilità non va intesa come progetto “una tantum”, ma come un processo continuo di adattamento e miglioramento. Rivedere regolarmente strategie, tecnologie e processi per perfezionare e ottimizzare è la chiave.

Trasformazione digitale e Componibilità Pragmatica – Conclusioni

La componibilità non si limita a una serie di tecnologie specifiche. Il concetto è più ampio e permette di ottenere mediante un nuovo approccio diversi benefici, che vanno dall’agilità, alla scalabilità, dalla flessibilità alla resilienza.

La componibilità pragmatica si concentra sull’integrazione di questi benefici in una struttura già in essere, attraverso una migrazione graduale. L’approccio pragmatico alla componibilità consente alle aziende di minimizzare le interruzioni e ottimizzare l’ottenimento di valore, evitando i rischi legati al replatforming per cogliere tutti i benefici delle nuove tecnologie.

Per adottare la componibilità pragmatica, occorre cercare soluzioni progettate per integrarsi in un’architettura esistente. Alcune tecnologie funzionano solo in un setup “greenfield”, dove un’azienda costruisce una struttura all’avanguardia completamente da zero. Quando si selezionano le tecnologie da adottare, è bene considerare la configurazione in essere e valutare con attenzione gli obiettivi che si intendono raggiungere nel breve termine.

La componibilità non è solo un approccio tecnologico, ma anche un cambiamento di mentalità.

La componibilità pragmatica unisce l’IT e il business attorno a un insieme di tecnologie che consentono all’intera organizzazione di offrire ciò di cui i clienti hanno bisogno e rappresenta oggi l’approccio più efficace per posizionarsi verso la crescita e l’evoluzione del business a lungo termine.

Chi è VTEX

VTEX (NYSE: VTEX) è la piattaforma globale di commercio digitale di livello enterprise in cui CEO e CIO lungimiranti ottimizzano i loro investimenti. La nostra piattaforma componibile e completa aiuta brand e retailer a modernizzare il loro stack e a ridurre i costi di manutenzione, migrando rapidamente dai sistemi legacy, collegando l’intera catena del valore e facendo dell’inventario e del fulfillment il loro punto di forza.
In qualità di leader nel commercio digitale, VTEX gode della fiducia di 2.600 clienti B2C e B2B, tra cui Carrefour, Colgate, Motorola, Sony, Stanley Black & Decker e Whirlpool, con 3.500 negozi online attivi in 43 Paesi (al 31 dicembre 2023). Per ulteriori informazioni, visita il sito www.vtex.com

Ti consiglio anche: Ecommerce Week – Tecnology

Quali sono i Trend 2021 per il settore travel?

Trend 2021 per il settore travel
Trend 2021 per il settore travel

Quali sono i trend 2021 per il settore travel? Siamo ormai a conoscenza di come il Covid-19 abbia influito negativamente sul settore del turismo. Al punto che il calo del fatturato sul suolo italiano è da stimare del 71,4%. Il 2020 verrà ricordato come uno degli anni peggiori nella storia dell’umanità. I cittadini si sono trovati costretti a mutare le proprie abitudini quotidiane, e i brand a riflettere sul modo migliore per affrontare la pandemia.

Quali sono i trend 2021 per il settore travel?

In campo travel abbiamo dovuto fare i conti con l’impossibilità di spostarci dai comuni di residenza. E i fenomeni che stanno emergendo ora sono la diretta conseguenza di questa triste impossibilità. Vediamo insieme quali sono i trend che si stanno imponendo in questo momento.

Staycation

Il concetto di staycation è legato alla possibilità di esplorare gli spazi nelle proprie vicinanze e diventare turisti nella propria città. Viaggi a corto raggio sempre all’interno dei confini della propria regione o comune. L’Italia quest’anno ha investito molto per promuovere il turismo interno. Hotel e ristoranti ne hanno beneficiato, pur con tutti i limiti del caso.

Trend 2021 per il settore travel: smart holiday

Lavorare ovunque godendosi nel frattempo il piacere di stare in un luogo di vacanza. Una tendenza di viaggio ambita e seguita da sempre più persone. Basta avere a disposizione una struttura munita di servizi digitali e poi, a lavoro compiuto, si può uscire a prendere un po’ d’aria fresca. Non sono pochi gli alberghi che si sono dedicati a mettere a disposizione servizi legati a tale forma di viaggio-lavoro.

Viaggi in mete poco affollate

Per questioni legate alla necessità di incrementare il numero di contagi, molte persone hanno scelto di privilegiare vacanze in destinazioni poco conosciute. I brand legati alla travel industry hanno pertanto valorizzato borghi antichi e località di norma avulse dalla fregola del turismo di massa, consigliando ai turisti di recarvisi per staccare dalla quotidianità.

Spotify: in arrivo i concerti virtuali

Spotify: in arrivo i concerti virtuali

Spotify, leader indiscusso dello streaming musicale, si sta impegnando per il lancio di un nuovo progetto: sono in arrivo i concerti virtuali.

L’impatto del COVID-19 sul settore musicale ha avuto esiti drammatici, soprattutto a causa del blocco degli eventi fisici. Le stime delle perdite rilevate nei mesi precedenti, infatti, ammontano a 350 milioni di euro per il settore della musica live, un business che vedeva impiegate circa 60 mila persone prima del lockdown.

Spotify ha deciso di appoggiare questo settore che presenta prospettive future ancora incerte con la volontà di connettere – virtualmente – gli artisti con i loro fan.

Il nuovo progetto di Spotify è emerso grazie ad alcune attività di reverse engineering effettuare da Jane Manchun Wong, una Reverse Engineering Blogger per l’appunto. E sebbene non sia ancora esplicito il momento del lancio sembrerebbero essere a buon punto e non vi sono dubbi sulle intenzioni della piattaforma.

I fan avrebbero la possibilità di acquistare i biglietti per i concerti virtuali online, attraverso un software già in possesso di Spotify.
Se prima l’app permetteva agli utenti di scoprire gli eventi live disponibili, ora si limiterebbe a suggerire quelli virtuali coinvolgendo un più ampio bacino di potenziali partecipanti.

Spotify, in arrivo con i concerti virtuali, è in una posizione vantaggiosa soprattutto in un momento di incertezza e crisi come quello attuale. La piattaforma, infatti, è apprezzata non solo dagli ascoltatori, ma anche dagli artisti ed è difficile poter immaginare che questi ultimi possano declinare una simile offerta,

Come ridurre il tasso di abbandono e migliorare il processo di check-out

tasso abbandono processo check out

Il processo di check-out è l’ultimo step del CJ online, ma è quello decisivo. Migliorare l’esperienza online è fondamentale per ridurre il tasso di abbandono e trasformare una vendita potenziale in una reale conversione.

Molto spesso può accadere che il cliente online abbandoni il CJ, e quando ciò avviene è fondamentale valutare a che stadio del processo di acquisto avviene l’abbandono.

Se l’abbandono avviene proprio nella fase di check – out vi sono delle Best Practices da applicare che permettono di diminuire il tasso di abbandono di un sito eCommerce.

Cosa si aspettano i Consumatori online


Le aspettative degli user online sono sempre più elevate, infatti, sono alla ricerca di esperienze di acquisto seamless ovvero senza soluzioni di continuità e frictionless ovvero senza frizioni tra i touch point disponibili.

E’ necessario trasmettere un’esperienza di acquisto user friendly, anche per gli utenti meno esperti, dove la chiarezza, la semplicità e la rapidità fanno da padrone, affiancate alla comodità e alla sicurezza.

In questo articolo sono presenti le Best Practices per ridurre il tasso di abbandono e migliorare il processo di acquisto.

3 Best Practice per ridurre il tasso di abbandono e migliorare il processo di check-out

Offrire modalità di pagamento alternative


Ecco alcune delle possibilità di pagamento che un sito eCommerce non dovrebbe sottovalutare:

  • Visa
  • Mastercard
  • PayPal
  • ApplePay
  • Contrassegno
  • Compra ora e paga dopo
  • Pagamento a rate (solo per determinati prodotti o servizi)

I consumatori hanno preferenze diverse ed è fondamentale rispondere alle loro esigenze.
Di cruciale importanza per ridurre il tempo in fase di check – out delle transazioni future è l’opzione one-click purchase.
Favorire il one-click purchase per ridurre il tempo della transazioni future, evitando all’utente di dover reinserire i dati personali necessari per completare la transazione.

Fornire pagamenti cross-border


La possibilità di affidarsi all’eCommerce ha ampliato i confini delle aziende, le vendite dapprima circoscritte solo in specifiche zone geografiche, ora sono prive di confini definiti.
Avere una clientela internazionale presuppone maggiore attenzione agli aspetti relativi a: costi di trasporto, tassi di cambio, dazi ed eventuali fees.
Serve trasparenza, accuratezza e sicurezza, per incoraggiare i clienti oltreconfine a concludere gli acquisti.
Questo è possibili affidandosi a sistemi digitali ERPs e ECMs, piattaforme Retail e software di contabilità che gestiscono ogni aspetto della transazione.

Abbracciare le tecnologie emergenti


Secondo l’ Ecommerce Trends 2020 survey report, il 44% delle compagnie eCommerce sta cercando di implementare, cambiare o migliorare le tecnologie utilizzate nel processo di check-out.
L’automazione nei processi di check-out porta a due enormi vantaggi:

  • L’ottimizzazione delle attività di back-end, semplificando le operazioni interne, generando precisione e aumentando la produttività;
  • Il miglioramento delle relazioni con i clienti che si interfacciano con un processo più semplice.

I consumatori moderni hanno elevate aspettative, non tollerano interruzioni e ostacoli lungo il loro CJ, perciò è fondamentale curare ogni singolo aspetto del processo di check-out al fine di ridurre il tasso di abbandono e trasformare le visite al sito in conversioni.

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BURGER KING® stampa gli ordini sulle mascherine

Burger King Mask
Burger King Mask

L’utilizzo della mascherina, oramai, è diventata un’attività che accompagna quasi tutte le azioni quotidiane. Si sa, le mascherine sono prive di ogni comfort e talvolta rendono più complessa anche la comunicazione tra le persone.
Ma BURGER KING® ha trovato una divertente soluzione: stampare gli ordini sulle mascherine.

Lo scorso 10 agosto BURGER KING® ha lanciato una campagna “La maschera BURGER KING® ti toglie le parole di bocca”, questa iniziativa, oltre a essere spiritosa è anche intelligente. La catena di Fast Food, infatti, si batte nel rispetto delle norme di sicurezza per contrastare la diffusione del virus.

BURGER KING® stampa gli ordini sulle mascherine

I Fast Feeder possono personalizzare la loro mascherina in pochi semplici passi: basta accedere alle pagine Social – Facebook e Instagram – del Fast Food, commentare il post della campagna e così BURGER KING® stampa gli ordini sulle mascherine.

In questo caso, oltre all’interesse per l’aspetto relativo alla salute degli individui, BURGER KING® ha sfruttato anche la leva della personalizzazione, elemento in grado di aumentare l’intera User Experience.

Ed ecco che uno sguardo vale più di mille parole e i dipendenti non hanno più bisogno di sforzarsi per comprendere il tipo di hamburger da aggiungere all’ordinazione, evitando in più di commettere errori.

C’è da aggiungere che forse per veder stampati gli ordini sulle mascherine di BURGER KING® anche in Italia sarà necessario attendere, ma è senza dubbio un’idea geniale. D’altronde l’originalità delle campagne proposte dalla catena di fast food non passa mai inosservata.

Questione di branding: come differenziare un brand per renderlo unico

branding differenziarlo e renderlo unico

Il successo di un brand non si limita unicamente alle caratteristiche intrinseche dei prodotti o servizi che offre al mercato, quindi come è possibile differenziare un brand per renderlo davvero unico? È una questione di branding.

Essere in grado di emergere tra la moltitudine di marchi che pervadono il mercato non è un’impresa semplice, soprattutto nel contesto attuale, dove lo sviluppo delle tecnologie digitali ha reso più semplice farsi notare, anche alle realtà più piccole.

Fare branding significa dare voce al proprio marchio e differenziarlo rispetto ai concorrenti attualmente è un’attività che non può essere sottovalutata.

Branding: Best Practices per differenziare un brand e renderlo unico

I Valori portano valore al brand

Un brand deve avere dei valori che guidano la presa delle decisioni. I clienti si identificano nei valori del brand e ne percepiscono la coerenza nel rispettarli. Identificare i valori di un marchio permette di attirare clienti che in questi elementi si identificano, finendo per aumentare la loyalty nei confronti del brand

I brand hanno uno scopo

Le persone si aspettano che i brand prendano una posizione e appoggiano positivamente quelli in grado di farlo.
Patagonia ad esempio è fortemente incentrata sulla limitazione dei danni ecologici e persegue con tenacia l’obiettivo di ridurre al minimo gli impatti ambientali cercando di migliorare costantemente i prodotti che realizza.

Accorciare le distanze

I brand dovrebbero prendersi cura dei clienti come fossero loro amici, con la volontà di fargli vivere delle esperienze di consumo degne di un feedback positivo, dovrebbero, inoltre, essere presenti con continuità attraverso i touch point a disposizione al fine di creare relazioni di valore.

Essere sul pezzo

I brand forti sono in grado di “vivere nel presente”, affrontare la quotidianità – nel bene o nel male – così come le persone. I brand in grado di avvicinarsi alle questioni attuali, che comunicano messaggi positivi e di supporto, sono quelli che maggiormente verranno apprezzati dai consumatori. Un’interessante esempio riguarda le iniziative proposte dai brand per celebrare lo scorso Gay Pride.

Per concludere, quindi, per differenziare un brand e renderlo unico è necessario investire risorse in attività di branding, è qualcosa che ha strettamente a che vedere con l’umanizzazione” del brand, i marchi dovrebbero, non solo essere vicini alle persone ma, comportarsi proprio come loro.

Come fare link building di qualità

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Come fare link building di qualità. Le strategie link building sono cruciali nel garantire il benessere di un sito web e incrementare traffico e conversioni. La disciplina qui considerata è però piuttosto difficile da affrontare, e un novizio si troverà allo sbaraglio se non sa da dove partire.

Come fare link building di qualità

Oggi ti spiego come si può fare link building di qualità a partire dal tuo sito web. È sempre bene partire da una triade di linee guida facili e basilari, così da impalcare la strategia link building su fondamenta solide.

Link building? Crea un blog

Creare un blog non significa limitarsi a darne vita per poi dimenticarsene. Bisogna mantenerlo attivo. Crea un piano editoriale strutturato, scrivi post su base regolare, focalizzati sul tuo settore di competenza e sulle esigenze specifiche del tuo cliente. Preoccupati che i tuoi contenuti siano ben fatti, validi e pieni di informazioni di qualità.

Richiedi backlink

Un ottimo modo per iniziare, specialmente se si è agli inizi nel settore, è richiedere backlink dai siti web. Come? Contattando tutti coloro che conosci e che sai che hanno un blog o sito web, chiedendo loro un backlink nel contenuto. Il backlink deve sempre provenire da un sito web pertinente con quanto sei solito proporre. Altrimenti è tutto fiato e fatica sprecati. E non c’è nulla di più frustante che sapere di aver lavorato tanto, sprecando tempo, soldi ed energie per qualcosa di fallimentare.

Cementa le relazioni

Non c’è backlink senza una relazione di fondo solida e massiccia. Ecco perché devi creare contatti stabili e destinati a durare. Comincia con community legate alla tua nicchia. Vai nei forum, cerca, scopri, impara a interagire con gli utenti che ne fanno parte. Contribuisci come puoi nelle discussioni e cerca di postare contenuti interessanti, tali da creare valore nella community.

Come diventare un bravo storyteller

storyteller
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Come diventare un bravo storyteller. Fare storytelling non significa limitarsi a raccontare storie o informare la propria audience sull’uscita di nuovi prodotti o servizi. Comunicare è la parola chiave. Riuscire a entrare in sintonia con gli utenti accompagnandoli durante la loro esperienza di acquisto.

Alcuni consigli per diventare un bravo storyteller

Ti proponiamo di seguito alcune linee guida per formarti come storyteller e comunicare con efficacia con i tuoi utenti.

Sei uno storyteller? Sii sincero

Quando racconti, cerca sempre di far risaltare i tratti più autentici della tua storia. Mettiti a nudo, esponiti ed esprimi ciò che senti facendo in modo che sia la forma più pura e cristallina di ciò che vuoi comunicare. Sincerità è la parola chiave. Perciò scrivi, scrivi, scrivi, tenendo sempre presente il dovere di comunicare con chiarezza la genuinità di ciò che poi andrai a vendere.

Definisci il tuo pubblico

Chi è il tuo pubblico? Perché l’hai scelto? Quanti anni ha? Quali sono i canali che privilegerà per seguirti? Poniti queste domande e sarai già in grado di creare una buyer persona vicina al vero. Più il pubblico è definito e maggiori saranno le possibilità di cogliere nel segno, perché potrai creare contenuti su misura di quella specifica nicchia.

Organizza il tuo discorso

Organizza ciò che vuoi scrivere servendoti di un calendario editoriale. Programma i tuoi articoli e cerca sempre di spalmarli in un arco temporale vasto e massiccio. Ogni giorno oppure ogni due giorni. E fai in modo che gli articoli trattino tematiche utili per il consumatore: news, consigli, tutorial, parti approfondite di prodotti particolari. Non suona male l’idea di dedicare a ciascuna settimana una tematica particolare.

Comunica attraverso i social

Sfrutta i canali social per interagire con i tuoi contatti e promuovere i tuoi articoli. Ricorda che ogni canale vive in base a regole sue: facebook funziona in maniera diversa rispetto a Instagram, e TikTok è un universo a sé.

Assistenza personalizzata al cliente: come realizzarla nell’ecommerce

Assistenza personalizzata Oct8ne

L’assistenza ai clienti è fondamentale per generare fidelizzazione e assicurarsi delle vendite (che non diventano resi).

I clienti che vengono guidati nell’acquisto comprano più spesso. Oct8ne ha realizzato lo studio su 4 casi di assistenza clienti

Se pensiamo all’effettuare un acquisto online, tutti ci immaginiamo di navigare su una pagina web, mentre aggiungiamo prodotti al carrello. Invece, se pensiamo ad un acquisto offline, ci immaginiamo guardando e toccando prodotti, un dipendente che ci chiede se abbiamo bisogno di aiuto e il cassiere che ci spiega quanto tempo abbiamo per cambiare il prodotto. 

Tuttavia, a oggi, le differenze tra questi due modelli di business sono ancora tante. Fare in modo che l’esperienza d’acquisto online sia quanto più simile a quella offline è essenziale per il buon andamento di un ecommerce; per questo un punto chiave da tenere in conto è l’offrire un’assistenza personalizzata.

L’assistenza clienti di un ecommerce personalizzata induce all’acquisto

Se l’assistenza clienti di un ecommerce, invece di limitarsi a risolvere dubbi, offre un’assistenza personalizzata, accompagnando gli utenti durante il processo d’acquisto, questi ultimi si sentono più sicuri e comprano più facilmente.

Ne sono prova i quattro ecommerce che utilizzano l’attenzione al cliente visiva per assistere i propri clienti come in un negozio fisico. Oct8ne ha analizzato quattro casi: Smart Generation, Elettrodomestici Miró, Textura e Petclic che hanno incrementato le proprie vendite utilizzando.

In che modo questi ecommerce offrono un’attenzione al cliente su misura ai propri clienti?

1. Esperienza visiva

Da sempre, nel mondo online, si è cercato (inutilmente) di sostituire la figura del venditore con algoritmi, punteggi e consigli; tuttavia nessuno di questi elementi può sostituire la figura di un agente. Se un ecommerce vuole rafforzare il suo processo di vendita, ha bisogno di venditori, e solo offrendo un’attenzione al cliente visiva riesce ad avvicinare l’esperienza d’acquisto offline agli acquisti su Internet.

Offrire un’attenzione visiva fa sì che agente e cliente si possano capire al meglio, l’agente può vedere in tempo reale le necessità del cliente e guidarlo durante il processo di acquisto affinché migliorando l’esperienza dell’utente, si riesca ad aumentare anche il tasso di fidelizzazione dei clienti.

Un cliente soddisfatto è un cliente che ritorna e che quando compra le volte successive, avendo già fiducia nell’ecommerce e conoscendo già il prodotto è potenzialmente propenso a spendere di più. Marc Erra, CEO di Oct8ne, conferma che questo porta a un aumento del ritorno degli utenti di circa il 70%.

2. Cronologia dei prodotti visti

Nel mondo degli acquisti online, normalmente l’operatore non sa quello che il cliente cerca, o in che parte del web si trova, se ha aggiunto prodotti al carrello… In una situazione come questa è dunque impossibile conoscere le necessità o i gusti del cliente e implementare strategie di up-selling o cross-selling

Secondo i dati presentati da Oct8ne durante l’e-show, il tasso di conversione si moltiplica fino a 18 volte se un agente consiglia e propone attivamente prodotti al cliente mostrandoli in tempo reale.

3. Segmentazione predittiva

Poter segmentare gli utenti della tua rete e identificare potenziali clienti è molto importante per il tuo negozio online. I triggers predittivi aprono la chat in maniera automatica, offrendo un aiuto personalizzato al cliente nel momento opportuno (come per esempio nel caso in cui abbia visto più di X prodotti, o se si trovi da più di X minuti nella pagina di checkout) ed evitare così un possibile abbandono del carrello.

Da uno studio realizzato da Oct8ne, risulta che attivare questi algoritmi predittivi fa sì che il tasso di conversione si moltiplichi da 3 a 9 volte. 

Casi di successo in numeri

Per sapere come i clienti hanno tratto vantaggio dai triggers e da altre funzionalità di questo software come il covisore, abbiamo seguito lo studio di Oct8ne. Ecco la sintesi dei dati:

  • Smart Generation ha aumentato il suo tasso di conversione del 30% ricevendo il 72% delle richieste dei clienti attraverso i triggers predittivi;
  • Elettrodomestici Miró ha raggiunto un CRO del 34,2% grazie alla possibilità di mostrare prodotti in tempo reale attraverso la chat di Oct8ne;
  • Textura ha aumentato le vendite fino a un 23,6% e ha convertito un 18,52% dei visitatori di ritorno;
  • Petclic ha convertito il 20,31% del traffico grazie al covisore e il  41,13% dei clienti che sono stati assistiti fino al checkout ha finalizzato l’acquisto. 

La formazione di qualità per un ecommerce di successo

Se vuoi approfondire gli strumenti che possono ampliare le possibilità di vendita del tuo ecommerce, imparare nuove strategie di marketing e trovare nuovi clienti, il miglior investimento che puoi fare è sulla formazione.

EcommerceDay 2019 è l’appuntamento annuale dove puoi ampliare la tua conoscenza del mercato digitale e fare networking. La IX edizione si tiene il 3 ottobre a Milano: per prenotare i biglietti, vai sul sito ufficiale.

Eleonora Carisi: la moda e i social in Piemonte

Eleonora Carisi: la moda e i social in Piemonte

Di Torino, una laurea in marketing e comunicazione. Questa è Eleonora Carisi, uno dei volti più importanti della moda e dei social italiani. Un fashion blogger un po’ milanese e un po’ torinese.

Eleonora Carisi: una passione per la moda arrivata sui social

Prima di sbarcare sui social la fashion blogger di moda e stile aveva un negozio a Torino. Qui raccoglieva le creazioni di piccoli e meno piccoli stilisti indipendenti e sfruttava un po’ i social. Non molto, non ne aveva ancora fatto il suo lavoro a tempo pieno. Ha iniziato raccontando un po’ i capi del suo negozio, bazzicando su facebook dei primi tempi e Myspace e lasciando qualche notizia sulle sue vacanze.
Poi, nel 2010, decide di aprire il suo blog e da lì arriva la notorietà. Parla di lifestyle, moda, fashion, consigli di svariato genere. Parla di qualsiasi cosa le interessi e faccia parte della sua vita e di quella dei suoi followers. Da lì è esploso il successo, facendo sì che la torinese diventasse, oggi, una delle fashion blogger più influenti d’Italia, tra social e collaborazioni con grandi brand di moda.

Digital influencer metà di Torino e metà di Milano

Da ragazzina la digital influencer di moda a live style andava, da Torino, a prendere il treno per Milano per poterci passare il sabato pomeriggio. Ora, dopo anni, si è finalmente trasferita lì, nella New York italiana, per portare avanti il suo lavoro. La sua giornata è divisa tra Instagram, il suo blog e l’ufficio. Sì, perché Eleonora Carisi non è solo un’influencer. Ha aperto un’agenzia di management da qualche anno e lì si occupa di clienti in tutto il mondo, dall’Italia agli stati uniti.

600 mila followers su Instagram e la televisione

Moda, fashion e social, ma Eleonora Carisi non è solo questo. Assieme ad altri due colleghi influencer si è trovata a lavorare per Real Time in un programma a loro dedicato. Ma la passione per la televisione non si ferma ai reality. La giovane donna ha ammesso che non le dispiacerebbe portare avanti l’hobby dei film e chissà che non ci riesca. Nulla sembra averla mai fermata. Da laureata è passata a essere padrona di un suo negozio, influencer tra le più importanti d’italia, designer per zalando e donna in carriera. E la notte è ancora giovane. Ha già fatto il suo passaggio sui Red Carpet di Venezia e Cannes, quindi il primo passo è fatto. E anche il secondo.

La moda di Instagram e Instagram

Quella che per alcuni era una moda passeggera ora è la realtà di tutti i giorni. Instagram, blog, internet e moda vanno a braccetto, dando vita a stelle come Eleonora Carisi. Il mondo del marketing e dell’e-commerce ormai sanno quanto influencer e blogger siano importanti per questa realtà.
Eventi, storie e racconti di successo sui social sono all’ordine del giorno e moda, fashion e internet sono talmente legati da essere il tema dell’e-commerceday 2018 di Torino. Soprattutto in uno stato come l’Italia, dove la moda è uno dei tratti caratteristici, l’influenza del digitale in questo mondo non può venire ignorata, ma sfruttata al meglio.

Casi di successo. La storia di Gucci

GURU-La-storia-di-Gucci

L’Italia è sinonimo di moda e style in tutto il mondo e tra i tanti nomi storici della penisola uno che non può mancare è quello di Gucci. Ma se ora per molti è sinonimo di negozi di lusso, non tutti sanno come questo marchio sia riuscito nel tempo a diventare quello che è ora.

Gucci e il legame con l’equitazione

Nel 1921 Guccio Gucci torna alla sua città natale: Firenze. Dopo anni passati a lavorare in hotel di lusso ha sviluppato uno spiccato senso per il gusto, oltre che consapevolezza dei bisogni e desideri delle diverse clientele. Sceglie di mettere a frutto la sua esperienza in Italia, dove inizia aprendo piccoli negozi pelletteria e articoli per l’equitazione per le vie della città toscana. È così che inizia la storia di questo brand ora famoso nel mondo.
Il legame di questo brand con il mondo dei cavalli si vede ancora oggi, nei mocassini e nelle borse decorate con il famoso morsetto o la staffa, per esempio. Oppure nei colori verde-rosso-verde, presenti in foulard o decorazioni del marchio, ispirati ai sottopancia dei cavalli. La casa di moda italiana è sempre riuscita a unire il suo passato con il futuro, mantenendo inalterata la sua classe.

Un marchio che ha vestito star e regine, da Audrey Hepburn a Grace Kelly e il foulard flora

Dopo aver aperto punti vendita in tutta Europa nel 1953 Gucci sbarca a New York. E lì fa innamorare anche gli Stati Uniti del suo stile italiano, elegante e inconfondibile. È stata proprio l’originalità del marchio e la fantasia del suo fondatore a permettere a Gucci di sopravvivere nel tempo, anche durante la Seconda Guerra Mondiale. Ed è dopo quegli anni che si afferma globalmente come simbolo di raffinatezza.
Dal suo arrivo negli Stati Uniti i prodotti Gucci diventano un must anche oltre oceano, conquistando il mondo, arrivando a vestire le star di Hollywood. Abitudine rimasta invariata nel tempo. Abiti e accessori della casa d’alta moda fiorentina decorano ancora oggi star di ogni dove, brillando sui red carpet di tutto il mondo. Ma non sono solo state le attrici ad apprezzare l’inconfondibile stile italiano. È famosa la storia del foulard a motivo flora creato appositamente per Grace Kelly, principessa consorte di Monaco. Si tratta di una fantasia di colori e fiori che ha lasciato il segno nel mondo della moda e che ancora oggi fa parte dei capisaldi del marchio.

Dal mondo fisico all’e commerce: Gucci continua a crescere

Si sa, la ragione per cui la moda sopravvive è perché è capace di anticiparsi e non rimanere mai indietro. Nel corso degli ultimi anni molte case di moda italiane e del mondo si sono adattate alle nuove richieste di mercato. Non sono più solo boutique, ma anche negozi online, così da soddisfare clienti in tutto il mondo e raggiungere ogni luogo. Sfruttando social, soprattutto Instagram, fashion bloggers, il suo nome importante e il suo stile inconfondibile, Gucci è più grande che mai anche su internet.
Il web, d’altro canto, si è dimostrato alleato dei grandi nomi italiani e del made in Italy, capace di far arrivare il mondo della moda italiana ovunque, diventando una nuova arma nelle mani dei brand. Ragione per cui brand, fashion e design sono gli argomenti di eventi come l’E-commerce Day, dove si parlerà di come sfruttare al meglio i nuovi strumenti di questo mondo.
Strumenti che Gucci conosce già al meglio, dimostrando come l’alta moda possa stare ovunque, dai negozi fisici a quelli online. L’importante infatti è lo stile inconfondibile e storico, unito alla capacità di essere sempre al passo con i tempi. Che, alla fine, è ciò che hanno sempre fatto la moda e Gucci.

EcommerceDay e il Comitato Scientifico al lavoro per una nuova visione del digitale e un commercio sostenibile

EcommerceDay e il Comitato Scientifico
EcommerceDay e il Comitato Scientifico

Eticommerce: cultura, innovazione e nuovi modelli per un commercio sostenibile

Cosa succede quando imprenditori, manager e innovatori del lusso, del food, del fashion, della cosmetica e della tecnologia si incontrano per confrontarsi sulle sfide e sulle opportunità del commercio digitale? Nasce un dialogo autentico, trasversale, multidisciplinare. Un dialogo che non si limita a condividere know-how, ma genera visioni, alleanze e nuovi modelli di sviluppo.

La prima riunione del Comitato Scientifico di EcommerceDay 2025 ha acceso i riflettori su un concetto nuovo e potente: Eticommerce.

Un neologismo che sintetizza l’urgenza di coniugare innovazione, sostenibilità, etica e cultura del consumo all’interno di un sistema economico sempre più interconnesso e complesso.

Questa visione nasce in un momento storico cruciale, in cui il commercio sta ridefinendo sé stesso per rispondere a una nuova generazione di consumatori, a mercati iper-competitivi, a crisi geopolitiche e ambientali che impongono riflessione e cambiamento.

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Eticommerce: dove cultura, etica e business si incontrano

Come ha ricordato Samuele Camatari, fondatore di EcommerceDay e di Jusan Network, la cultura dell’e-commerce in Italia è nata tra gli scetticismi, ma ha saputo evolversi in uno spazio di formazione, contaminazione e crescita comune:

«Abbiamo iniziato a parlare di e-commerce quando sembrava una follia. Oggi parliamo di cultura, persone, esperienza. L’e-commerce non è solo tecnologia e processi: è relazione

E proprio da questa relazione nasce Eticommerce, una visione che mette al centro la responsabilità sociale delle imprese, la coerenza del brand, la trasparenza nei confronti dei clienti e la valorizzazione delle filiere produttive. Un modello di business dove etica, sostenibilità e cultura del consumo guidano le scelte strategiche e diventano parte integrante dell’innovazione.  Un manifesto valoriale da costruire insieme, a più mani.

EcommerceDay e il Comitato Scientifico – un comitato multidisciplinare che guarda al futuro

Durante l’incontro, il comitato ha accolto testimonianze provenienti da mondi differenti ma interconnessi. Un confronto che ha evidenziato criticità, ispirazioni e sfide comuni:

  • Luca Pennavaria (La Prairie) ha sottolineato l’importanza di un’esperienza digitale immersiva, ispirata al modello asiatico, in grado di costruire relazioni significative con il brand prima ancora dell’acquisto.
  • Gianluca Borghi (10 Corso Como) ha rilanciato la visione della cultura italiana del bello come leva strategica dell’espansione internazionale con un approccio multicanale e coerente.
  • Emanuele Mazziotta (Coccinelle) ha messo l’accento sulla coerenza tra immagine e posizionamento strategico dei brand: «Il cliente percepisce quando manca allineamento tra ciò che un marchio promette e ciò che realmente offre.»
  • Alberto Spinelli (Latteria Soresina) ha ricordato che l’innovazione non può prescindere dalla logistica: «Il reso gratuito non è un diritto assoluto, ma un costo ambientale e culturale. Serve educazione al click consapevole.»
  • Angelica Maftei (EcommerceDay) ha invitato a integrare nel dialogo anche i retailer e il canale wholesale, troppo spesso lasciati fuori dalle strategie di brand experience.
  • Luca Pennavaria (cosmetica & lusso) ha aggiunto: «Il lusso ha una responsabilità sociale. L’etica non è una rinuncia al profitto, ma la condizione per renderlo sostenibile nel tempo.»

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EcommerceDay contaminazione positiva e cultura del consumo

Nel corso dell’incontro si è consolidata la consapevolezza che l’e-commerce non è un canale di vendita, ma un’estensione del commercio. La phygital experience – dove online e offline si fondono – è ormai imprescindibile. Il cliente non distingue più tra “negozio” e “sito”: cerca esperienze coerenti, relazioni umane, trasparenza.

L’esperienza virtuale diventa estensione dell’esperienza fisica. Live streaming, shopping conversazionale, immersione nei valori del brand: si tratta di creare relazioni che nascono digitalmente e crescono nel tempo. 

Il tema della logistica è stato centrale. Alberto Spinelli ha riportato la necessità di un acquisto e consumo consapevole: 

«Senza una logistica solida, anche il negozio più bello resta con gli scaffali vuoti. E il reso gratuito? È una trappola che svilisce la supply chain e promuove lo spreco. Serve educare il cliente al click consapevole». 

Il valore della filiera del commercio: dal food alla moda

Durante la riunione, il Comitato Scientifico di EcommerceDay ha dedicato ampio spazio a un tema cruciale per l’intero ecosistema commerciale: la tenuta delle filiere produttive e distributive. Dalla moda al food, passando per il beauty e il tech, tutte le filiere oggi si trovano a operare in un contesto altamente competitivo e, in molti casi, squilibrato. Marketplace sempre più aggressivi, pratiche di dumping internazionale, dinamiche di prezzo al ribasso e politiche promozionali poco sostenibili mettono sotto pressione i produttori, comprimendo i margini e impoverendo la qualità dell’offerta.

Eppure, esistono modelli virtuosi che dimostrano come sia possibile coniugare competitività, etica e valore. Tra questi, il comitato ha evidenziato l’esempio delle cooperative italiane del settore alimentare, che con trasparenza, tracciabilità e attenzione all’intera catena del valore – dalla produzione alla distribuzione – riescono a garantire standard elevati di qualità e sostenibilità. Un approccio che rafforza il legame con il consumatore finale, che tutela anche il lavoro, il territorio e l’identità dei prodotti.

Un ragionamento estendibile anche ad altri settori, come quello della moda e della cosmetica, dove si stanno affermando modelli di slow production, artigianalità evoluta e supply chain responsabili. La sfida per le imprese è chiara: costruire filiere resilienti e coerenti con i valori di un consumatore sempre più attento, informato e consapevole.

Prossimi passi: cultura condivisa, eventi diffusi

Dal dialogo sono emerse due priorità condivise: dare continuità al confronto e progettare insieme i prossimi eventi EcommerceDay, portando testimonianze autentiche, casi studio e nuove idee per un commercio digitale più consapevole. 

Il confronto ha tracciato le prossime tappe del progetto EcommerceDay 2025: un ecosistema di eventi diffusi, accessibili e tematici, che si articoleranno nei Focus verticali (Beauty & Pharma, Food, Fashion, Design, B2B, CRM) e nel grande evento annuale.

Obiettivo: creare cultura, formare competenze, costruire ponti tra produzione, distribuzione, innovazione e consumo.

EcommerceDay e il Comitato Scientifico per un nuovo modello del commercio

Il Comitato Scientifico di EcommerceDay va oltre un’entità formale, è un laboratorio dinamico dove le idee prendono forma e generano impatto. Il commercio del futuro non può prescindere dalla responsabilità, dalla trasparenza e dalla centralità della persona.

È tempo di costruire un modello nuovo, concreto, umano.
È tempo di Eticommerce.

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Guida completa al Social Media Management: come iniziare, crescere e trovare clienti

social media manager
guida social media management

Social Media Manager

Immagina di poter lavorare ovunque, costruendo strategie digitali che fanno crescere aziende e progetti. Che tu sia in riva al mare o in un coworking in città, questa è una possibilità reale per chi padroneggia le competenze del social media management.

Il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente. Oggi le imprese cercano professionisti capaci di gestire la comunicazione sui social in modo strategico, non semplici esecutori. Essere presenti online non basta: serve direzione, coerenza e creatività.

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Professionista dei social: Social Media Manager

Il Social Media Manager non è una figura improvvisata. È il cuore pulsante della comunicazione online. Un ruolo che richiede preparazione, visione strategica e capacità multidisciplinari.

Non esiste un solo corso che possa racchiudere tutto ciò che serve sapere. Ma esistono delle aree fondamentali su cui investire per costruire una professionalità solida e duratura.

Le 4 competenze indispensabili per lavorare nei social media come Social Media Manager professionista

Copywriting: scrivere per informare, coinvolgere, convertire

Saper scrivere non basta. Serve conoscere le regole della comunicazione persuasiva, scegliere le parole giuste per il pubblico giusto, adattarsi ai diversi formati: post, video, caroselli, reel.

Il copywriting è il pilastro su cui costruire contenuti di valore. Allenarsi quotidianamente alla scrittura migliora anche le capacità di sintesi, storytelling e posizionamento del messaggio.

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Design visivo: attirare lo sguardo, raccontare un’identità

Viviamo in un’epoca in cui l’estetica gioca un ruolo cruciale. Saper realizzare o valutare contenuti visivamente efficaci è essenziale. Non si tratta solo di “belle immagini”, ma di trasmettere valori, emozioni e messaggi chiari in pochi secondi.

Con strumenti come Canva o Figma, oggi è possibile ottenere risultati professionali anche senza essere designer. Ma bisogna conoscere almeno i fondamenti del visual design.

Advertising: trasformare contenuti in risultati

Promuovere i contenuti con la pubblicità è ciò che permette di raggiungere nuovi pubblici, aumentare l’engagement e generare conversioni. Conoscere le basi del social advertising (targeting, budget, formati) è una competenza chiave.

Sapere come impostare una campagna e analizzarne le performance fa la differenza tra un contenuto “bello” e un contenuto che genera fatturato.

Data analysis: comprendere l’impatto reale dei contenuti

Ogni azione sui social produce dati. I like e le visualizzazioni sono solo la punta dell’iceberg. Comprendere i numeri, individuare i pattern e migliorare le performance attraverso l’analisi è una skill trasversale fondamentale.

Un buon Social Media Manager sa interpretare i dati e trarne indicazioni strategiche concrete.

Skill extra che aumentano il valore di un Social Media Manager professionista

Oltre alle competenze base, ci sono altre abilità che ti renderanno ancora più competitivo:

  • Empatia e ascolto attivo, utili nella gestione delle community
  • Editing video base, per creare contenuti dinamici in autonomia
  • Gestione dei trend, per cogliere opportunità di visibilità
  • Capacità organizzativa, per gestire team e progetti complessi

Costruire la tua carriera da Social Media Manager

Una volta acquisite le competenze, è il momento di metterle in pratica. Ma come si inizia davvero?

Crea il tuo primo portfolio

I tuoi stessi canali social possono diventare un biglietto da visita. Mostra coerenza, sperimenta formati, documenta i risultati. Se sei all’inizio, proponiti a piccole attività locali o progetti pro bono per ottenere casi studio concreti.

Specializzati per distinguerti

Essere generalisti non sempre aiuta. Concentrarsi su un settore (moda, food, benessere, turismo, ecc.) può renderti più credibile agli occhi dei potenziali clienti. La verticalità ti permette di parlare la lingua del settore e di ottenere risultati più specifici.

Agisci anche offline

Non sottovalutare il contatto diretto. Spesso, piccole imprese e attività locali non hanno idea di come muoversi nel digitale, ma hanno bisogno di aiuto. Offri soluzioni semplici, concrete e un supporto reale. Il passaparola è ancora uno dei canali di acquisizione più potenti.

Leggi anche: Live Shopping: la rivoluzione dell’e-commerce con Bazr

Errori da evitare quando inizi questa professione

  1. Offrire servizi prima di essere preparati
  2. Restare nella mediocrità, senza specializzarsi
  3. Inseguire vanity metrics invece di puntare ai risultati di business
  4. Non investire nella propria formazione continua
  5. Isolarsi invece di lavorare in sinergia con altri professionisti

Leggi anche: EcommerceWeek Communication – dal digital marketing ai social media alla SEO

Un percorso in 3 fasi per costruire la tua carriera da Social Media Manager

Fase 1 – Formati bene

Studia il copywriting, familiarizza con la grafica, impara l’advertising e l’analisi dati. Usa risorse gratuite e investi tempo nella pratica.

Fase 2 – Crea esperienza

Gestisci account reali, partecipa a progetti, documenta i tuoi successi. Se necessario, lavora gratis o a tariffe simboliche: l’obiettivo è imparare e costruire fiducia.

Fase 3 – Trova clienti e posizionati

Utilizza LinkedIn, piattaforme freelance, eventi, passaparola. Prepara pacchetti chiari e professionali per attrarre i primi clienti e far crescere la tua reputazione.

Leggi anche: TikTok Shop arriva in Italia: il nuovo volto dello shopping online tra intrattenimento, creator economy e digital retail

Social Media Manageruna professione in evoluzione

Essere Social Media Manager oggi significa essere creativi, tecnici e analitici allo stesso tempo. È una professione dinamica, in continua evoluzione, che richiede dedizione, studio e spirito imprenditoriale.

Ma se intrapresa con metodo, può offrire soddisfazione, libertà e grandi opportunità di crescita.

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Metodi di pagamento alternativi: entro il 2030 saranno l’82% delle transazioni e-commerce

metodi di pagamento alternativi
metodi di pagamento alternativi e trend

Metodi di pagamento alternativi – BNPL, wallet digitali e shopping consapevole

BNPL, wallet digitali e shopping consapevole sono i nuovi trend che stanno rivoluzionando il retail. Entro il 2030, l’82% delle transazioni online sarà effettuato attraverso metodi di pagamento alternativi, superando definitivamente carte di credito e debito. A confermarlo è uno studio realizzato da Scalapay in collaborazione con Casaleggio Associati, che fotografa una rivoluzione già in atto nel panorama del retail europeo e globale.

Il 2024 ha segnato un punto di svolta: la crescente inflazione, la digitalizzazione dei comportamenti di acquisto e la diffusione di nuove tecnologie hanno cambiato radicalmente le priorità dei consumatori. In Italia, il 65% ha preferito brand più economici, il 57% ha cercato attivamente sconti online e il BNPL (Buy Now Pay Later) si è affermato come scelta privilegiata tra Millennials e Gen Z.

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Metodi di pagamento alternativi in crescita esponenziale

L’ascesa del BNPL e dei portafogli digitali non è una moda passeggera. Entro il 2030, queste soluzioni di pagamento rappresenteranno l’82% di tutte le transazioni e-commerce a livello globale. Il motivo? Offrono flessibilità, sicurezza e un’esperienza d’acquisto più fluida e personalizzata. E i numeri lo confermano: milioni di giovani consumatori scelgono questi strumenti ogni giorno per fare acquisti in rete.

Crescita dell’e-commerce e cambiamenti nelle abitudini di acquisto

Il report “The State of Shopping 2025” evidenzia che l’e-commerce europeo ha superato i 607 miliardi di euro nel 2024, con una crescita costante prevista per gli anni successivi.

In Italia, il numero di utenti che effettuano acquisti online è aumentato significativamente, raggiungendo 19,49 milioni nel 2024, con previsioni che indicano un incremento fino a 25,18 milioni entro il 2029, registrando un tasso di crescita annuo del 29%.

Questo aumento è accompagnato da un cambiamento nelle preferenze dei consumatori: il 65% ha privilegiato brand più economici, mentre il 57% ha intensificato la ricerca di sconti online.

Inoltre, il 64% dei consumatori ha aumentato il tempo dedicato agli acquisti in negozi fisici, alla ricerca di esperienze più tangibili e offerte esclusive. Questi dati sottolineano l’importanza per i retailer di adottare strategie omnicanale che integrino efficacemente le piattaforme digitali con l’esperienza in-store, per soddisfare le aspettative di un pubblico sempre più esigente e diversificato.

Fiducia e trasparenza: le nuove valute del commercio online

Con l’aumento delle truffe digitali e l’uso massivo dell’intelligenza artificiale, i consumatori sono sempre più attenti alla privacy e alla veridicità dei contenuti. Il 60% degli utenti dichiara di controllare con maggiore attenzione le informazioni prima di acquistare. Le aziende devono quindi investire in fiducia, recensioni certificate e protezione dei dati per restare competitive.

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I settori più dinamici: beauty, wellness e fashion

Nel settore beauty, la Generazione Z e Alpha guidano la crescita: il 46% dei clienti Scalapay ha meno di 34 anni. La personalizzazione dell’offerta e l’utilizzo di tecnologie avanzate stanno rivoluzionando la skincare, mentre il glamour torna in auge lasciando il minimalismo del “clean look”.

Anche il settore fashion si trasforma: cresce la rivendita di lusso e l’interesse per i “dupes”, ovvero versioni accessibili dei prodotti di alta gamma. Il 54% dei consumatori afferma di acquistare alternative più economiche a marchi premium, riflettendo una maggiore attenzione alla sostenibilità e al risparmio.

Il wellness non è più solo prevenzione, ma un approccio olistico al benessere. Aumentano le vendite di integratori, dispositivi per il sonno e tecnologie indossabili, mentre il mercato degli activewear continua a crescere.

Il ruolo di EcommerceDay Focus nella formazione sul nuovo retail

In questo scenario in continua trasformazione, momenti di confronto e aggiornamento come quelli proposti da EcommerceDay Focus diventano fondamentali. I prossimi appuntamenti – dedicati a beauty, food e fashion – riuniscono esperti, manager e innovatori per approfondire i nuovi paradigmi del commercio digitale, i modelli di consumo e le tecnologie emergenti.

Gli eventi non si limitano a raccontare le tendenze, ma offrono strumenti concreti per affrontare i cambiamenti in atto: dalla gestione dei pagamenti alternativi alla costruzione della fiducia digitale, fino alle strategie per un’esperienza d’acquisto personalizzata.

Il 2025 si prospetta come un anno chiave per il futuro del retail. Personalizzazione, fiducia e pagamenti digitali guideranno l’evoluzione dell’e-commerce e delle vendite omnichannel. I brand che sapranno intercettare questi bisogni e trasformarli in opportunità saranno quelli in grado di vincere la sfida del mercato globale.

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EcommerceDay Focus – B2B & CRM Experience

TikTok Shop arriva in Italia: il nuovo volto dello shopping online tra intrattenimento, creator economy e digital retail

Tiktok shop arriva in italia
Tiktok shop arriva in italia

TikTok Shop arriva in Italia: il nuovo volto dello shopping online

Il panorama dell’e-commerce si arricchisce di un nuovo, potente attore: dal 31 marzo, anche in Italia è attivo TikTok Shop, la piattaforma integrata che consente agli utenti di acquistare direttamente all’interno dell’app. Una rivoluzione che combina intrattenimento, scoperta e acquisto in un’unica esperienza immersiva e nativa.

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Una nuova generazione di e-commerce: il modello discovery-based

TikTok non è solo un social, ma un vero e proprio ecosistema in cui contenuti, community e brand coesistono in modo dinamico. Con TikTok Shop nasce una nuova forma di e-commerce: il discovery commerce, in cui l’acquisto non è più il punto d’arrivo ma parte integrante dell’esperienza social. I video diventano vetrine interattive, le dirette LIVE spazi di vendita coinvolgenti e le interazioni tra creator e pubblico uno strumento per rafforzare fiducia e desiderabilità.

Secondo le stime, TikTok conta oltre 22,8 milioni di utenti attivi in Italia, di cui una parte significativa appartenente alla Gen Z e ai Millennials, target che premia brand autentici, contenuti engaging e processi di acquisto semplificati. Con TikTok Shop, l’utente può acquistare direttamente un prodotto visto in un video o in una live, senza mai uscire dalla piattaforma.

Un’opportunità concreta per PMI e brand locali

Una delle novità più interessanti è il potenziale di TikTok Shop per le piccole e medie imprese italiane. Brand emergenti e artigiani digitali possono finalmente accedere a una platea ampia, profilata e altamente coinvolta, senza gli investimenti pubblicitari dei marketplace tradizionali. La creator economy diventa un ponte tra micro-imprese e consumatori digitali, offrendo storytelling, autenticità e prossimità in un’unica soluzione.

Marchi noti nel beauty come Goovi, Veralab, NIVEA e Nabla Cosmetics si affiancano a realtà artigiane come BiSilver e ShaftJeans, dimostrando come TikTok Shop sia uno strumento scalabile, capace di valorizzare sia il made in Italy che le grandi multinazionali.

Le nuove feature: come funziona TikTok Shop

TikTok Shop si articola in diverse funzionalità integrate pensate per ottimizzare la conversione:

  • Shoppable Video: contenuti video con link diretto al prodotto acquistabile.
  • Live Shopping: dirette in cui i creator presentano e vendono prodotti in tempo reale.
  • Vetrina prodotti: una sezione personalizzata per ogni venditore, con catalogo e offerte.
  • Marketplace interno (in arrivo): un’area di ricerca, offerte e raccomandazioni.
  • Affiliation & Creator economy: i creator possono monetizzare le vendite con sistemi di affiliazione su video e live.

L’interazione tra venditore e cliente si avvicina a quella del negozio fisico: si può commentare, chiedere consigli, ricevere suggerimenti in tempo reale. Il risultato? Un’esperienza di acquisto più umana, coinvolgente e persuasiva.

Perché TikTok Shop può cambiare il gioco nel digital commerce

Il 2024 si sta rivelando l’anno del social commerce, con una crescita prevista del 30% a livello europeo. TikTok, con il suo formato video breve, il potente algoritmo di raccomandazione e l’ampia base utenti, ha tutte le carte in regola per ridefinire le regole dell’e-commerce. Secondo gli ultimi dati, le conversioni su contenuti interattivi (come video e live) sono fino al 45% più alte rispetto agli annunci statici tradizionali.

Questa nuova forma di commercio digitale pone l’accento su contenuti autentici, relazioni di fiducia tra brand e consumatori, e un’esperienza mobile-first totalmente integrata con l’intrattenimento quotidiano.

Conclusioni: una rivoluzione dei social media in atto

L’arrivo di TikTok Shop in Italia è un segnale forte: l’e-commerce non è più solo tecnologia, logistica o UX. È contenuto, relazione, prossimità digitale. Le imprese che sapranno abbracciare questa trasformazione, investendo nella creazione di contenuti, nella collaborazione con creator e in una customer experience conversazionale, saranno quelle che conquisteranno le nuove generazioni di consumatori.

Il futuro dell’ecommerce è social, mobile e soprattutto umano.

Leggi anche : Licensing e white label a EcommerceDay Focus: strategie di crescita per brand e retailer

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Licensing e white label: strategie di crescita per brand e retailer – oggi a EcommerceDay Focus a Milano

12 marzo al via EcommerceDay Focus B2B e CRM - Milano
Licensing e white label a EcommerceDay Focus B2B e CRM - Milano

ECOMMERCE DAY FOCUS B2B & CRM – MILANO 12 MARZO – REGISTRATI ORA GRATIS

Licensing e white label a EcommerceDay Focus: strategie di crescita per brand e retailer

Il mercato globale del licensing e della produzione white label è in forte espansione, offrendo nuove opportunità di business per aziende di ogni settore. Il licensing consente ai brand di estendere il proprio valore attraverso collaborazioni strategiche, mentre la produzione white label permette ai retailer di diversificare l’offerta con prodotti personalizzati a marchio proprio.

Secondo le stime della Licensing International, il mercato globale delle licenze ha raggiunto i 360 miliardi di dollari in termini di retail sales, coinvolgendo brand, produttori, agenzie e retailer di tutto il mondo. Parallelamente, il settore white label e private label sta crescendo rapidamente, con una domanda crescente da parte della GDO, dell’e-commerce e dei marketplace internazionali.

Ma quali sono le differenze tra queste due strategie e come possono essere integrate in un business model vincente?

Cos’è il licensing e perché è strategico per i brand

Il licensing è un modello di business in cui un brand (licenziante) concede il diritto di utilizzare il proprio marchio a un’azienda partner (licenziatario) in cambio di royalties sulle vendite. Questo approccio consente ai brand di espandere la propria presenza sul mercato senza dover gestire direttamente la produzione o la distribuzione dei prodotti.

I vantaggi del licensing sono molteplici:

  • Permette ai brand di entrare in nuovi mercati senza dover investire in produzione o distribuzione.
  • Rafforza l’awareness e il valore del brand attraverso nuove categorie merceologiche.
  • Riduce il rischio finanziario, dato che la produzione e la gestione operativa sono a carico del licenziatario.
  • Consente di monetizzare il valore del marchio attraverso le royalties, che possono variare dal 5% al 15% sulle vendite a seconda del settore e del posizionamento del brand.

Nel settore della moda e del lusso, marchi come Versace, Gucci e Ferragamo utilizzano il licensing per espandere le loro linee di prodotti, dagli orologi agli accessori, fino ai profumi. Anche nel mondo del food & beverage, il licensing è ampiamente utilizzato per lanciare nuovi prodotti con l’autorevolezza di brand consolidati.

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White label: un’opportunità per retailer ed e-commerce

Il white label, invece, è un modello di produzione in cui un’azienda produce prodotti generici che possono essere personalizzati con il marchio del retailer o del distributore. È una soluzione molto diffusa nella GDO, nel beauty, nel fashion e nel settore alimentare.

I vantaggi della produzione white label includono:

  • Costi di produzione ridotti rispetto allo sviluppo di una linea proprietaria.
  • Maggiore flessibilità nella personalizzazione e nel posizionamento del prodotto.
  • Controllo diretto sulla distribuzione e sui margini, senza dipendere da brand terzi.
  • Maggiore velocità di lancio sul mercato, senza dover affrontare i costi di R&D.

Il mercato private label e white label sta registrando una crescita significativa, soprattutto nel settore e-commerce e GDO, con un incremento del 15% annuo in Europa e negli Stati Uniti. Alcuni giganti del retail come Amazon, Walmart e Carrefour hanno sviluppato linee di prodotti a marchio proprio per competere direttamente con i brand affermati.

Licensing vs. white label: quale scegliere?

La scelta tra licensing e white label dipende dagli obiettivi strategici dell’azienda. Il licensing è ideale per i brand già affermati che vogliono espandere il proprio portafoglio prodotti senza investire in produzione e logistica. D’altro canto, il white label è più vantaggioso per i retailer e gli e-commerce che vogliono aumentare il controllo sui prodotti venduti, migliorando i margini e differenziandosi dalla concorrenza.

Alcune aziende combinano entrambe le strategie. Ad esempio, molti grandi retailer del lusso e del beauty offrono sia linee white label per prodotti di largo consumo, sia collezioni in licenza con brand prestigiosi per attrarre un pubblico più ampio.

Il futuro del licensing e della produzione white label

L’evoluzione del mercato sta portando a nuove opportunità nel licensing e nel white label, con un focus crescente su innovazione, sostenibilità e digitalizzazione. Le aziende stanno investendo in tecnologie di personalizzazione, produzione su richiesta e automazione della supply chain per migliorare l’efficienza e ridurre i costi.

Inoltre, l’intelligenza artificiale e il machine learning stanno rivoluzionando il settore, permettendo ai retailer di prevedere la domanda con maggiore precisione e ottimizzare le strategie di pricing.

EcommerceDay Focus: licensing e white label al centro del dibattito

L’EcommerceDay Focus – B2B & CRM Experience, che si terrà il 12 marzo 2025 a Milano, sarà un’occasione imperdibile per approfondire anche le tematiche legate al mondo delle licenze e della produzione white label. Durante l’evento, esperti del settore condivideranno insight esclusivi sulle migliori strategie per espandere il business attraverso il licensing e differenziare l’offerta con prodotti a marchio proprio.

Nel programma troveremo interventi di leader del settore, come Sara Viola, responsabile globale marketing e comunicazione per il brand in licenza Nautica – Timex Group, che ci guiderà nel complesso mondo delle strategie di licensing multi-brand, analizzando i vantaggi, le sfide e le opportunità di mercato.

Inoltre, sarà affrontato il tema delle private label e dei prodotti white label, con focus sulle opportunità per il B2B, l’e-commerce e la GDO. La crescente domanda di prodotti personalizzati e la necessità di ottimizzare le filiere produttive saranno al centro del dibattito, con dati e casi di studio reali che aiuteranno aziende e professionisti a comprendere le migliori strategie per il 2025.

L’EcommerceDay Focus si conferma così un appuntamento imprescindibile per chi opera nel mondo del digital retail, CRM e B2B, offrendo spunti concreti per affrontare le sfide di un mercato sempre più competitivo e globalizzato.

Licensing e white label a EcommerceDay Focus – in sintesi

Il licensing e il white label rappresentano due modelli di business altamente efficaci per espandere la presenza di un brand e aumentare la redditività. Mentre il licensing è una leva potente per rafforzare la brand identity e diversificare i ricavi, il white label offre ai retailer la possibilità di controllare la filiera e massimizzare i profitti.

Le aziende che sapranno integrare queste strategie con un approccio data-driven e customer-centric avranno un vantaggio competitivo nel mercato globale in continua evoluzione.

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Il ruolo strategico di un’ottima customer experience nel B2B

Customer experience nel B2B
Customer experience nel B2B

Customer experience nel B2B e il suo ruolo strategico

Nel mondo del B2B, la customer experience sta diventando un fattore decisivo per il successo di un’azienda. Sempre più imprese riconoscono che l’esperienza del cliente non riguarda solo la qualità del prodotto o servizio offerto, ma anche ogni singolo touchpoint lungo il percorso d’acquisto. I clienti B2B si aspettano un servizio personalizzato, tempestivo e allineato alle loro esigenze operative, con interazioni fluide che rispecchiano l’efficienza e l’innovazione dei modelli B2C.

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EcommerceDay Focus B2B & CRM

EcommerceDay Focus B2B & CRM è l’evento esclusivo dedicato ai protagonisti del mondo B2B, B2B2C e della gestione avanzata del customer relationship management. Il 12 marzo 2025, nella prestigiosa location di Casa Gessi a Milano, si riuniranno manager, CEO, imprenditori ed esperti del digital retail per approfondire le strategie più innovative e le tecnologie più avanzate che stanno ridefinendo il panorama dell’e-commerce B2B.

L’evento esplorerà le sfide e le opportunità legate alla digitalizzazione del B2B, alla trasformazione del CRM, alle nuove logiche di mercato e alla customer experience omnicanale. Attraverso case study reali, tavole rotonde e interventi di relatori d’eccellenza, EcommerceDay Focus offrirà spunti concreti e applicabili per migliorare le performance aziendali, ottimizzare la gestione dei clienti e affrontare con successo l’evoluzione del commercio globale.

Un’occasione unica per connettersi con professionisti di alto livello, confrontarsi sulle nuove strategie di vendita e fidelizzazione e scoprire come intelligenza artificiale, automazione e tecnologie emergenti stiano ridefinendo il futuro del B2B. Un evento riservato, su invito, per chi vuole essere al centro dell’innovazione e guidare il cambiamento nel proprio settore.

La customer experience nel B2B e l’utilizzo dei dati

Uno degli aspetti cruciali della customer experience nel B2B è la capacità di anticipare i bisogni dei clienti attraverso un uso strategico dei dati e dell’intelligenza artificiale. Le aziende di successo sfruttano strumenti avanzati di analytics per monitorare il comportamento degli utenti, comprendere le loro preferenze e offrire soluzioni mirate.

L’intelligenza artificiale e la marketing automation consentono di personalizzare la comunicazione, prevedere domande frequenti e migliorare il supporto clienti con chatbot e assistenti virtuali. L’automazione del customer service aiuta a gestire grandi volumi di richieste senza compromettere la qualità del servizio, riducendo i tempi di risposta e migliorando la soddisfazione del cliente.

La digitalizzazione ha reso il percorso d’acquisto sempre più complesso e frammentato. I clienti non si limitano più a un singolo canale per interagire con le aziende, ma utilizzano molteplici touchpoint, tra cui siti web, social media, piattaforme di e-commerce e assistenza clienti multicanale. Questo richiede un approccio omnicanale che garantisca coerenza e continuità nell’esperienza utente. Un customer journey ben strutturato non solo migliora la conversione, ma rafforza anche la fidelizzazione del cliente nel lungo periodo.

Nel contesto B2B, la fiducia gioca un ruolo essenziale. I processi decisionali sono più lunghi e coinvolgono diversi stakeholder, quindi ogni interazione deve trasmettere autorevolezza e affidabilità. Il customer service deve essere in grado di fornire informazioni dettagliate, assistenza tecnica e soluzioni su misura per garantire la soddisfazione dei clienti. Un supporto clienti proattivo, che anticipa i problemi e offre soluzioni prima che emergano criticità, può fare la differenza tra un cliente fidelizzato e una perdita di opportunità di business.

La customer experience B2B e la personalizzazione

Oltre alla qualità del servizio, le aziende devono investire nella personalizzazione. La customer experience B2B passa da un processo standardizzato e deve adattarsi alle esigenze specifiche di ciascun cliente. Offrire esperienze su misura, pacchetti di servizi personalizzati e soluzioni flessibili consente di creare un valore aggiunto e di differenziarsi dalla concorrenza. L’uso intelligente dei dati permette di segmentare i clienti, prevedere i loro bisogni e fornire raccomandazioni mirate.

La trasparenza e la comunicazione efficace sono altri pilastri fondamentali. I clienti B2B apprezzano aggiornamenti costanti sullo stato degli ordini, informazioni dettagliate sui prodotti e la possibilità di accedere facilmente al supporto tecnico. Le aziende che investono in piattaforme digitali intuitive, reportistica in tempo reale e strumenti di self-service per i clienti ottimizzano l’esperienza complessiva e migliorano il livello di engagement.

Un altro fattore chiave è la logistica e la gestione delle forniture. Nel B2B, le tempistiche di consegna e l’affidabilità della catena di approvvigionamento sono determinanti. Un ritardo può avere conseguenze significative su tutta la filiera produttiva del cliente. Per questo motivo, le aziende devono ottimizzare la supply chain, ridurre i tempi di attesa e garantire una gestione efficiente degli ordini. La digitalizzazione della logistica e l’uso di tecnologie avanzate come la blockchain permettono di migliorare la tracciabilità dei prodotti e garantire maggiore sicurezza nelle transazioni.

L’integrazione tra e-commerce e CRM è un altro aspetto strategico della customer experience B2B

L’integrazione tra e-commerce e CRM è un altro aspetto strategico. Le piattaforme di vendita online nel B2B devono essere progettate per offrire un’esperienza fluida, con cataloghi personalizzati, prezzi dedicati e processi di checkout ottimizzati per i clienti business. L’integrazione con i sistemi di customer relationship management consente di raccogliere dati sulle preferenze dei clienti e migliorare la strategia di vendita.

Infine, il futuro della customer experience nel B2B passerà sempre più attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale e della predictive analytics. Le aziende che sapranno combinare tecnologia e relazione umana riusciranno a distinguersi, creando un vantaggio competitivo duraturo. L’innovazione non deve essere fine a sé stessa, ma deve essere orientata a migliorare l’efficienza, ridurre i costi operativi e offrire un servizio eccellente ai clienti.

L’adozione di strategie digitali, l’ottimizzazione del customer journey e l’integrazione di nuove tecnologie sono elementi essenziali per rimanere competitivi. Le aziende che mettono il cliente al centro delle loro strategie avranno maggiori possibilità di consolidare la propria presenza sul mercato e di costruire relazioni di valore nel lungo termine.

Leggi anche: Guida completa all’uso del CRM per aumentare le vendite

ECOMMERCE DAY FOCUS B2B & CRM – MILANO 12 MARZO – REGISTRATI ORA GRATIS

12 marzo al via EcommerceDay Focus B2B e CRM – Milano

EcommerceDay Focus B2B e CRM-evento Milano 12 marzo
EcommerceDay Focus B2B e CRM-evento Milano 12 marzo in Casa Gessi

EcommerceDay Focus B2B e CRM: il futuro delle vendite digitali e della customer experience

Il 12 marzo 2025, Milano ospiterà EcommerceDay Focus B2B & CRM, un evento esclusivo dedicato all’evoluzione del B2B, alla digitalizzazione del retail e alle strategie di customer relationship management.

L’evento si terrà nella suggestiva Casa Gessi e sarà riservato a 100 CEO, manager ed esperti di digital retail, e-commerce e CRM, offrendo conoscenza, networking e innovazione ai massimi livelli.

Secondo il B2B Ecommerce Market Report 2024, il valore dell’e-commerce B2B globale ha superato 18,5 trilioni di dollari, rappresentando il 5 volte il mercato B2C. Il 65% delle aziende B2B sta accelerando la trasformazione digitale per rispondere alla crescente domanda di esperienze omnicanale e personalizzate.

ECOMMERCE DAY FOCUS B2B & CRM – MILANO 12 MARZO – REGISTRATI ORA GRATIS

Innovazione e strategie per il B2B e il CRM

La giornata inizierà con un Talk di benvenuto a cura di Samuele Camatari, CEO di Jusan Network e Newesis, che fornirà un’analisi basata su ricerche di mercato, offrendo insight sui trend emergenti nel B2B e B2B2C. Secondo Forrester, l’adozione di CRM avanzati con AI integrata può aumentare la produttività delle vendite fino al 30% e migliorare la fidelizzazione dei clienti di oltre il 20%.

Oggi i nuovi consumatori del mercato premium stanno cambiando le regole del gioco. I millennials e la Gen Z rappresentano ormai oltre il 40% degli acquirenti del lusso, con un approccio sempre più esperienziale e valoriale agli acquisti. L’industria del luxury beauty è destinata a raggiungere i 40 miliardi di dollari entro il 2027, mentre il mercato degli articoli di alta gamma, dai gioielli alla moda, ai liquori rari, supera i 350 miliardi di dollari l’anno. Questa crescita impone ai brand di ripensare le loro strategie, puntando su esperienze personalizzate, omnicanalità e sostenibilità per conquistare una clientela sempre più selettiva ed esigente.

Strategie per il B2B2C e la trasformazione digitale nel luxury retail nel programma di EcommerceDay Focus B2B e CRM

Il mondo del lusso sta vivendo una rivoluzione senza precedenti, con l’accelerazione della digital transformation, l’integrazione dell’intelligenza artificiale e la crescente importanza del B2B2C. Due esperti del settore, Gianluca Borghi, CEO di 10 Corso Como, ed Emanuele Mazziotta, COO di Coccinelle, condivideranno la loro esperienza sulle strategie vincenti per posizionare un brand nel mercato globale, ottimizzando il retail e valorizzando il Made in Italy.

Gianluca Borghi, dopo anni di esperienza all’estero alla guida di progetti per alcuni dei più importanti player del lusso, porterà la sua visione su come i brand possano espandersi sui mercati internazionali, sfruttando marketplace proprietari, piattaforme esperienziali e collaborazioni con maison, rivenditori e consumatori finali.

In un’era in cui il lusso si fonde con l’arte e la cultura, Borghi esplorerà le strategie per trasformare la vendita B2B in un’esperienza esclusiva e distintiva. Il mercato del lusso online ha superato i 60 miliardi di dollari nel 2024, con una crescita annua del 10% (Bain & Company), rendendo essenziale una strategia mirata per intercettare nuovi target e mercati.

Emanuele Mazziotta offrirà invece un’analisi dettagliata sulle nuove frontiere del retail e la brand proposition nel fashion industry. La sfida oggi non è solo differenziarsi in un mercato competitivo, ma anche comunicare in modo coerente e costruire desiderabilità attorno al brand. La sua esperienza con Coccinelle mostrerà come la digitalizzazione del B2B, il CRM e le strategie omnicanale possano incrementare il valore del brand, mantenendo una forte identità di marca e una customer experience senza soluzione di continuità. Con il 50% delle vendite nel settore fashion che avviene ormai online e un incremento del 30% degli investimenti in AI per il retail entro il 2026 (McKinsey), il suo intervento offrirà spunti pratici per adattarsi a un mercato in rapida evoluzione.

Questi due interventi forniranno una visione chiara sulle strategie per il B2B2C, il posizionamento dei brand di lusso e l’evoluzione delle dinamiche di vendita tra fisico e digitale. Un’occasione unica per chi vuole comprendere i nuovi trend, ottimizzare la propria strategia di espansione e rendere il proprio brand più competitivo a livello internazionale.

Leggi anche: Servizio clienti B2B: perché i produttori devono dare priorità al supporto

Marketplace, licenze e digital transformation

Il mercato dei marketplace B2B è in forte espansione, con un valore stimato di $8,4 trilioni entro il 2026 (Deloitte). Christian D’Antoni, Head of Marketplace di Miroglio Group, analizzerà il ruolo dei marketplace multi-brand e la loro capacità di accelerare l’export digitale. Attualmente, il 63% delle aziende B2B vende già attraverso marketplace, e il 22% prevede di iniziare entro il 2025.

Le licenze nel mondo della moda e del lifestyle rappresentano un altro pilastro fondamentale del B2B, con un giro d’affari globale che supera 360 miliardi di dollari in retail sales (Statista). Sara Viola, Global Marketing Director di Nautica – Timex Group, parlerà delle strategie di licensing, spiegando come negoziazioni, royalties e time-to-market siano cruciali per ampliare il portfolio prodotti e penetrare nuovi mercati. Il licensing è spesso sottovalutato, ma offre opportunità straordinarie per brand che vogliono diversificare la propria offerta e raggiungere nuovi segmenti di clientela.

Digital marketing, CRM e internazionalizzazione

Il CRM e la gestione avanzata dei dati sono ormai il cuore delle strategie B2B: l’84% delle aziende B2B considera il CRM il pilastro per migliorare le vendite (Gartner). Elena Cardillo, Digital Marketing PM di Baxter, parlerà di pricing, marginalità e strategie di marketing digitale per rendere il B2B più efficiente e competitivo sui marketplace internazionali.

L’adozione di strategie omnicanale e AI nel CRM può aumentare il lifetime value del cliente fino al 45%. Edoardo Massari, Global CRM Manager di Fornasetti, esplorerà come il marketing automation e la segmentazione avanzata possano migliorare la customer retention e incrementare i fatturati aziendali.

In un contesto di inflazione crescente, molte maison del lusso, da Hermès a Chanel, stanno adottando aumenti di prezzo strategici per rafforzare l’esclusività del brand. Questa leva commerciale permette di limitare l’accesso a una clientela più selezionata, mantenendo alto il valore percepito e proteggendo il posizionamento di mercato. Tuttavia, dietro l’incremento dei prezzi c’è anche una motivazione economica: il rincaro delle materie prime, della produzione e della logistica impone ai brand di rivedere i listini per preservare i margini. Nel segmento lusso, però, questa dinamica si traduce spesso in un riposizionamento strategico piuttosto che in una necessità operativa pura.

Tavole rotonde: esportazione, e-commerce e white label

Due tavole rotonde offriranno un confronto approfondito tra esperti del settore:

  • Esportazione e B2B nel settore abbigliamento e accessori, con Eleonora Gori (Boccalini) e Giovanni Pistellato (And). Attualmente, il 60% delle PMI italiane esporta i propri prodotti, ma solo il 30% sfrutta le potenzialità dell’e-commerce B2B per internazionalizzarsi (ICE).
  • E-commerce, GDO e prodotti white label, con Luca Cheri (Acqua Sant’Anna), Giorgio Falsone (Loacker) e Marco Albini (Chromavis). Il mercato globale dei prodotti white label sta crescendo a un tasso del 6,5% annuo, con una crescente domanda di prodotti personalizzati e sostenibili.

Luxury retail, customer experience e riposizionamento dei brand

Il settore del luxury retail sta vivendo una fase di trasformazione, con l’80% dei consumatori di lusso che richiede un’esperienza personalizzata e omnicanale (Bain & Company). Luca Pennavaria, Sales & Director di La Prairie, analizzerà come innovazione, esperienza cliente e riposizionamento premium possano aiutare i brand a superare le attuali sfide del mercato.

Il segmento beauty ultra-luxury rappresenta solo il 5% del mercato del lusso, ma è in forte espansione con una crescita del 15-20% anno su anno. Questo scenario apre nuove opportunità per i brand di lusso, che devono puntare su storytelling autentico, trasparenza e tracciabilità per mantenere alta la fiducia dei consumatori premium.

Negli ultimi due anni, il prezzo medio dei beni di lusso è aumentato del 10-15%, spingendo molte aziende a rivedere le proprie strategie di pricing e marginalità. Tuttavia, la vera sfida è bilanciare il valore del brand con le esigenze della clientela, offrendo un’esperienza d’acquisto sempre più immersiva e personalizzata.

Networking e opportunità di business

L’EcommerceDay Focus – B2B & CRM Experience si distingue per l’alta qualità della regia di tutto l’evento, del programma e della selezione dei relatori e contenuti, grazie alla direzione di Angelica Maftei, che da anni guida eventi di riferimento per il settore digital, retail ed e-commerce. Ogni intervento è pensato per fornire spunti pratici, visione strategica e best practice, con un format dinamico e interattivo.

L’evento si concluderà con un esclusivo aperitivo e sessione di networking, un momento chiave per tutti i partecipanti per creare nuove connessioni di business, stringere collaborazioni strategiche. ma anche per rafforzare relazioni e scambiare idee con i protagonisti del settore. In un mondo sempre più digitale, le relazioni umane rimangono il vero motore del successo aziendale.

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L’imperativo della redditività: il 52% delle aziende B2B non ha esperti interni per implementare l’intelligenza artificiale

Aziende B2B e AI - EcommerceDay Focus B2B
Aziende B2B e AI - EcommerceDay Focus B2B

L’intelligenza artificiale e l’imperativo della redditività: il 52% delle aziende B2B non ha esperti interni per lo sviluppo tecnologico

Le aziende B2B affrontano oggi una sfida cruciale: massimizzare la redditività senza compromettere la crescita. In un contesto di mercato sempre più competitivo, l’intelligenza artificiale offre un’opportunità straordinaria per ridurre i costi operativi, migliorare l’efficienza e personalizzare l’esperienza cliente. Tuttavia, il 52% dei professionisti B2B afferma di non avere competenze interne adeguate per sfruttarne appieno il potenziale.

Per approfondire questa tematica, SAP ha collaborato con Master B2B nella serie The Profitability Imperative, analizzando il ruolo strategico dell’AI nel mondo B2B. Ecco i principali spunti emersi dall’indagine e le azioni chiave per le aziende che vogliono ottimizzare la redditività attraverso l’intelligenza artificiale.

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L’AI può migliorare la redditività di ogni ordine, ma poche aziende la sfruttano

L’intelligenza artificiale ha il potenziale per ottimizzare ogni fase della supply chain, dalle vendite al customer service, fino alla gestione operativa. Secondo i dati di The Profitability Imperative, il 75% delle aziende B2B utilizza già strumenti di AI generativa, ma solo in modo limitato. Le applicazioni più comuni includono: la scrittura di email di marketing, l’ottimizzazione dei contenuti SEO, l’automazione dei chatbot per il servizio clienti.

Tuttavia, molte aziende non stanno ancora sfruttando appieno il potenziale dell’AI. Ad esempio:

  • Solo l’8,1% utilizza l’intelligenza artificiale per generare immagini di prodotto personalizzate, un’opzione che potrebbe ridurre i costi di produzione creativa.
  • Solo il 2,3% sfrutta l’AI per creare demo di prodotto interattive, strumento efficace per aumentare le conversioni.

Investire in soluzioni AI su più livelli (marketing, customer experience, gestione operativa) permette di ottenere un ritorno rapido sull’investimento, migliorando l’efficienza e riducendo i costi di acquisizione clienti.

La mancanza di integrazione dei dati frena la crescita dell’AI nel B2B

L’intelligenza artificiale funziona al meglio quando ha accesso a dati accurati e centralizzati. Tuttavia, molte aziende B2B operano ancora con sistemi di dati frammentati, ostacolando le strategie di personalizzazione e automazione.

Principali ostacoli alla crescita dell’AI nel B2B:

  • Mancanza di un database unificato per i dati di vendita, marketing e customer service
  • Dati imprecisi o non aggiornati
  • Difficoltà nel connettere fonti di dati eterogenee

La chiave per superare questi limiti è adottare un ERP (Enterprise Resource Planning) o un CRM avanzato, in grado di raccogliere e processare dati da più fonti, garantendo un’unica fonte di verità per tutte le attività aziendali.

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Aziende B2B e AI – la ricerca sul sito e chatbot AI sono strumenti sottovalutati per la redditività

Molte aziende B2B trascurano due strumenti chiave basati sull’AI per aumentare la redditività: ricerca intelligente sul sito e chatbot avanzati.

  • Il 64% delle aziende B2B non utilizza l’intelligenza artificiale per migliorare la ricerca interna del proprio sito web. Una ricerca ottimizzata può aumentare significativamente le conversioni grazie a suggerimenti predittivi, risultati più pertinenti e un’esperienza utente migliorata.
  • Solo il 28% delle aziende ha implementato chatbot per il customer service, perdendo un’opportunità cruciale per ridurre i costi e migliorare la fidelizzazione. Secondo Gartner, l’AI applicata alla gestione dei clienti potrebbe ridurre i costi di manodopera di 80 miliardi di dollari entro il 2026.

Le aziende che hanno adottato queste tecnologie stanno ottenendo risultati concreti: meno interazioni costose con gli operatori, una migliore esperienza utente e una maggiore redditività per cliente.

L’AI aumenta la fedeltà nel B2B: un vantaggio competitivo cruciale

Nel settore B2B, la fidelizzazione dei clienti è fondamentale: il costo per acquisire nuovi clienti è spesso molto più alto rispetto a quello per mantenere quelli esistenti.

L’intelligenza artificiale può migliorare la customer retention grazie all’analisi predittiva per anticipare le esigenze dei clienti, al supporto in tempo reale con chatbot e assistenti virtuali, all’automazione dei processi post-vendita, come la gestione delle garanzie e delle richieste di assistenza

Le aziende che investono in AI per migliorare il customer service e l’esperienza d’acquisto hanno maggiori possibilità di fidelizzare i clienti, aumentare il valore del cliente nel tempo (Customer Lifetime Value) e migliorare la redditività complessiva.

Aziende B2B – la sostenibilità e la conformità normativa sono le nuove priorità

L’attenzione alla sostenibilità sta diventando un fattore determinante per la competitività delle aziende. Oltre a migliorare l’immagine del brand, l’adozione di pratiche sostenibili è sempre più richiesta da normative e regolamenti internazionali.

I team di customer service stanno assumendo un ruolo chiave nell’assistenza ai clienti su:soluzioni di riciclo e smaltimento responsabile dei prodotti, conformità alle normative ambientali e di sicurezza e supporto per la transizione a processi produttivi più sostenibili

Integrare la sostenibilità nella strategia aziendale non è più un’opzione, ma una necessità per rimanere competitivi e costruire relazioni di lungo termine con i clienti.

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EcommerceDay Focus B2B & CRM: innovazione e AI al centro del dibattito

Per approfondire questi temi e confrontarsi con esperti del settore, il 12 marzo 2025 a Milano si terrà EcommerceDay Focus – B2B & CRM, un evento esclusivo dedicato a CEO, manager ed esperti di digital retail.
Temi principali di EcommerceDay: B2B, B2B2C, CRM, intelligenza artificiale, lusso, retail, personalizzazione, supply chain, omnicanalità

L’evento sarà un’opportunità unica per scoprire strategie avanzate e trend emergenti, con un focus sulle tecnologie che stanno trasformando il commercio B2B.

Vuoi partecipare? Registrati ora su EcommerceDay Focus B2B & CRM

Servizio clienti B2B: perché i produttori devono dare priorità al supporto

Servizio clienti B2B - EcommerceDay Focus B2B e CRM Experience-Milano
Servizio clienti B2B - EcommerceDay Focus B2B e CRM Experience-Milano

Servizio clienti B2B – perché dare priorità al supporto

Immagina di aver ordinato un adattatore da viaggio per un volo internazionale e di scoprire all’ultimo momento che il pacco è arrivato in ritardo o danneggiato. In quel momento, un servizio clienti efficiente può fare la differenza tra una soluzione rapida o un problema irrisolvibile.

Ora immagina lo stesso scenario in un contesto B2B: un produttore non riesce a consegnare un componente essenziale per una linea di produzione. Le conseguenze vanno ben oltre un semplice disguido: ordini bloccati, lavoratori fermi e clienti insoddisfatti.

Eppure, spesso il servizio clienti nel settore B2B non riceve la stessa attenzione di quello B2C. Perché? La posta in gioco nel B2B è ancora più alta e impatta direttamente intere catene di fornitura.

Oggi, grazie a automazione, intelligenza artificiale e strategie omnicanale, i produttori possono trasformare il servizio clienti in un vantaggio competitivo. Scopriamo come.

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B2B un settore complesso richiede un servizio clienti eccellente

Nel settore manifatturiero, il servizio clienti non si limita alla risoluzione di problemi. Le aziende vendono soluzioni complete, che comprendono servizi digitali, monitoraggio remoto e manutenzione predittiva.

Settori come quello industriale e automotive stanno integrando macchinari abilitati all’IoT, il che significa che l’assistenza clienti deve gestire casi complessi e altamente tecnici.

Come l’intelligenza artificiale migliora il supporto B2B

  • Knowledge management: i sistemi AI consentono agli operatori di trovare rapidamente informazioni e risolvere problemi in modo più efficace.
  • Automazione delle risposte: chatbot e assistenti virtuali forniscono supporto immediato, riducendo i tempi di attesa.
  • Analisi predittiva: l’intelligenza artificiale può individuare guasti imminenti e attivare interventi prima che si verifichino problemi.

Investire in tecnologie di customer service intelligente permette di migliorare l’efficienza operativa e garantire un alto livello di soddisfazione del cliente.

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I clienti B2B vogliono un servizio omnicanale e in tempo reale

I clienti B2B non vogliono più aspettare. Si aspettano la stessa fluidità, personalizzazione e rapidità del mondo B2C.

Quali strumenti adottare?

  • Chatbot AI e assistenti virtuali per fornire supporto 24/7.
  • CRM avanzati per gestire le interazioni su più canali (email, telefono, social media, live chat).
  • Analisi dei dati in tempo reale per prevedere problemi e risolverli proattivamente.

Non adeguarsi a queste nuove esigenze può portare alla perdita di clienti e opportunità di business.

Personalizzazione e customer service: la chiave per il B2B

Le aziende stanno adottando sempre più strategie di personalizzazione di massa per offrire prodotti su misura, soprattutto in settori come l’automotive e l’industria pesante.

Questo cambiamento impone nuove sfide per il servizio post-vendita, che deve essere in grado di gestire configurazioni personalizzate e richieste specifiche.

I produttori devono quindi investire in:
🔹 Formazione avanzata per il customer service per supportare macchinari e soluzioni personalizzate.
🔹 Strumenti AI per il supporto tecnico che permettono agli operatori di risolvere problemi in modo più rapido.
🔹 Strategie di fidelizzazione basate sui dati per migliorare l’esperienza post-vendita e aumentare la retention.

Tendenze 2025: il servizio clienti diventa digitale e predittivo

Nel 2025, il customer service sarà guidato da:
🔹 Intelligenza artificiale generativa per interazioni sempre più personalizzate.
🔹 Predictive support per anticipare problemi prima che si verifichino.
🔹 Maggiore fiducia e trasparenza per aumentare la fedeltà dei clienti.

L’adozione di queste tecnologie non è più un’opzione, ma un imperativo per rimanere competitivi.

Servizio clienti e sostenibilità: un nuovo imperativo per i produttori

Sempre più aziende stanno integrando pratiche di sostenibilità e conformità normativa nel servizio clienti.

Cosa significa in pratica?

  • Riciclo e smaltimento responsabile delle attrezzature.
  • Supporto ai clienti per l’efficienza energetica e la riduzione dell’impatto ambientale.
  • Monitoraggio costante degli aggiornamenti normativi per garantire conformità alle leggi.

Il servizio clienti non è solo risoluzione dei problemi, ma un’opportunità per differenziarsi e costruire fiducia nel lungo periodo.

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EcommerceDay Focus B2B & CRM: il 12 marzo a Milano per approfondire il futuro del customer service

Nel mondo del B2B, un servizio clienti efficace non è più un’opzione. Le aziende che investono in intelligenza artificiale, digitalizzazione e strategie omnicanale avranno un vantaggio competitivo duraturo.

🔹 Automazione e AI migliorano l’efficienza e la soddisfazione del cliente
🔹 L’omnicanalità permette di rispondere in tempo reale alle esigenze dei clienti
🔹 L’attenzione alla sostenibilità rafforza la reputazione del brand

I produttori che sapranno anticipare le esigenze e offrire un servizio di qualità superiore saranno quelli che guideranno il futuro del mercato.

Per chi desidera approfondire le nuove strategie del customer service B2B e scoprire come innovazione, AI e digitalizzazione stanno trasformando il settore, EcommerceDay Focus – B2B & CRM è un appuntamento da non perdere.

L’evento si terrà il 12 marzo 2025 a Milano presso Casa Gessi – Via Manzoni 16A ed è aperto a manager, CEO e imprenditori di brand e retailer dei settori digital, retail ed eCommerce.

Durante l’evento si discuterà di customer strategy, nuove tecnologie per il retail, CRM, omnicanalità, fidelizzazione, òicenze , lusso, mercati internazionali con approfondimenti su casi di successo, trend emergenti e strategie innovative per migliorare l’esperienza del cliente nel mondo B2B e B2B2C.

Un’occasione unica per confrontarsi con esperti del settore e creare connessioni di alto valore.

Per maggiori informazioni e per richiedere l’accesso all’evento EcommerceDay Focus B2B & CRM

Al via EcommerceWeek dal 10 al 14 febbraio – l’evento che ridefinisce il futuro dell’e-commerce e del retail

EcommerceWeek-quinta edizione
EcommerceWeek-quinta edizione

EcommerceWeek quinta edizione: un appuntamento imperdibile per il digital retail

Dal 10 al 14 febbraio torna EcommerceWeek, la maratona digitale che, dal 2020, rappresenta un punto di riferimento per professionisti, aziende e innovatori del commercio digitale e fisico.

Cinque giorni di formazione, ispirazione e networking, con top player del settore, esperti internazionali e case study di successo, per offrire strategie concrete, strumenti innovativi e insight esclusivi sulle nuove sfide e opportunità del mercato globale.

La 5ª edizione sarà più coinvolgente che mai, con un programma strutturato per affrontare i principali trend che stanno trasformando il digital retail, dall’intelligenza artificiale alla sostenibilità, dall’internazionalizzazione alle nuove frontiere dell’omnicanalità.

Quali saranno le strategie vincenti per il futuro dell’e-commerce?
Come stanno cambiando i modelli di acquisto e le aspettative dei consumatori?
Quali tecnologie faranno davvero la differenza per aziende e retailer?

A queste e molte altre domande risponderanno leader del settore, innovatori e brand globali, attraverso workshop, tavole rotonde e interventi di alto valore, con un approccio pratico e orientato ai risultati.

Il tema di EcommerceWeek – BEYOND LIMITS

Il mondo del commercio digitale è in continua evoluzione: intelligenza artificiale, omnicanalità, nuove piattaforme e strategie di espansione internazionale stanno ridefinendo le regole del gioco. Superare i limiti significa abbracciare l’innovazione senza compromessi, esplorare nuove frontiere e trasformare le sfide in opportunità.

Questa edizione di EcommerceWeek si propone di guidare aziende e professionisti oltre i confini tradizionali del business, affrontando temi cruciali come:
Barriere tecnologiche – le innovazioni in AI, blockchain e realtà aumentata che stanno rivoluzionando l’esperienza d’acquisto.
Confini geografici – l’espansione sui mercati internazionali, con focus su strategie di internazionalizzazione, marketplace e dazi.
Limiti del business tradizionale – nuovi modelli di vendita, strategie omnichannel, branding, customer experience e personalizzazione.

E-commerce Week e mercati globali: tra opportunità e sfide

Il commercio digitale è ormai un pilastro dell’economia globale, con un valore stimato di oltre 6.3 trilioni di dollari nel 2024, in crescita costante grazie alla digitalizzazione dei processi di acquisto. Tuttavia, nuove sfide economiche e geopolitiche stanno ridefinendo il panorama:

Dazi e nuove regolamentazioni – le tensioni commerciali tra Stati Uniti, Cina ed Europa impattano le strategie di internazionalizzazione, aumentando la necessità di soluzioni logistiche flessibili e supply chain resilienti.
Inflazione e cambiamenti nei consumi – il potere d’acquisto dei consumatori è sotto pressione, spingendo i brand a rivedere pricing, strategie promozionali e modelli di fidelizzazione.
AI e personalizzazione – l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il settore con tool di ottimizzazione delle vendite, customer service avanzato e strategie predittive basate sui dati.
Nuove esigenze dei consumatori – cresce la richiesta di esperienze di acquisto più fluide, interattive e omnichannel, con un focus su sostenibilità e trasparenza.

In questo contesto in rapida evoluzione, EcommerceWeek offre una visione strategica e concreta per affrontare le sfide e cogliere le nuove opportunità del mercato.

Ecommerce Week – 5 giorni di corsi. Il programma e i 5 macro-temi:

EcommerceWeek non è teoria, ma applicazione concreta. Ogni giornata affronterà un tema chiave con casi studio, workshop, strumenti e tecnologie pratiche.

Il programma di EcommerceWeek:

10 febbraio – Tecnologia, strumenti, piattaforme, pagamenti digitali
11 febbraio – Marketing, digital strategy, SEO, social media
12 febbraio – Digital retail, marketplace, internazionalizzazione
13 febbraio – Intelligenza artificiale, sostenibilità, inclusione, etica
14 febbraio – Storie memorabili, branding, innovazione, heritage

Il valore di EcommerceWeek: impatto economico, culturale e sociale

L’evento, ideato e organizzato da Samuele Camatari, si distingue per la capacità di creare un ponte tra innovazione e business reale, offrendo formazione, aggiornamenti, ma anche connessioni e opportunità concrete per aziende e professionisti.

EcommerceWeek, un format con un impatto reale sul territorio, un momento di crescita collettiva che aiuta le aziende a navigare le sfide del mercato e implementare strategie vincenti.
Innovazione e accessibilità, il format di EcommerceWeek permette a professionisti di ogni settore di partecipare e aggiornarsi su tematiche di alto livello senza barriere geografiche.
EcommerceWeek fa parte dal ciclo di eventi di EcommerceDay che continua a creare connessioni e networking di valore – negli anni ha unito oltre 139.000 partecipanti, 500 speaker e 1.000 brand EcommerceWeek rappresenta un’occasione unica per confrontarsi con esperti e decision maker del digital retail.

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Chi guiderà l’evento EcommerceWeek – quinta edizione?

A moderare le giornate e le tavole rotonde di EcommerceWeek – quinta edizione sarà un team di professionisti del digital retail, pronti a guidare i dibattiti su trend, strategie e tecnologie che stanno trasformando il settore.

Samuele Camatari – Fondatore di EcommerceDay, imprenditore e pioniere del digital retail, da oltre 30 anni al fianco di aziende e professionisti per innovare il mondo dell’e-commerce.

Angelica Maftei – Head of EcommerceDay, esperta di strategie digitali e marketing, con un focus su omnicanalità, internazionalizzazione e tecnologie emergenti per il commercio online e fisico.

Alberto Spinelli – leader nel settore logistica e supply chain, moderatore delle discussioni più tecniche su ESG, sostenibilità, ottimizzazione della distribuzione e trend emergenti.

Perché partecipare a EcommerceWeek quinta edizione?

Un evento pensato per chi vuole essere sempre aggiornato, anticipare le evoluzioni del mercato e trasformare il cambiamento in opportunità di crescita.

Strategie concrete – Casi studio reali e insight esclusivi per aziende e professionisti.
Tecnologie e tool innovativi – Scopri le soluzioni più avanzate per il tuo business.
Trend e mercati internazionali – Espanditi senza limiti con le migliori strategie globali.
Networking con i top player del settore – Confrontati con esperti e leader del digital retail.

Tra i relatori di questa edizione: brand e professionisti di fama internazionale, pronti a condividere la loro esperienza e visione del futuro dell’e-commerce.

EcommerceWeek 2025 è gratuita e aperta a tutti, previa iscrizione. Non perdere l’opportunità di aggiornarti sulle tendenze che stanno cambiando il commercio digitale.

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L’OICE presenta la nuova ricerca sull’impatto dell’IA nel comportamento dei consumatori

OICE- ricerca su impatto IA nel comportamento dei consumatori
OICE- ricerca su impatto IA nel comportamento dei consumatori

L’impatto dell’IA nel comportamento dei consumatori e i risultati della ricerca OICE

Un evento dedicato al ruolo trasformativo dell’intelligenza artificiale nelle scelte di consumo e nelle strategie di mercato, con la partecipazione di esperti, aziende e istituzioni presso il Campus Luigi Einaudi di Torino, il 28 gennaio 2025.

L’Osservatorio Italiano Commercio Elettronico PMI (OICE), associazione no-profit impegnata nella promozione della cultura digitale e nel supporto alle piccole e medie imprese italiane nel processo di digitalizzazione, annuncia l’evento di presentazione della sua più recente ricerca intitolata: “IA e Consumatori: come l’Intelligenza Artificiale sta sostituendo i motori di ricerca”.
L’evento si svolgerà martedì 28 gennaio 2025, dalle 17:30 alle 19:30, presso l’Aula Magna del Campus Luigi Einaudi di Torino.

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L’indagine ha un compito preciso: esplorare il futuro delle scelte di consumo.

La ricerca, realizzata con il supporto di GBS Group in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e patrocinata dalla Città di Torino e dalla Città Metropolitana di Torino, analizza l’impatto crescente dell’intelligenza artificiale nel processo decisionale dei consumatori. Lo studio si basa su un campione rappresentativo di 802 individui, ai quali è stato somministrato un questionario attraverso modalità CAWI
(Computer-Assisted Web Interviewing) o CATI (Computer-Assisted Telephone Interviewing). Il questionario è stato strutturato per raccogliere informazioni su aspetti socio-demografici, comportamenti di consumo e percezioni legate all’IA.

L’approccio misto adottato combina tecniche quantitative e qualitative, offrendo una comprensione approfondita delle dinamiche legate all’utilizzo degli strumenti basati sull’intelligenza artificiale nei processi decisionali dei consumatori.
I risultati della ricerca evidenziano come l’intelligenza artificiale stia progressivamente sostituendo i motori di ricerca tradizionali, introducendo nuove prospettive per le strategie di marketing e per le dinamiche aziendali. In questo contesto, l’innovazione digitale si conferma un fattore determinante nel ridefinire le regole del mercato.

Leggi anche: Trend e-commerce 2025: cosa aspettarsi per il futuro del retail digitale

Un’occasione per il confronto sul digitale.

L’evento rappresenta un’importante opportunità per riunire esperti del settore, aziende, istituzioni e rappresentanti accademici, favorendo il dialogo sulle tendenze emergenti e sulle politiche necessarie per sostenere la trasformazione digitale.

Obiettivi dell’incontro per la ricerca su impatto IA:

● Presentare i risultati della ricerca: Un’analisi approfondita sui cambiamenti nei comportamenti di ricerca e di acquisto influenzati dall’IA.
● Promuovere un confronto interdisciplinare: Stimolare il dialogo tra istituzioni, imprese e professionisti del digitale.
● Definire linee guida per il futuro: Identificare strategie e strumenti per integrare l’innovazione digitale nelle imprese italiane.

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Programma dell’evento OICE:

● Saluti istituzionali:
Interventi di apertura con Michela Favaro – Vicesindaca di Torino e Andrea Tronzano – Assessore Regione Piemonte.
● Presentazione dell’OICE:
Luca Alberigo, Presidente dell’OICE e Managing Partner & CDO di GBS Group, illustrerà gli obiettivi e le attività dell’associazione, tra cui ricerca, formazione, workshop e digital coaching per le PMI.
● Presentazione della ricerca:
Il Professor Roberto Leombruni, Coordinatore Tecnico dell’OICE, esporrà i dati e i risultati dello studio sull’influenza dell’IA nel processo decisionale dei consumatori.
● Il punto di vista degli addetti ai lavori:
Marco Vallario, CEO di GBS Group interverrà sul ruolo strategico che le aziende finanziatrici e i partner industriali giocano nello sviluppo dell’ecosistema dell’ecommerce.
● Tavola rotonda:
“Le sfide e le opportunità che il mercato e le aziende devono affrontare nell’era dell’IA”:un confronto dinamico con esperti, imprenditori e rappresentanti istituzionali sulle opportunità e le sfide legate all’adozione dell’IA.

Tra i partecipanti alla Tavola Rotonda:
○ Luca Alberigo (Osservatorio Italiano Commercio Elettronico PMI)
○ Giulio Genti (Fondazione ITS ICT Piemonte)
○ Greta Falavigna (CNR-IRCrES)
○ Emanuele Romagnoli (Torino Digital Days)
○ Federico Bottino (KVA, Lead Venture)

Un network di eccellenze per la cultura digitale

Il progetto, promosso dal Gruppo GBS, è realizzato in collaborazione con Roberto Leombruni, Professore Associato di Statistica Economica presso l’Università degli Studi di Torino e Direttore del Dipartimento di Economia e Statistica “Cognetti de Martiis”, e con l’ITS ICT Piemonte, specializzato nella formazione di tecnici qualificati per il settore digitale. Questi partner strategici consolidano l’impegno dell’OICE nel
promuovere una cultura digitale avanzata e accessibile.
Per ulteriori informazioni e aggiornamenti sull’evento, è possibile visitare il sito ufficiale dell’Osservatorio: www.osservatorioecommercepmi.it

Leggi anche: Come sfruttare i saldi invernali per aumentare le vendite e massimizzare i profitti su ecommerce

Le nuove regole per un e-commerce competitivo e l’importanza della SEO nel 2025

e-commerce competitivo e la SEO
e-commerce competitivo e la SEO

L’importanza della SEO nel 2025 e le nuove regole per un e-commerce competitivo

La SEO è un elemento chiave per il successo di qualsiasi e-commerce.

Nel 2025, con l’evoluzione dei motori di ricerca, è fondamentale adottare nuove strategie per rimanere competitivi. Questo articolo ti guiderà attraverso le principali novità in ambito SEO e le migliori pratiche da adottare.

Ruolo dell’intelligenza artificiale nei motori di ricerca

L’AI influenza il modo in cui i motori di ricerca interpretano e classificano i contenuti. Investi in contenuti di alta qualità e assicurati che siano ottimizzati per la ricerca semantica. Inoltre, gli algoritmi basati sull’AI premiano i siti con contenuti originali e pertinenti. Concentrati su argomenti di nicchia e crea contenuti approfonditi che rispondano alle esigenze specifiche dei tuoi utenti.

Un altro aspetto cruciale è l’analisi dei dati: sfruttare l’AI per identificare le keyword più rilevanti e analizzare il comportamento degli utenti ti aiuterà a ottimizzare le tue strategie. Integra strumenti di monitoraggio per adattare rapidamente la tua strategia SEO alle tendenze emergenti.

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Ottimizzazione per ricerca vocale e visiva

Con l’aumento delle ricerche vocali e visive, è essenziale ottimizzare i contenuti per rispondere a queste nuove modalità di ricerca. Ad esempio, utilizza keyword in formato domanda per intercettare le query vocali e assicurati che le immagini dei tuoi prodotti siano di alta qualità e corredate da descrizioni accurate. Integra i dati strutturati per fornire informazioni complete ai motori di ricerca e migliorare la visibilità.

Focus sulla user experience

La velocità del sito, la struttura chiara e la mobile-friendliness sono fattori che incidono significativamente sul ranking. Monitora regolarmente le prestazioni del tuo sito e utilizza strumenti come Google PageSpeed Insights per identificare aree di miglioramento. Aggiungi funzionalità come menu intuitivi, filtri avanzati e pagine prodotto ottimizzate per aumentare la navigabilità.

Strategie di link building e autorità del dominio

La costruzione di link rimane un pilastro della SEO. Collabora con siti autorevoli e crea contenuti di valore che incoraggino naturalmente altri a linkarti. Rafforza la tua presenza online attraverso guest blogging, interviste e partnership strategiche. Maggiore sarà l’autorità del tuo dominio, migliori saranno i risultati di posizionamento.

E-commerce competitivo e la SEO nel 2025 – conclusione

Adattare la tua strategia SEO alle nuove regole del 2025 è essenziale per aumentare la visibilità e attrarre più clienti. Investire in innovazione e formazione per rimanere al passo con i cambiamenti ti permetterà di distinguerti dalla concorrenza e consolidare la tua presenza online. Il futuro della SEO è dinamico: mantieni la flessibilità e abbraccia il cambiamento per raggiungere il successo.

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Come sfruttare i saldi invernali per aumentare le vendite e massimizzare i profitti su ecommerce

Saldi invernali
Saldi invernali

Saldi invernali per aumentare le vendite

I saldi invernali rappresentano un momento cruciale per incrementare le vendite e liberare lo stock. Tuttavia, per ottenere risultati significativi, è necessario pianificare con attenzione. In questo articolo esploreremo strategie e tecniche per sfruttare al meglio questa stagione.

Saldi invernali – promozioni mirate e sconti esclusivi

Crea campagne promozionali mirate basate sui dati dei clienti. Utilizza strumenti di analisi per segmentare il tuo pubblico e offrire promozioni personalizzate. Gli sconti esclusivi per i clienti fedeli non solo aumentano le vendite, ma rafforzano anche il legame con il brand.

Inoltre, considera di integrare offerte a tempo limitato per creare urgenza e stimolare acquisti impulsivi. Le campagne di remarketing possono aiutarti a raggiungere i clienti che hanno abbandonato il carrello durante la stagione natalizia. Per incentivare ulteriormente l’acquisto, puoi utilizzare promozioni a pacchetto, offrendo sconti speciali per ordini multipli.

Personalizzazione dell’esperienza utente

Utilizza la personalizzazione per offrire raccomandazioni di prodotti pertinenti e promozioni che rispecchino gli interessi dei tuoi clienti. La tecnologia AI può aiutarti a prevedere le preferenze di acquisto e proporre offerte mirate. Sfrutta anche il comportamento d’acquisto passato per suggerire prodotti complementari o servizi aggiuntivi che aumentino il valore medio dell’ordine.

La personalizzazione non si limita ai prodotti: considera di personalizzare anche le email e le notifiche, creando un dialogo più vicino con il cliente. Offri esperienze su misura in ogni fase del percorso di acquisto per incrementare la fidelizzazione.

Ottimizzazione ecommerce per mobile

La maggior parte degli acquisti online avviene da dispositivi mobili. Assicurati che il tuo sito sia ottimizzato per una navigazione veloce e intuitiva. Una user experience di alta qualità su mobile è fondamentale per ridurre i tassi di abbandono e aumentare le conversioni. Aggiungi funzionalità come il pagamento rapido e una ricerca intuitiva per migliorare l’esperienza complessiva.

Preparazione logistica e gestione dello stock

Per affrontare con successo i saldi invernali, è essenziale una gestione efficiente dello stock. Assicurati di avere un inventario adeguato e una logistica pronta a rispondere a un picco di ordini. Considera di collaborare con partner logistici che offrono soluzioni flessibili per garantire spedizioni rapide durante il periodo di alta domanda.

Saldi invernaliconclusione

Con le giuste strategie, i saldi invernali possono diventare un potente strumento per aumentare le conversioni e fidelizzare i clienti. Pianifica con attenzione per ottenere il massimo dai tuoi sforzi e assicurati di monitorare costantemente i risultati per apportare eventuali miglioramenti. Integra le lezioni apprese nei saldi futuri per un miglioramento continuo.

Come gestire i resi post-natalizi: strategie per un customer service efficace

Come gestire i resi ecommerce post natalizi
Come gestire i resi ecommerce post natalizi

Come gestire i resi per un customer service efficace

Il periodo post-natalizio rappresenta una sfida per molti e-commerce a causa dell’aumento dei resi. Una gestione efficace di questa fase non solo migliora la customer experience, ma può anche trasformarsi in un vantaggio competitivo. Scopri le migliori pratiche per ottimizzare i processi di reso e fidelizzare i tuoi clienti anche in un momento delicato.

Ottimizzazione dei processi di reso

Offrire una politica di reso chiara e semplice è fondamentale. Automatizza il processo utilizzando piattaforme dedicate e fornisci ai clienti etichette di reso prepagate per facilitare l’operazione. Inoltre, investi in un sistema di gestione dei resi (RMS) che consenta di monitorare i flussi e ridurre i tempi di elaborazione.

Un altro aspetto cruciale è il controllo qualità sui prodotti restituiti. Implementare procedure standard per valutare le condizioni degli articoli può ridurre le perdite e ottimizzare il riutilizzo dello stock.

Comunicazione trasparente

Mantieni una comunicazione aperta con i clienti. Aggiornarli sullo stato del reso e fornire un servizio clienti rapido ed efficiente può fare la differenza. Utilizza notifiche automatiche via email o SMS per informare i clienti su ogni fase del processo di reso.

Un servizio clienti proattivo è altrettanto importante. Formare il personale per gestire situazioni complesse con empatia e professionalità può trasformare un’esperienza negativa in una opportunità di fidelizzazione.

Ridurre i resi con descrizioni accurate

Una descrizione prodotto dettagliata e immagini realistiche possono aiutare a ridurre i resi, evitando fraintendimenti sulle caratteristiche dei prodotti. Inoltre, l’aggiunta di recensioni e video dimostrativi migliora la percezione del prodotto e aiuta i clienti a fare scelte informate.

Come gestire i resi – conclusione

Gestire i resi in modo efficace non solo migliora la soddisfazione del cliente, ma può anche trasformarsi in un’opportunità per costruire fiducia e rafforzare il rapporto con i tuoi acquirenti. Investire in tecnologie e strategie innovative farà la differenza per il tuo e-commerce.