Le pratiche commerciali scorrette contenute nel D.lgs 146/2007 inserito nel codice del consumo D.lgs 206/2005 sono state emanate a tutela diretta del consumatore. Queste norme disciplinano le forme di comunicazione d’impresa in attuazione di direttive comunitarie. A questo fine troviamo inoltre il D.lgs 145/2007 in materia di pubblicità ingannevole e comparativa.
Tutte queste norme vengono controllate dall’Autorità garante della conocrrenza e del mercato, Agcm. Questa autorità amministrativa non può disporre il risarcimento del danno, ma infligge sanzioni e può inibire i comportamenti scorretti.
Per ottenere il risarcimento bisogna ricorrere all’autorità giudiziaria, ovvero al giudice ordinario.
Cosa sono le pratiche commerciali scorrette
Per Pratica commerciale si intende ogni condotta tenuta da un professionista (o da altri per suo conto) in relazione alla promozione, vendita o fornitura di un prodotto o servizio.
Una pratica commerciale è scorretta se è contraria alla diligenza professionale, ed e’ falsa o idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico, in relazione al prodotto, del consumatore medio.
In questo caso dobbiamo fare attenzione a due punti:
- le pratiche commerciali riguardano i professionisti, ovvero non solo imprenditori, ma qualsiasi persona fisica o giuridica che agisce nel quadro della sua attività commerciale, industriale, artigianale o professionale.
- il codice del consumo tutela il consumatore medio, perciò non è coperto il consumatore del tutto sprovveduto
Pratiche commerciali scorrette ingannevoli
Le pratiche ingannevoli le troviamo dall’art. 21 al 23 del codice del consumo.
a) pratiche che contengono informazioni non rispondenti al vero o, seppure formalmente corrette, che inducono o sono idonee ad indurre in errore il consumatore medio. Questi elementi potrebbero condurre il consumatore ad assumere una decisione commerciale che non avrebbe altrimenti preso, e sono:
- esistenza o natura del prodotto;
- caratteristiche principali del prodotto
- prezzo o modo in cui questo è calcolato.
b) pratica che genera confusione con i prodotti, i marchi, altri segni distintivi di un concorrente, compresa la pubblicità comparativa illecita
Vengono considerate prariche commerciali scorrette anche le omissioni ingannevoli. Questo perché se l’azienda omette un’informazione importante per la scelta del consumatore quest’ultimo non sarà messo in condizioni di scelta consapevole.
Un esempio può essere quello di un’azienda che ha un team per il servizio post vendita esclusivamente di lingua spagnola. In questo caso chi non conosce la lingua spagnola deve essere messo al corrente della cosa e poi sarà una sua scelta acquista o meno il prodotto. Omettere queste informazioni è sanzionabile.
Pratiche commerciali scorrette aggressive
Le pratiche aggressive sono quelle che limitano, o sono idonee a limitare, considerevolmente la libertà di scelta o di comportamento del consumatore medio, attraverso il ricorso a molestie e coercizioni. Questa tipologia è disciplinata dall’articolo 24 al 26 del codice del consumo.
Alcuni esempi sono effettuare ripetute e non richieste sollecitazioni commerciali per telefono, via fax, per posta
elettronica o mediante altro mezzo di comunicazione a distanza.
Oppure includere in un messaggio pubblicitario un’esortazione diretta ai bambini affinché acquistino o convincano i genitori o altri adulti ad acquistare loro i prodotti pubblicizzati.
Una delle pratiche aggressive più diffuse sul web sono quelle in cui si fa intendere, contrariamente al vero, che il consumatore abbia già vinto, vincerà o potrà vincere compiendo una determinata azione un premio o una vincita equivalente. Oppure che qualsiasi azione volta a reclamare il premio o altra vincita equivalente è subordinata al versamento di denaro o vengono richiesti dati sensibili.
Poteri dell’Agcm
A tutela dell’interesse pubblico, l’Autorità può agire d’ufficio, oltre che su istanza di qualunque interessato.
L’Agcm ha dei poteri cautelari, per cui ha la possibilità di disporre la sospensione provvisoria della pratica commerciale.
Come provvedimenti sappiamo che non può disporre il risarcimento del danno, per richiederlo è necessario rivolgersi al giudice ordinario.
L’Agcm può disporre un’azione inibitoria che elimina gli effetti della pratica scorretta, può disporre l’applicazione di una sanzione pecuniaria di diversa entità in base a gravità e durata dell’illecito e può far pubblicare la sentenza.
Se vuoi saperne di più sul diritto alla concorrenza
Il principio di libertà di concorrenza è tutelato da diverse norme, con questo articolo abbiamo visto le norme sulle pratiche commerciali scorrette. Le settimane scorse abbiamo analizzato la legge antitrust e le norme sulla concorrenza sleale. Successivamente al presente articolo analizzeremo le forme di pubblicità contenute nel D.lgs 145/2007, ovvero la pubblicità ingannevole e quella comparativa.
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